Capitolo 16

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TAYLOR

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TAYLOR

Le notti in Grecia sono limpide e stellate. Il leggero vento mi accarezza la pelle mentre il rumore delle onde che si infrangono sul bagnasciuga è lento e cadenzato. E' tardi, molto tardi e sono solo steso incurante di avere tutti i granellini di sabbia appiccicati sulla maglia e nei capelli. Mi perdo a riconoscere da solo le costellazioni. Ho ancora da smaltire un po' di alcool nelle vene.

-Cristo santo Taylor mi è preso uno spavento-un'ombra allungata mi copre la visuale-Pensavo fossi svenuto-chiude la torcia ai suoi piedi-Troppo scomodo il letto in camera?-

-Ciao-Mi desto portandomi le ginocchia al petto-Sto bene, mi ero solo fermato un po' a pensare...-farfuglio-Sei di vedetta?-

-Si-si guarda ancora un attimo intorno-Posso?-mi indica il lembo di sabbia affianco a me. Annuisco con il capo-Non ti ho visto in questi ultimi due giorni-

-La struttura è enorme Nick c'è sempre qualcosa da fare e ho sempre avuto qualcosa da fare-

-Hai ragione-si raggomitola anche lui alla stessa maniera portandosi il cappuccio della felpa scura che indossa sulla testa-Ti spiace se resto un po' qui a fissare il mare in silenzio?-

La richiesta è strana ma non ho di certo il dominio della spiaggia. Denoto un velo di tristezza e incertezza nel tono della sua voce, come se stesse trattenendo un grido o un pianto. Sa di buono. Solo quando è pericolosamente vicino realizzo che sa anche di alcool. Inaspettatamente appoggia la testa sulla mia spalla. Sobbalzo appena ma non mi muovo di una sola virgola-Hai mai fatto soffrire o deluso qualcuno in vita tua?-è il primo a spezzare il silenzio.

-Si-ammetto senza troppi giri di parole-I miei genitori, alcuni dei miei amici-

-E in amore?-

Non spiega nulla eppure sento di aver compreso parte del suo discorso principale.

-Più che altro ho deluso me stesso per non essere mai stato troppo sincero fino in fondo-non so tutta questa saggezza e è frutto delle sinapsi o della vodka che no mandato giù.

-Tornerò un paio di giorni in Inghilterra-

-Come mai?-

-Ben deve rientrare per un progetto all'università-

-E poi ritornerete qui insieme?-non so se mi spaventa più sapere che non tornerà o se ritornerà con lui.

-Tornerò da solo-ammette-Lui resterà lì ancora un po' di tempo-la sua risposta mi spiazza e mi agita.

-Come mai hai deciso di macerare tutti questi chilometri di volo solo per accompagnarlo per un paio di giorni?-

-Sentivo di doverlo fare, per dimostrargli il mio supporto-

Il sentire di dover dimostrare necessariamente qualcosa a qualcuno non significa amare. Questo lo so per certo io e probabilmente anche lui. La tentazione di domandargli altro è forte ma non lo faccio. Mi godo la sua vicinanza e le sue parole farneticanti.

The silence of the snowWhere stories live. Discover now