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«Amore non pensare al dolore, pensa solo che tra poco Mattia sarà tra le nostre braccia» dice Nicola incoraggiandomi mentre sto dando spinte su spinte.
Questa mattina non stavo molto bene e sentivo molti dolori nella parte bassa della pancia, inoltre questi ultimi due giorni vedevo la pancia sempre verso il basso e la mia ginecologa mi aveva detto che era un cosa normale e che il bambino si stava preparando per uscire.
Dopo la mattinata passata tra dolori e finire di preparare la valigia per il parto sia mia che del bambino che di Nicola arrivò l'ora di pranzo e proprio mentre stavamo mangiando mi sono sentita tutta d'un tratto bagnata andai quindi in bagno e notai che non era stata colpa mia ma che le acqua si erano rotte, perciò tornai nella sala da pranzo e informai Nicola che stava andando nel panico, in meno di un'oretta riuscimmo ad uscire di casa e da più o meno cinque ore sono ricoverata e un'oretta fa mi hanno informato che la dilatazione è idonea per poter partorire.
Dopo molte spinte ancora non si vedeva bene la testa del nostro bambino e questo voleva dire che le spinte non erano abbastanza così mi devi coraggio e spinsi più forte che potevo anche se voleva dire avere ancora più dolore ma poco mi importava visto che tra poco avrei visto il mio bellissimo bambino.
Dopo altre due o tre spinte sentì un debole pianto di un bambino, guardai Nicola che era sbalordito e aveva qualche lacrima che li scendeva il volto, così capì che Mattia era venuto al mondo e che da lì a pochi secondi lo avrei potuto abbracciare.
Infatti dopo averlo pulito in modo superficiale giusto per non darmelo tutto sporco un'ostetrica me lo ha dato.
Poteva entrare nel palmo della mano di Nicola per quando era piccolo quella forma di vita, lo guardai attentamente mentre Nicola ero chinato su di noi.
Aveva gli stessi occhi di Nicola, quello che mi avevano fatto innamorare perdutamente di lui, erano color nocciola chiaro. quasi rendendo al giallo ocra, aveva delle guance rosse come le avevo io quando ero piccola ed il naso era identico al mio, mentre la bocca era un misto fra la mia e quella di Nicola.
«Vuole avere l'onore di tagliare il cordone ombelicale» domanda un'infermiera a Nicola che annuisce anche se titubante.
«Perfetto allora tenga queste e taglia la centro tra queste due forbici» gli dà indicazione la ragazza e lui esegue tutto perfettamente.
«Adesso siete ufficialmente due cose separate» dice Nicola dandomi un piccolo bacio sulla fronte e poi una al bimbo che tengo in braccia e che dopo circa qualche secondo mi viene tolto per poterlo lavare e vestire per bene.
Il dottore intanto invita Nicola ad uscire dato che devono finire l'operazione e anche se controvoglia esce dalla sala.

NICOLA'S POV
Il dottore che ha seguito tutto il parto di Alice mi ha inviato ad uscire perché devono finire l'operazione, anche se volevo restare con lei per starle accanto.
Esco e tolgo il camice che mi avevano dato per poter entrare, prendo i miei effetti personali che ho dovuto lasciare e inzio a chiamare prima Tommaso, così che potesse avvisare anche i genitori.
Chiamai poi mia mamma e subito dopo mia sorella per annunciare la grande notizia.
Chiamai, infine, Edoardo.
«Edo»
«Dimmi, come è andata, ha partorito?» mi ha domandato tutto d'un fiato.
«Sei più agitato tu che io, si ha partorito il bambino sta bene, mentre, Alice sta finendo l'operazione, vuoi venire qui in ospedale» gli domando.
«Si, certo che vengo, non vedo l'ora di vedere il mio bel nipotino, vuoi che avviso anche gli altri della squadra?» mi ha domandato e gli ho risposto con un verso di affermazione, congedandolo subito dopo.
Non molto dopo il medico che ha seguito tutto il parto di Alice, esce dalla sala operatoria con un grande sorriso in volto, un probabile segno che quindi sia andato tutto a buon fine.
«Alice sta bene, sta riposando e il bambino è con lei se vuole si può accomodare nella stanza» mi dice il dottore ed annuisco andando verso la stanza dove hanno messo Alice, mi appoggio allo stipite della porta senza far rumore per vedere che cosa stava cambiando.
Aveva Mattia poggiato sul petto, vicino al suo cuore, mentre lo osservava e gli posava un bacio sulla fronte.
Colgo l'attimo con una foto che poi avrei sicuramente messo su Instagram, vado verso il letto mentre lei osserva ogni movimento che faccio io.
«Hai visto quanto è bello» mi dice lei e annuisco.
«Bello come la mamma» finsico la frase mentre gli accarezzo la testa.
«Bello anche come il papà» dice lei sporgendosi verso di me per darmi un bacio a stampo.
«Vuoi tenerlo in braccio» mi domanda lei e inzialmentr le dico di no, ma insistendo un po' mi fa cedere e accetto.
«Allora tienilo così come sto facendo io, e attento alla testa, il resto viene da sé appena lo prendi» mi dice e annuisco, aveva in braccio mio figlio e ancora non ci credevo che fosse davvero mio e che per giunta lo avevi fatto con la persona che da lì a poco sarebbe diventata mia moglie.
Avevamo io 22 anni e lei solo 19 ma era la cosa che desideravo di più al mondo e poi non avevamo di certo molti anni di differenza, molte persone probabilmente non accettano questa cosa ma, sono dell'idea che se le persone ad essere felici siamo noi, vuol dire che gli altri o lo imparano ad accettare oppure rimane così basta che non vengano a lamentarsi perché non gli sta molto bene.
Mentre tenevo Mattia in braccio sento il telefono squillare e controvoglia lo ridò ad Alice, guardo il nome sul display ed è Edoardo che sarà sicuramente arrivato insieme anche agli altri, perciò vado fuori per andare a prenderlo.
Mentre vado fuori vedo che anche la famiglia di Alice e mia mamma con mia sorella sono arrivate perciò saluto tutti molto velocemente e poi vado a prendere Edoardo e il resto della squadra che sicuramente si perderebbero da soli.
«Venite vi faccio conoscere Mattia» dico facendo spazio un po' per volta verso la stanza dove sono Alice e il bimbo.

Dreams with him||~Nicola Zalewski~||Where stories live. Discover now