9.Inquiéter

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A tutti manca qualcosa, persino all'infinito manca la fine.

Scrivile scemo, stanotte non dormi. Tu chiamali sogni ma sono ricordi.
-Pinguini Tattici Nucleari

<Buuh>Esclamò una voce.

Quella voce.

Mi voltai e confermai i miei sospetti trovandomi di fronte a Josh.
Anzi scusate quello stronzo di cui non avevo assolutamente voglia di ricordare il nome.

I suoi capelli corvini erano un po' più corti del solito ma ancora maledettamente spettinati, tanto da farmi pizzicare le mani per la voglia di immergerle dentro il suo ciuffo.

Mi scrutò con quegli occhi gelidi, senza però tradire qualche sguardo divertito che ignorai prontamente.

Continuai a camminare facendo finta di non aver sentito nel cuore la sua presenza.

<Mi ignori pure? E pensare che dovrei essere io quello incazzato>

Oh no, questo proprio non doveva dirlo.

Arricciai le labbra infastidita
<Ah si? E perchè mai?>Mutai la mia faccia fingendomi interessata.

<Primo, per come mi hai trattato l'altro giorno sulla spiaggia, quando stavo solo cercando di aiutarti...>.

Mi fermai di scatto e bloccai gli occhi nel vuoto prr poi stringerli di colpi in preda a quel dolore familiare. La sensazione di essere una gran stronza.

Presi un respiro profondo inalando l'aria invernale.
<Scusa>Sussurrai ferendo profondamente il mio orgoglio.

Ecco di cosa sapeva quel dolore. Era un controsenso. Il mio orgoglio diceva di non dire scusa ma il mio cuore lo avrebbe ripetuto all'infinito. Questo voleva dire lottare contro se stessi.

Lui mi passò una mano sul fianco avvolgendomi il corpo. Mi fece arrossire violentemente e lo scansai goffamente.

<Guardare ma non toccare>Puntai un dito sul suo petto trattenendo una risolina.

Tolse veramente la mano e avvertii una sensazione d'abbandono che seppellii da qualche parte.

<E secondo, dovevi veramente provarci con quel coglione?> La sua voce sembrava seriamente arrabbiata. Quasi graffiante.

<Non ho bisogno di giustificarmi con te e lui perlomeno è gentile e non mi ha premuto contro il muro la prima volta che mi ha visto>Sorrisi ripensando a solo qualche giorno fa.

<Appunto, non è neanche in grado di prendere una ragazza come si deve>Sogghignò.

<Bhe in realtá->Mi tornò in mente che ero arrabbiata.

<Chi era quella ragazza?>Chiesi ancora più irritata di prima.

<È solo Vanessa, è una... amica> Affermò con un attimo di esitazione.

<Amici eh? Sappi che noi ragazze vediamo tutto>Mi rabbuiai di colpo. Non erano fidanzati, ma erano più che amici, diciamo che il loro rapporto era di amici con benefici.

<Va bene... Ci avrò scopato due volte massimo ma nulla di più>Confessò con leggerezza.

<E nulla di più>Sorrisi tristemente.

Lui mi prese per il mento e avvicinò pericolosamente le labbra alle mie. Con un soffio mi sfiorò le labbra tremolanti. Sentii il suo sorriso sulle mie labbra. Ero stordita dal suo delizioso profumo di menta e tabacco.

<Ho detto che non si tocca, idiot> Lo spinsi indietro con un ghigno sulla faccia.

Lui rise. <Quanto ancora continuerà questa regola Ash? Perché non so quanto potrei resistere>.

Diventai rossa in viso. <Crétin! Per sempre, ho deciso.>Decisi godendomi la sua finta faccia sconvolta.

<Almeno Tyler non era cosí sfacciato>Incrociai le braccia al petto fingendomi indignata.

<Non ti conviene provocarmi, francesina>Affilò gli occhi e poi mi caricò in braccio, come una sposa.

Mi iniziò a fare il solletico sulla pancia<Smettila>Gridai tra le risate.

<Qual'è la parolina magica?> Domandò mentre continuava a torturarmi.

<Perfavore?>Provai con la voce tremante. Per un attimo la sua vista si appannò. Ma poi riprese a farmi il solletico.

<Devi dire che quel coglione di Tyler è tale e che non ti potrebbe mai piacere>.

Smise per un attimo. <Ma non è vero>Protestai per farlo arrabbiare ancora di più.

<Dillo altrimenti ti butto in mare>.

<Non lo faresti>Risi sempre di più.

<Non mi sfidare>Inizió ad incamminare verso la riva e mi fece prendere un infarto.

<Giuro che non mi piace e che non mi potrebbe mai piacere Tyler!>Risi disperata.

<Grazie per averlo detto di tua spontanea volontá, non mi piace contringere la gente>Sorrise da un orecchio all'altro come un bambino.

<Non sei simpatico>Borbottai mentre guardavo e giocavo con uno dei laccetti della sua felpa.

Lui si ruotò su se stesso come una ballerina mancata. Scoppiai a ridere in una delle risate che non facevo da troppo.

Ritornò verso il bar e si avvicinò alla sua moto<Sali>Mi ordinò duro.
Più bipolare no?

<Prendo la mia>Usai un tono che non ammetteva risposte.

Mi lanciò un'occhiata ammiccante rivelando un ghigno.

<Alla prossima, ricciola>.

Rimasi lì a sorridere come un idiota, e per fortuna non lo vide poichè avevo la visiera abbassata.

PhoenixWhere stories live. Discover now