L'amica perduta

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Guardo le nuvole bianche sopra la mia testa. Sembrano ovatta, grandi batuffoli di ovatta. Chissà se in cielo le nuvole si possono toccare, magari appena stringi il pugno per afferrarle svaniscono e rimani con niente in mano. Non lo saprò mai, a meno che io non impari a volare. Se potessi salire su una mongolfiera ci proverei, ma non ho mai visto una mongolfiera dal vivo, solo in alcuni film, forse perché le mongolfiere sono passate di moda. Se ripeto tante volte la parola "nuvola" sembra che non abbia più senso, che non significhi niente. Sono solo tre sillabe e sei lettere. Mi piacciono le lettere, se le metto insieme formano parole infinite. Anche le nuvole sono infinite. A volte mamma mi dice che ho la testa tra le nuvole, ma non è vero; come faccio ad arrivare con la testa fin lassù? Le guardo da sotto, stesa sul prato del giardino, da sola. Salto in piedi e mi precipito in libreria, quest'estate passo più tempo in libreria che a casa. Prima ci andavo con Stefy in libreria. Ora non più. Ed era molto più bello prima. Facevamo tante cose insieme, io ero sicura che sarebbe durato per sempre. Invece è finito tutto. Ho quasi nove anni, li faccio dopo l'estate. Ma vorrei non compierli perché per ora mi piace averne otto. Otto è il numero preferito di Stefy e da quando l'ho scoperto è anche il mio, perché se l'otto si scrive in orizzontale diventa infinito. Così il segreto dei numeri è svelato. Sto correndo per arrivare in fretta in libreria, c'è l'aria condizionata nel negozio e non vedo l'ora di stare al fresco. Entro e scendo al piano di sotto, mi avvicino allo scaffale e scorro l'indice sul dorso dei libri che ho davanti. Li conosco a memoria, devo trovare il mio, quello che stavo leggendo ieri e ho lasciato in sospeso; l'ho nascosto dietro dei volumi per evitare che qualcuno lo comprasse. Lo voglio tutto per me, devo finire di leggere quella storia. Finalmente lo prendo e mi accomodo sulla poltrona. Ormai i commessi si sono abituati tutti alla mia presenza, penso che non dia fastidio a nessuno, tranne che a Paolo, lui lavora in libreria da sempre. L'altro giorno si è avvicinato mentre leggevo e mi ha detto: "Non è mica una biblioteca questa! Qui i libri si comprano e poi si leggono a casa." Me ne sono dovuta andare. Se ci fosse stata Stefy forse gli avrebbe risposto qualcosa. Stefania mi manca da pazzi, da morire, all'infinito, è la mia migliore amica. Ma ora è andata via. Non ricordo esattamente come ci siamo incontrate, non eravamo nella stessa classe. Ha una bella faccia tosta e parla sempre, non smette mai. Spesso bastava lei a parlare per tutte e due. Credo che lei mi abbia scelta per prima, come amica, e poi l'ho scelta anche io. Ci eravamo promesse che non ci saremmo mai separate. E invece è successo. Magari quando divento grande la vado trovare al Nord. È andata proprio lontano, in una città in cui d'inverno c'è la neve. A Stefy piace sciare, io non so farlo. Qui non nevica, c'è il mare.

Chiudo il libro, non ho voglia di leggere. È strano. Nascondo di nuovo il romanzo e me ne vado via per la gioia di Paolo. Mi è vietato uscire da sola, ho il permesso di andare in libreria perché non c'è nessuno che ha il tempo di accompagnarmi spesso. Non voglio tornare a casa, di pomeriggio c'è un caldo tremendo e io mi annoio. Così svolto l'angolo e vado a fare una passeggiata, tanto mamma è sicura che io rimanga in libreria fino all' ora di cena. Il piano è che appena si fa buio scappo a casa. Non mi può succedere niente, conosco le strade come le mie tasche. Non so dove andare di preciso, quindi lascio che i piedi mi dirigano dove vogliono. È piacevole avere la sensazione di poter andare ovunque si desideri. L'estate serve a questo, per dare alla gente la sensazione di libertà. La parola "libertà" ha tre sillabe e sette lettere. A scuola abbiamo parlato della libertà. Nome comune di cosa, genere femminile, numero singolare, difettivo, astratto. Mi piace fare l'analisi grammaticale, ma preferisco la logica. La maestra dice che sono brava, azzecco anche le cose più difficili e vado molto veloce. Comunque a scuola abbiamo parlato di libertà non solo per l'analisi grammaticale. La maestra dice che la libertà è una cosa importante, un diritto di tutti. Dobbiamo avere la libertà di esprimere le nostre opinioni e di realizzare i nostri sogni. Ecco, anche "sogno" è un nome astratto, come "libertà". Io ce li ho entrambi, i sogni e la libertà. Ed è come se fossero concreti perché li posso sentire, li sento nel cuore. In questo momento sento anche i gabbiani che gridano a squarciagola e le rondini che strillano e non si stancano mai di girare in tondo nel cielo. Fanno un giro, lo fanno di nuovo e poi ancora e ancora, disegnando sempre lo stesso cerchio immaginario. Chissà se le rondini, di tanto in tanto, si siedono sulle nuvole, magari se le mangiano anche. L'estate ha un buon odore, profuma di fiori, di zanzare, gelato, fragole e sale. Il sale del mare che rimane appiccicato sul volto. Anche "estate" ha tre sillabe ed è un nome astratto. Quando arriva, il ventuno giugno di ogni anno, diventa concreta perché la sua presenza si sente e non la sento solo io nel mio cuore; la sentono tutti. È meravigliosa. Chissà se adesso l'estate la sente anche Stefy che è tra le montagne. Spero che stia pensando a me così almeno nei pensieri stiamo vicine. Ho scoperto che siamo distanti più di 800 kilometri l'una dall'altra. Non era mai successo. Ho paura. Credo che Stefy starà benissimo dove l'hanno portata. Là funziona tutto meglio, pure la scuola. Per questo ho chiesto a mamma di andare anche noi al Nord; così studio bene e poi non avrò problemi. Però lei ha detto di no, sarebbe un cambiamento troppo grande. È questo il problema delle persone: si lamentano di come vanno le cose, ma non vogliono fare cambiamenti. L'ho pensato, però non gliel'ho detto. Si sarebbe arrabbiata con me. Dopo tutto non è giusto che per un capriccio mio deve fare un grande cambiamento l'intera famiglia, a mio fratello non starebbe affatto bene. Alla fine il risultato è che io non posso muovermi. Vorrà dire che quando compio gli anni per poter viaggiare da sola prendo il treno e vado da Stefy senza chiedere il permesso a nessuno. Sì, perché di una cosa sono sicura: Stefania qui non ci torna. La sua scuola sarà fantastica perché funziona meglio, troverà un'altra migliore amica che sa sciare come lei e si dimenticherà di me in un batter d'occhio. Non posso farci niente, però mi fa rabbia. L'orologio del vecchio campanile batte le otto. Dovrei avviarmi, ma non lo faccio. La campana sembra rimproverarmi con i suoi rintocchi che non finiscono più. Il suono è forte, rimbomba sulle facciate dei palazzi. Vorrei che il tempo si fermasse, così rimango nell'oblio per un po' e non mi trova più nessuno. Una volta mi hanno detto che il tempo non esiste, che gli uomini lo hanno inventato per non cadere nell'ozio e dare un ordine alle loro azioni. Non ricordo chi me lo abbia detto. Forse è vero, per questo l' ho tenuto a mente. Il tempo non esiste. Magari Stefy non si dimenticherà di me e sarà come se non ci fossimo mai separate. È la bugia più grande che abbia mai inventato per sentirmi meglio. Ci ho creduto per cinque secondi. La vita della mia migliore amica cambierà radicalmente rispetto alla mia. Forse almeno per lei le cose andranno meglio. Mi ha lasciata da sola.

Tra pochi anni dimenticherò ciò di cui parlavamo, il motivo per cui ridevamo sempre così forte. Mi rimangono solo poche foto e il biglietto che mi ha lasciato lo scorso Aprile per il mio onomastico, quello in cui diceva che mi vuole bene. Io e lei ci siamo confessate cose che non dicevamo a nessuno. Siamo le custodi dei nostri segreti di bambine. Ma so che si sbiadiranno, saranno segreti che non valgono più. "Segreto" ha tre sillabe e sette lettere, maschile, singolare, astratto e non so come fare in modo che si trasformi in un nome concreto così da poterlo conservare. È un vero peccato. L'unica cosa buona in tutta questa storia è che se anche Stefy non c'è, io ho sempre i miei sogni e la libertà. Loro non partono per andare lontano, rimarranno vicino a me per sempre. Di questo sono felice. Ci credo di più che per cinque secondi, ci credo e basta.

L'amica perdutaWhere stories live. Discover now