Tentacoli

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Demetra chiuse il grosso libro davanti a sé con un tonfo che riecheggia fra le pareti del suo grande studio. Chiuse gli occhi e si lasciò andare contro lo schienale della sedia in pelle adornata da delicate incisioni, un altro lascito dell'eredità Lakewoods. Massaggiandosi il ponte del naso sospirò profondamente.

"...È finita."

La voce stanca era ridotta a un sussurro esausto mentre Demetra ripensava al mese passato. Chi poteva immaginare che gestire gli affari del vecchio maniero di famiglia potesse essere così complesso? Per non parlare delle relazioni col villaggio: I Lakewoods non godevano di nomea particolarmente rinomata ormai da qualche decennio, e lei si era testardamente decisa a rimettere a posto le cose.

I pensieri continuavano a frullare in testa, mentre lei se ne stava seduta ad occhi chiusi. La stanchezza si fece strada nel suo corpo, mentre le immagini nella sua mente diventavano sempre più indistinti. Un ricordo, però, riaffiorava regolarmente.

Quasi lasciandosi trasportare da quella sensazione si diresse verso la biblioteca, e i suoi passi la portarono con sicurezza allo scaffale dedicato alle evocazioni interplanari. Ormai tanto tempo fa le sue sorelle le avevano mostrato, fra un risolino e l'altro, un vecchio tomo con una copertina quasi indecifrabile, in pelle ingiallita. Demetra non aveva, al tempo, capito il perché di tanta ilarità e malizia, ma qualcosa la stava trascinando verso di esso. Fece scorrere un dito sulle coste dei libri ordinati sullo scaffale, finché non si fermò con sicurezza su uno di essi. Lo tirò fuori con delicatezza, facendo fluttuare a terra la polvere che lo ricopriva.

Il titolo era rovinato e scritto in una lingua ormai morta, ma il poco che si leggeva suggeriva un'idea del suo contenuto: Codex.. vincoli... supernat...

Demetra lo aprì con deferenza, e le sue guance subito si animarono di un lieve rossore. Le illustrazioni, in un incredibilmente vivido inchiostro porpora, sembravano muoversi sulle pagine, e la giovane maga intuì immediatamente il perché del comportamento delle sorelle.

Continuò a sfogliarlo, con le labbra incurvate in un sorrisetto birichino, mentre si incamminò a passo svelto verso la sua camera da letto.

Ogni parvenza di stanchezza aveva lasciato il suo corpo, lasciando spazio a trepidanti desideri. Appoggiò il librò con delicatezza sul tavolinetto davanti alla chaise longue e guardò verso l'armadio sul lato della stanza. Stando in piedi, lasciò cadere dalle spalle il pesante mantello che teneva per risparmiare sulla legna da ardere e, con un gesto della mano e una formula sussurrata a fior di labbra, lanciò una scintilla verso il caminetto, che si accese immediatamente, scoppiettando allegro. Sospirò, sentendo l'aria scaldarsi, e le sue dita salirono verso il colletto del vestito verde ricamato d'argento, slacciando i numerosi bottoni uno ad uno, senza fretta. Aveva aspettato così tanto per avere un po' di tempo per sé, quegli ultimi atti di attesa non facevano altro che aumentare il desiderio. Fece cadere la veste sul pavimento senza troppe cerimonie e passò a slegare il morbido corsetto, le dita solleticate dai nastri che scorrevano sulle sue mani.

Un brivido forse di freddo o forse di eccitazione le percorse il petto quando lo tolse, appendendolo allo schienale della sedia. Si passò due dita sui capezzoli e sorrise alla pelle d'oca che quel gesto le provocò. Calciò le scarpette da casa, facendole finire da qualche parte sotto al letto, e con un solo gesto si abbassò il resto della biancheria intima facendolo scorrere sulle lunghe gambe. Sollevando i piedi, scavalcò il mucchietto di tessuti e si posizionò davanti allo specchio, completamente nuda.

"No. Non così."

Mancava qualcosa, per rendere speciale quel momento. Si rimirò per qualche secondo, accarezzandosi distrattamente il corpo tiepido, facendo poi qualche passo e aprendo l'armadio. Dal cassetto della lingerie prese, senza nemmeno contemplare altre opzioni, un completo viola. Era tanto, troppo tempo che non lo indossava, e lo sentiva perfetto per la serata che si prospettava.
Indossò il reggicalze, in piedi davanti allo specchio, aggiustandolo sui fianchi. Subito dopo infilò le calze, tirandole fino a metà coscia attaccando poi i gancetti. Si sfiorò le gambe inguainate, ammirando l'effetto che lo specchio le proponeva.
Il reggiseno necessitò di più tempo, per via dell'intricato gioco di lacci intrecciati sul petto e sul collo, ma il risultato finale fu spettacolare. Il tessuto trasparente non nascondeva per nulla i capezzoli inturgiditi dal tocco della seta. Demetra perse qualche secondo a riguardarsi e a toccarli con delicatezza, per poi prendere in mano il pezzo più importante del completo.
Alzò le mutandine lungo le gambe con lentezza estrema, godendo dello sfioramento occasionale, e le sistemo in modo che l'apertura fosse sul punto giusto. Sedendosi sulla chaise longue aprì le gambe, e un brivido le percorse l'intimità, già umida per l'anticipazione. Si passò un dito sul sesso, leggero, quasi per non voler disturbare, guardando nello specchio la sua figura, ora completamente coperta ma allo stesso tempo senza censure di sorta. Le mutandine senza cavallo sono sempre state il suo indumento preferito.

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⏰ Letzte Aktualisierung: Dec 03, 2023 ⏰

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Demetra Lakewoods (ITA)Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt