05. Blades of grass

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"And I will try to fix you."

-Coldplay-

🧡🧡🧡

Heidi

Quel ragazzo se ne era scappato via da me, in un battito di ciglia.
Quasi impercettibilmente, non mi ero accorta di essere rimasta sola.

Che ragazzo strano.

Con la borsa in spalla, per rilassarmi da quelle battute di sfida, decisi di uscire nel cortile della scuola.

La prima cosa che notai, furono quei verdi e sottili fili d'erba, quasi lucenti alla luce del sole.

Avevo bisogno di una boccata d'aria e quello era il posto adatto a me.

Camminai per una piccola stradina asfaltata, fino ad arrivare a un punto più nascosto coperto da alberi da foglie verdi e per metà rossastre.

Segno che l'estate era giunta al termine.

Mi coricai sotto al solito albero spoglio.

Era l'unico senza foglie, ma per qualche motivo lì sotto ci avrei passato intere giornate. Forse mi assomigliava, ma almeno non era perfetto come il resto degli albero lì presenti.

Che poi di perfezione, non ce n'era in nessuno di essi. Ma, erano arricchiti da quelle foglie colorate e su cui gli scoiattoli ci stavano appollaiati beatamente e gli uccellini canticchiavano in una lingua tutta loro.

Mi stavo crogiolando all'ombra e per non addormentarmi, mi accesi una sigaretta e il fumo annebbiò l'aria pulita, lasciando spazio a una nube grigiastra quasi come l'umore che avevo quella giornata.

Mi stavo crogiolando all'ombra e per non addormentarmi, mi accesi una sigaretta e il fumo annebbiò l'aria pulita, lasciando spazio a una nube grigiastra quasi come l'umore che avevo quella giornata

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Iniziai ad aprirare ed respirare l'aria dal naso e la bocca, finché non finì la nicotina. Alla fine sapevo che i polmoni ne avrebbe risentito, ma era più forte di me quel vizio.

Una volta che si diventava dipendenti da qualcosa, era difficile smettere.

Appoggiata con la testa al tronco dell'albero, un leggero  venticello si fece avanti portando i capelli davanti agli occhi.

Non li aggiustai immediatamente. D'altronde non ne avevo motivo, anzi mi riposai la testa.

Intanto schiacciai la sigaretta e subito un rumore di passi che sentii arrivare, accompagnava un leggero formicolio che sentivo dietro alla testa come di formiche che camminavano su quella corteccia dura e ormai vecchia.

Chiusi gli occhi e ripensai a quella povera creatura, che non aveva avuto la possibilità di difendersi.

Avevo capito che il suo nome fosse Dale, da quando Ferny due giorni prima voleva presentarcelo.
Ma poi doveva essere successo qualcosa, visto come quei due se ne andarono a gambe levate.

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