Capitolo Cinque ❆ Celeste

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Non era insolito sentirsi osservati mentre si lavorava in un posto come il Lair, ma in quel momento Celeste poteva quasi giurare di avere una voragine sulla schiena, formata dallo sguardo intenso di chiunque la stesse fissando da dieci minuti a quella parte.
Tuttavia non poteva certo andare alla ricerca di quegli occhi scrutatori mentre stava servendo i clienti appena entrati. Probabilmente si trattava solamente di qualcuno che voleva una nuova tazza di caffè, ma stava giustamente aspettando il proprio turno. Nulla di cui doversi preoccupare. E allora perché si sentiva come sotto alla lastra di un microscopio? Scosse la schiena, cercando di togliersi di dosso quella sensazione di completa vulnerabilità. Appoggiò il caffè macchiato per Francesco e quello freddo per Ilaria sopra al vassoio per poterglieli lasciare al tavolo, insieme a qualche dolce offerto dalla casa, in vista della bella notizia che avevano appena condiviso con lei. Era così emozionata da far quasi sembrare che il bambino sarebbe stato anche suo, ed in qualche modo si sentiva un po' come un angelo custode di quel piccolo esserino che stava ancora iniziando a formarsi. Le piaceva pensare che senza di lei non sarebbe mai potuto nascere e questo le dava un grande senso di responsabilità, ma anche di estrema gioia.
«Ecco qui, ragazzi» disse lasciando ogni cosa sul tavolino davanti a Francesco ed Ilaria. «I vostri soliti caffè, più qualche sorpresina da parte mia.»
Dopo averli congratulati ancora una volta, si mise il vassoio sotto il braccio e tornò al suo posto dietro al bancone, chiunque la stesse tenendo sottocchio non l'aveva persa di vista nemmeno per un secondo. Sentiva ancora tutti i peli della schiena rizzati, la pesantezza di uno sguardo sulla testa. Tuttavia ci volle la bellezza di un'altra manciata di minuti prima che la ragazza decidesse di farsi finalmente avanti. Celeste l'aveva notata sin dal momento in cui era entrata, circa un'ora prima: lei e la sua amica erano due facce nuove nel locale, ma era sicura che non fosse stata la prima volta in cui le loro strade si incrociavano. Entrambe sembravano avere la stessa età di Celeste, anno di più o anno di meno.
La sua amica si era già alzata da qualche tempo, uscendo dalla porta principale e lasciando l'altra ragazza indietro. Sul momento Celeste non ci aveva fatto molto caso, ma effettivamente c'era qualcosa di strano in quella coppia.
In quel momento le si era avvicinata, sembrava che stesse per appoggiarsi al bancone, ma allo stesso tempo le rimaneva a debita distanza. Si era solamente schiarita la gola per attirare la sua attenzione, senza proferir parola.
«Cosa posso fare per te?» chiese allora Celeste, allargando il sorriso che ormai viveva perennemente sul suo viso. Non era estranea a quei clienti un po' scortesi, che non si degnavano nemmeno di salutare prima di impartire un ordine come se fosse una cameriera dell'Ottocento, anche se non le aveva dato l'impressione di essere quel genere di persona. Sembrava più... un gattino indifeso, smarrito senza il suo padrone.
Lei ci mise qualche secondo a rispondere, guardandosi attorno come se l'aria le potesse dare una mano. «Non so se mi puoi veramente aiutare.»
«Beh, sicuramente il primo passo da fare è dirmi che cosa c'è che non va. Il thé non andava bene?» Celeste non la voleva far sentire in soggezione, si vedeva che quella ragazza non era per nulla a suo agio. Anzi, dal pallore delle sue guance si sarebbe quasi detto che fosse sul punto di svenire.
A quella domanda la ragazza guardò Celeste con fare confuso, un sopracciglio più in alto dell'altro.
«Quello che ti ho consigliato prima, quando la tua amica mi-» cercò di spiegare Celeste.
«No, no, non c'entra niente con quello. È tutt'altra cosa» la bloccò a metà frase, senza nemmeno farle finire la domanda. Celeste lo trovò molto carino, ma anche un po' irritante. Perché doveva girare così intanto intorno a quello che voleva chiederle? Non poteva andare dritta al punto e basta? Quello era ancora più irritante.
Celeste lasciò cadere la sua testa leggermente di lato, i capelli rossi che rimbalzavano lentamente dentro la coda alta. Studiò l'altra ragazza come una maestra avrebbe guardato un bimbo dell'asilo che non riusciva a spiegare che cosa gli faceva male.
La vide prendere un lungo respiro e finalmente buttare fuori quello che stava imbottigliando dentro di sé. «Ho bisogno del tuo aiuto, in poche parole. Sono una frana in amore e ho sentito dire che tu sei alquanto il contrario. Tipo una specie di Einstein sul formare le coppie perfette. So già che non funzionerà e che probabilmente non potrai fare nulla per un caso disperato come il mio, ma tanto vale provare, no?»
Quella era ufficialmente la miglior giornata che Celeste aveva avuto da un paio di mesi a quella parte. Prima l'annuncio del bambino da parte di Ilaria e Francesco e adesso una nuova possibile coppia da creare? Non poteva andarle meglio di così.
E poi era stata la diretta interessata a contattarla, non aveva dovuto accorgersi dei sentimenti irrequieti di qualcuno, lei sapeva già di amare qualcuno e aveva bisogno di qualcuno per conquistare la sua persona perfetta. Era una prima per Celeste e certamente non poteva dire di non esserne entusiasta.
«Hai bisogno del mio aiuto in amore? Avresti potuto dirlo fin da subito! Sono qui per questo, non c'è bisogno di fare tutta la timida al riguardo!»
L'altra ragazza si guardò attorno, come a studiare la stanza che le circondava. Le sue mani erano aggrovigliate l'una sull'altra. «Ecco, però magari non ne parliamo qui davanti a tutti, va bene? Ci tengo ancora ad avere un po' di privacy personale.»
Celeste fece una piccola smorfia. Lasciare il locale era qualcosa che non era autorizzata a fare se in turno da sola. Però era tutto tranquillo e in dieci minuti sarebbe arrivato il titolare a darle una mano per le restanti ore del pomeriggio.
Una volta arrivato Enea si sarebbe potuta assentare per qualche secondo. Lui avrebbe capito, aveva un importante compito da portare a termine.
«Dammi solo dieci minuti e poi sarò tutta tua, te lo prometto.»

Da Bere Ancora Caldo ❆ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora