Capitolo 1

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TAYLOR

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TAYLOR

Premo insistentemente sul campanello posto sul bancone di legno scuro.

-Ho urgenza di parlare con il proprietario della struttura!-

-Signor Perez mi dispiace il proprietario al momento è occupato-

-Esigo parlare urgentemente con qualcuno che si occupi di questo posto è chiaro?-alzo il tono di voce attirando l'attenzione dei presenti e non perché mi abbiano riconosciuto per la mia fama, quello step è stato già superato qualche ora fa prima del delirio. Il delirio si. Sono praticamente ostaggio in questa baita o rifugio insieme ad altri sventurati per colpa di una tormenta di neve che si è abbattuta e si abbatterà nelle prossime ore e nei prossimi giorni ancora, in queste lande desolate nel cuore della Russia. Che ci faccio qui è una storia di normale routine, o almeno tale doveva essere. Dovevo semplicemente fare quello che faccio sempre: il personaggio famoso che fa cose, contenuti esclusivi da postare e far parlare di sé. Attendevo solo l'arrivo del resto della crew che mi avrebbe dovuto scattare foto, girare video mentre sciavo o facevo una passeggiata per i boschi innevati e invece anche loro sono rimasti bloccati in aeroporto senza più possibilità di muoversi così come io sono rimasto bloccato qui senza altra scelta.

-Prego, può parlare con me-

-Non voglio parlare con un altro inutile inserviente, ho bisogno di parlare con il responsabile!-

-Piacere Nicholas-il ragazzo dalla carnagione chiara, i capelli biondi avvolto in un maglione turchese mi tende la mano al di là del bancone mostrandomi il suo sorriso smagliante. -Sono il figlio del proprietario nonché socio della struttura in cui si trova in questo momento e può rivolgersi a me per qualunque sua richiesta signor...-fatica a ricordare il mio nome. Cosa rara, quasi impossibile.

-Signor Perez-gli tendo la mano-Taylor Zakhar Perez-scandisco il mio nome per far si che possa restargli ben impresso nella mente. Avrà su per giù la mia età, forse qualche anno in meno. I suoi modi sembrano gentili e affabili, abituati al rapporto con la clientela seppur mantenendo un non so che di autoritario. E soprattutto manca di uno spiccato accento russo come quello dei ¾ delle persone presenti nello staff e tra gli altri ospiti.

-Mi esponga qual è il suo problema-

-Ha la minima idea di quanto tempo resteremo rinchiusi qui dentro?-

Sorride, beffardo-Non le piace la struttura in cui si trova signor Perez?-

-Voglio solo sapere quando potrò uscire da qui-

-E chi lo sa-Alza le spalle-Ore, giorni...-divaga con la mente-Mesi!-

Alzo gli occhi al cielo infastidito-Cosa intende dire?-

-Non abbiamo il pieno controllo delle avversità meteorologiche signor Perez. Anni di permanenza in questo posto mi hanno permesso di stimare che se fuori ci sono -12 gradi e una tormenta di neve i tempi non saranno affatto brevi quindi la prego di accomodarsi o di rientrare nel suo alloggio, e attendere che queste ore o giornate trascorrano nella maniera più tranquilla a lei possibile-riprende fiato scrutando nel mio sguardo atterrito-Il rifugio metterà a disposizione dei propri clienti quanto necessario affinchè questa permanenza forzata non vi risulti troppo scomoda-

The silence of the snowWhere stories live. Discover now