01. Books, apples and meetings

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"In my place, were lines that I couldn't change. I was lost."

-Coldplay-

❤️❤️❤️

Dodic'anni dopo...

Dale

Era notte fonda e ancora stavo leggendo il mio libro impolverato di sonetti di W. Shakespeare.

Precisamente il sonetto n

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Precisamente il sonetto n. 18:

"Shall compare thee to a summer's day?
Thou art more lovely and more temperate.
Rough winds do shake the darling buds of May,
And summer's lease hath all too short a date[...] ."

Seduto a bordo della finestra, il riflesso della luna trapelava appena dentro la stanza ed un cielo che si confondeva tra il blu e il nero, ma stranamente con pochissime stelle, si distendeva su tutta Greenwich.

Mantenevo le gambe distese e con il dito tracciavo parola per parola.

A farmi compagnia c'era solo la mia ombra, che se avesse potuto sarebbe scappata via da me.

Amavo leggere.

Era, forse, l'unica cosa in grado di salvarmi da quei momenti di tristezza.

Decisi di chiudere il libro, e accostarmi con la testa al bordo della parete dietro di me.

Non sarei voluto andare a scuola il giorno dopo, ma la zia Flore mi aveva raccontato aneddoti della sua gioventù e non mi sentivo in grado di deluderla.

Domani sarebbe stato l'ultimo prino giorno di scuola.

L'ultimo primo giorno dei miei diciott'anni e chissà cosa avrei deciso di fare per il mio futuro.

Tutti quei pensieri mi spaventarono. Così, mi sollevai da dove ero appoggiato.

Scesi scalzo, sentendo il pavimento freddo sotto i piedi e mi buttai a peso morto sul letto già sfatto.

Feci uno sbuffo, buttando la testa sul cuscino e ci affondai dentro battendo i piedi.

Perché ero così nervoso?

Forse, ancora non immaginavo che sarebbe stato un anno completamente diverso.

Mi assicurai di essermi messo comodo e poi chiusi gli occhi, addormentardomi come un sasso.

Blue ThornsWhere stories live. Discover now