15. Babbo Natale

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Derek davvero non sa come siano riusciti a convincerlo a fare quella cosa: non solo lo hanno costretto a supervisionare la festa di Natale organizzata dai loro studenti, ma lo hanno pure fatto vestire da Babbo Natale. “Così per una sera sembreremo meno autorità e più loro amici" aveva detto Jennifer, la professoressa di inglese.

Peccato che gli avessero procurato un vestito decisamente troppo stretto. Derek ha passato tutta la sera a cercare di non respirare troppo per non far esplodere i bottoni dei pantaloni. E ora che gli studenti stanno per andarsene ne approfitta per andare in bagno e, finalmente, cambiarsi. È appena entrato nel cubicolo quando sente qualcuno stare male in quello accanto. Derek si dimentica il motivo per cui è lì. Bussa alla porta. “Tutto bene.”

Ad uscire è Stiles, un suo alunno, in condizioni davvero pessime. “Ma allora esisti davvero” dice barcollandogli addosso.

Derek lo prende al volo. “Ehi, ragazzino, mi riconosci?”

“Certo! Sei Babbo Natale.” risponde convinto.

Cazzo, la situazione è peggiore di quanto immaginava. “Sei venuto in macchina?”

Il ragazzo scuote la testa. “Sono venuto con Scottino che però mi ha abbandonato. E sono rimasto solo. Divento molto triste quando mi lasciano solo…”

“Posso chiamare qualcuno che ti venga a prendere?”

“Credo di aver perso il telefono.”

“Cosa ne dici se ti accompagno a casa?”

“Papà mi ammazza se mi vede così.”

Derek non sa cosa fare. Si passa una mano tra i capelli. “Cosa vuoi fare?” gli domanda.

Nonostante lo stato in cui si trova, le mani di Stiles sono agili nel raggiungergli i bottoni dei pantaloni e sganciarglieli. “Vorrei che il sexy Babbo Natale mi scopasse molto forte.”

Derek gli blocca la mano. “No, Stiles!”

Ma la sua autorità non sortisce l’effetto sperato. “Amo ricevere ordini quasi quanto disobbedirli per essere punito.”

La situazione comincia ad essere disperata: Derek è sempre stato un ottimo professore conscio del suo ruolo e delle regole che deve seguire ma Stiles… quel ragazzo lo ha stuzzicato fin dal primo giorno che lo ha visto. Nella sua testa lo ha sempre immaginato in quella versione ma non può e non deve cedere specialmente perché è ubriaco. Stringe ancora di più la presa sui suoi polsi. “No!” ripete.

Gli occhi di Stiles si riempiono improvvisamente di lacrime. “Mi ritieni così brutto? Pensi… pensi che non sia capace di essere bravo per te?”

Derek gli accarezza una guancia. “Sono certo che saresti bravissimo. Ma non adesso.”

“E quando?”

“Quando ti sarai riposato un po'.”

E magari ti sarai dimenticato di tutto questo aggiunge mentalmente.

“Posso venire da te? Non scherzavo quando dicevo di papà.”

Il padre di Stiles è lo sceriffo, Derek lo ha conosciuto. Non crede che lo ucciderebbe sul serio ma effettivamente possiede una pistola quindi anche se sa che è una pessima idea lo asseconda. “Okay. Ma dormirai sul divano.”

“Va bene” risponde Stiles anche se non sembra essere molto d’accordo.

Derek non ha idea di che ore siano, sa solo che ha chiuso gli occhi da poco, vorrebbe dormire almeno per i prossimi due giorni e che non deve pensare a Stiles. Stiles che dovrebbe dormire sul divano e, invece, si è infilato sotto le coperte accoccolandosi sul suo petto. “Solo così, non faccio altro” gli ha promesso.

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