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Come un astronomo osserva le stelle
mi sembrava di mirar le foglie cadenti del cielo di una fredda mattina d'autunno,
ma erano semplicemente i suoi occhi.







   
Iside

Un alone di calore si era distribuito sul finestrino ghiacciato della macchina, l'avevo usato come cuscino per tutto il tragitto. Intorpidita mi raddrizzai a sedere e portai la mano destra sulla parte della fronte gelata. Scrutai il mio riflesso nello specchietto e notai che avevo i capelli disordinati, passai una mano per lisciarli ma avevo mille nodi.
Quanto avrei voluto una chioma liscia e ordinata. Volsi lo sguardo verso mia madre, aveva gli occhi fissi sull'orizzonte. Non sembrava neanche essersi accorta che mi fossi svegliata da quanto era intenta alla guida.

Alla radio sentii che stavano trasmettendo una delle mie canzoni preferite 'Rosyln' di Bon Iver & St. Vincent. Alzai il volume, chiusi gli occhi, con il desiderio che si fermasse il tempo. Ma a un certo punto una voce spezzò la dolce atmosfera. Cercai di tenere stretta ancora per un po' la melodia, poi espirai lentamente mentre svaniva per sempre.

<<Isy ci sei?>>. A malincuore tornai alla realtà  e mugugnai un 'sì'. <<Bene, ora facciamo un veloce ripasso delle regole da rispettare. >>.

Strofinai gli occhi, schiarii la voce ed estrassi dalla borsa un blocchetto che mi avevano dato in precedenza i miei genitori. Voltai la prima pagina e iniziai la lettura dell'elenco:<<Anche se sei più avanti con i programmi fai finta di non sapere. Non parlare con nessuno. Evita di partecipare ad attività di gruppo. Non aprire bocca se non sei interpellata.>>.
Riassumevo quell'elenco in due parole 'Fai l'eremita'.  Successivamente mi tese una busta con sopra scritto "programmazione anno scolastico". Nel mentre che l'aprivo, mi sorse un dubbio.

<<Mamma ma perché se vado in questo istituto non devo parlare con nessuno? Magari posso imparare qualcosa in più se faccio amicizia. >>. Notai come la sua fronte si corrugò e affilò lo sguardo contrariata.

<<Tu non vai lì per fare amicizia. Non hai imparato nulla dal passato? >>

<<Stavolta magari sarà diverso...>>.

Non ricevendo risposta abbassai la testa e chiesi scusa per la domanda che avevo posto. Dopo un po', poiché il silenzio mi stava soffocando chiesi:<<Ma se sono avanti con il programma cosa devo studiare? >>. 

Mia madre si girò di scatto e mi fulminò:<<Basta con queste domande sciocche! O...>>.

Non riuscì a terminare la frase che una frenata improvvisa sembrò congelare il tempo e calò l'oscurità.
Sentivo le palpebre pesanti, come se fossero cucite tra loro.

Quando riacquistai la vista le immagini erano sfocate e confuse, vedevo molte rette irregolari e colorate sfrecciare davanti a me. I capelli invece di ricadere sulle spalle li ritrovai sopra la testa, tutto era capovolto. Cercai di alzarmi ma non potevo. Avevo le gambe bloccate. La mano sinistra era libera, così provai a slacciare la cintura di sicurezza ma sentivo che era scivolosa, a causa di liquido scuro. Ancora non avevo capito che era il mio sangue.

Con lo sguardo cercai la sagoma di mia madre ma non era lì. Forse stava chiamando aiuto e non dovevo preoccuparmi.
Sollevata da questa supposizione mi lasciai andare, ero stanca, non avevo forze per reagire, sentivo la testa pesante come se la gravità fosse raddoppiata e mi stesse comprimendo.

BlindnessWhere stories live. Discover now