Capitolo 25

202 24 1
                                    

-io non riesco ancora a crederci sinceramente- borbottò Henok mentre era in ascensore insieme a Rebeca. Erano rimasti entrambi più del dovuto in ufficio per fare in modo che l'arma di Jonas risultasse rubata prima del ritrovamento del cadavere e quindi poter incolpare Errera ma la cosa aveva richiesto loro più tempo del dovuto.

-a cosa Henok- gli domandò Rebeca che nel mentre ne aveva anche approfittato per tenere un po' gli occhi chiusi per farli riposare.

-al fatto che il nostro antropologo sia il ragazzo di Jonas- le rispose Henok.

-be' è strano per il fatto che ci abbiamo lavorato insieme senza saperlo- alzò le spalle Rebeca -chissà cosa avrà pensato quando l'ha visto nella sala degli interrogatori- aggiunse poi la castana -sarà impazzito-

-dalla voce sembrava calmo ma...ma ho notato che indovinava un po' troppe domande- Henok sospirò -per un attimo ho creduto che avesse falsificato non so quanti casi e invece stava solo proteggendo Jonas-

-sono felice però- Rebeca aprì gli occhi e guardò il profilo di Henok -sono felice che il mio migliore amico abbia deciso di pensare al suo ragazzo-

-ci è quasi morto- sussurrò Henok senza però guardare la castana che aveva difronte perché altrimenti il suo sguardo l'avrebbe tradito -credo che quando si è trovato in quella situazione ha capito che non poteva continuare in quel modo. Quando noi due stavamo insieme tu sapevi quello che rischiavo ogni volta quindi io non ero mai realmente preoccupato ma Dylan non sapeva fino ad oggi cosa facesse il suo ragazzo e Jonas ha compreso che rischiare la vita in quel modo non era una soluzione adatta- e Rebeca rimase a fissare per tutto il tempo il ragazzo al suo fianco trovandosi alla fine del discorso completamente d'accordo con lui.

-credo che Jonas ti ruberà il posto- rise poi Rebeca.

-quale posto?-

-quello per andare al laboratorio. Credimi farà di tutto per vedere ogni secondo Dylan, il mondo in cui si guardano...cazzo non credevo che Jonas avrebbe mai trovato qualcuno di così importante. Aveva un nuovo appuntamento ogni sera-

-già- ridacchiò a sua volta Henok -sembrava quello che non voleva impegnarsi e invece eccolo qui con la sua preda portata in ufficio- e il castano alzò gli occhi al cielo -io non mi siederò mai più nel suo ufficio perché non oso immaginare quello che ci hanno fatto li dentro-

-quanto sei stoico- Rebea scosse la testa divertita mentre usciva dall'edificio per raggiungere quella che era la sua macchina seguita a ruota da Henok.

-andiamo lo sai benissimo anche tu che Jonas è sparito per fare sesso-

-e allora? Lasciagli fare quello che vuole...non vedeva il suo ragazzo da due fottuti mesi se non di più e ti ricordo anche che è partito subito dopo il rientro dalla Cina- nemmeno il tempo di finire quella frase che entrambi sentirono il rumore di uno sparo e Henok fu abbastanza veloce dal tirare verso di se Rebeca che venne presa dal proiettile solo e soltanto di striscio sul braccio sinistro.

-ehi! FBI abbassa la pistola- urlò Henok perendo la pistola che aveva sempre dietro e puntandola verso la direzione dalla quale avevano sparato facendo ampie falcate. Rebeca nel mentre aveva preso a tenersi il braccio sinistro per impedire al sangue di uscire fin troppo velocemente.

-Henok- lo richiamò la ragazza che vedeva chiaramente che nel parcheggio non ci fosse più nessuno. Si erano distratti parlando e la persona che le aveva sparato era subito corsa via.

-cazzo!- ringhiò Henok capendo anche lui che ormai era sfuggito e raggiunse nuovamente Rebeca -come va? Riesci a muovere il braccio?-

-poco- rispose sinceramente la castana e Henok storse la bocca per niente contento di tutta quella situazione. Ringraziò mentalmente di avere sempre dietro dei fazzoletti di stoffa e ne prese uno legandolo sopra la ferita di Rebeca per frenare la fuoriuscita di sangue.

-non credo che tu riesca a guidare, ti porto a casa mia e curiamo quella ferita- disse così tanto serio che l'unica cosa che Rebeca riuscì a fare fu annuire e seguire Henok fino alla sua macchina. Rimasero in completo silenzio per tutto il viaggio e quando arrivarono a quella che una volta era stata anche la casa che avevano condiviso alla castana venne un leggero groppo in gola ma comunque seguì Henok fino al suo appartamento per poi sedersi sul divano in soggiorno.

-non è cambiata molto- non riuscì a non dire Rebeca osservandosi intorno e notando appunto che la casa era letteralmente rimasta come l'aveva lasciata solo leggermente più disordinata.

-vado a prendere il kit medico- la ignorò apparentemente Henok per andare in bagno e tornare poco dopo proprio con il kit in mano. In completo silenzio Henok le curò la ferita stando attento anche a disinfettarla per bene -fatto- sussurrò dopo averle messo una garza a coprire il tutto.

-grazie ma ho la mia macchina sotto l'ufficio-

-dormi qui stanotte- disse serissimo il castano.

-non dormiva Jonas qui?-

-oh andiamo torna a casa dal suo ragazzo e tu non puoi assolutamente guidare e non mi fido minimamente a lasciarti sola con quel pazzo che ti ha sparato. Se solo non ti avessi presa in tempo tu saresti morta- e a Henok tremò la voce perché l'altezza alla quale era arrivato il proiettile era proprio quella del cuore.

-okay- sussurrò Rebeca per niente intenzionata a litigare con Henok anche perché anche lei aveva chiaramente capito che se non ci fosse stato Henok probabilmente sarebbe morta.

-tu prendi il letto e io il divano-

-Henok...-

-non protestare- Henok si alzò dal divano -vieni- aggiunse facendole strada anche se non c'era minimamente bisogno e Rebeca si trovò a seguirlo fino in camera da letto dove lo vide cercare qualcosa nell'armadio -tieni- e le passò una maglietta a maniche corte vecchia -tanto dormivi sempre con le mie magliette- Rebeca sorrise leggermente al ricordo avvicinandosi poi a Henok per prendere la maglietta. Henok però avendola così vicina non resistette e con il cuore che batteva ancora a mille si sporse per baciarla.

Il segreto del mortoWhere stories live. Discover now