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«Uuuh, Fushiguro!, sei proprio in gamba! E poi, e poi?! Cos'é successo? È scoppiata una rissa?!»

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«Uuuh, Fushiguro!, sei proprio in gamba! E poi, e poi?! Cos'é successo? È scoppiata una rissa?!».
Megumi sospirò. Gli enormi occhi di Itadori non sembravano tradire il benché minimo accenno di stanchezza, nonostante l'ora tarda. «Ma tu non dormi mai?!»
«E dai! Voglio sapere come è andata a finire con il cliente guardone!»
«L'ho portato fuori»
«E?»
«Gli ho tirato un pugno, d'accordo? Uno solo-».
Quasi che fosse pieno giorno, Itadori cacciò un ululato di esaltazione.
«Abbassa la voce! Ti rendi conto o no che sono le tre del mattino?!!».
Lo sguardo di Yuji si colorò di malizia, mentre succhiava avidamente il resto del suo succo alla banana e pera. «Me ne rendo conto eccome, Fushiguro... tu, piuttosto, che hai fatto fino alle due con quella donna?»
«Smettila di chiamarla così, ti ho già detto che si chiama Naori», sibilò infastidito. «E comunque non è successo niente di quello che ti aspetti, perciò- finisci quel cavolo di attentato glicemico e lasciami dormire»
«Dai, non puoi liquidarmi così! Sono rimasto sveglio apposta per sapere tutto subito!».
Rilasciando il respiro, Megumi si sdraiò più comodo e si portò le mani dietro la testa. «Abbiamo- parlato»
«Ah sì? E di cosa? Dei muscoli che hai fatto assaggiare a quel buzzurro?»
«In realtà riguardo a quello mi ha sgridato»
«Cosa- davvero?».
Fushiguro annuì placido. «È contraria alla violenza. Però è comunque molto autorevole», spiegò. «Non era la prima volta che quel tizio veniva segnalato al personale, ma stavolta si è spinto un po' oltre».
Itadori gli ricambiò lo sguardo e restò in ascolto, continuando a suggere la bevanda dalla piccola cannuccia.
«Ha importunato una ragazza che avrà avuto al massimo quattordici anni. Con la scusa di andare ai servizi è entrato nel bagno delle donne e si è messo a- scattarle delle foto da sotto la porta, ecco»
«Ah, ma che schiiifo! E magari quella stava ancora facendo pipì!»
«Itadori, non credo sia quello il- ah, lascia stare», scosse il capo Megumi, inforcando gli occhi sul soffitto.
In effetti, nemmeno lui aveva molto sonno.
Per nulla, anzi.
Dovevano essere stati i chilometri macinati a piedi, avanti e indietro e all'aria aperta. Quella sera le temperature erano state piuttosto rigide, tanto da averlo persino spinto a cederle la sua giacca, verso la fine della serata.
«Ma niente bacio, eh?».
Megumi scosse il capo. «A parte che non saprei nemmeno come fare»
«Dai, stai scherzando sul serio adesso»
«Itadori!, cosa non hai capito del fatto che non mi è mai successo nulla del genere prima?!»
«Ho capito, d'accordo! Ma gli occhi ti funzionano lo stesso... vuoi dirmi che in sedici anni non hai mai visto due persone baciarsi? Nei film gli attori si baciano nove volte su dieci!»
«Se è per questo anche nei libri», rispose Fushiguro, sondando il bianco del soffitto sopra le loro teste. «Però non è che la telecamera o lo scrittore si soffermano troppo su quel che succede nello specifico»
«Uh?»
«Parlo dei baci un po' più seri, Itadori»
«Ah! Intendi quelli con la-». Ridacchiando, cacciò fuori la lingua e se la morse. «In effetti me lo sono sempre chiesto anche io»
«Cosa, dove va' messa?»
«No, come non si finisca col mordersele o masticarsele accidentalmente a vicenda».
Megumi sogghignò: detto da uno che aveva ingoiato un dito di Sukuna sul tetto di una scuola, come dubbio aveva piuttosto senso.
«Sai, Fushiguro», aggiunse poco dopo, gettando il bricco vuoto nel cestino sotto la sua scrivania. «Non chiedermi perché, ma mi ero fatto tutt'altra idea sul tuo conto»
«Sarebbe?»
«Beh, considerando che quando andiamo in giro ci sono sempre un mucchio di ragazze che si girano a guardarti-»
«Questa è una fissa che avete tu e il professor Gojo, io non le ho mai viste»
«Sì, va bene, certo», tagliò corto Itadori. «Però ero sicuro che non fossi neanche più vergine»
«Davvero»
«Giuro! Sarà la tua aria tenebrosa e le ciglia lunghe, ma io e il professor Gojo siamo certi che là fuori ci siano parecchie ragazze che darebbero un dito pur di venire a letto con te».
Megumi lo trovò a dir poco inquietante che quei due parlassero di lui in quei termini.
«Quindi? Quando vi rivedrete?»
«Non lo so, penso domani. O dopodomani»
«Allora è assodato».
Fushiguro lo squadrò senza capire.
«Che vi piacciate, intendo. Le hai guardato le tette per capirlo- dì' la verità!», ridacchiò e Megumi gli lanciò dietro il cuscino.

L'Autunno di FushiguroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora