capitolo tre

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"every time you shine, i'll shine for you"

Non dissi nulla a mia madre di quello che era successo, avrebbe detto che avevo fatto colpo su un giocatore, oppure che era tutta colpa mia, che ero stata troppo sbadata e che dovevo stare più attenta. Mia nonna mi guardò più volte, lo vidi dallo specchietto, ma non disse nulla e gliene fui grata. Non parlavo tanto con mia madre di ragazzi, c'erano due cose che poteva dire: "Ohhh hai fatto colpo eh..." oppure "Anna devo fare un discorso sulle protezioni?". Odiavo quando diceva entrambe le cose, ma quando mi chiedeva l'ultima esplodevo, non ero una ragazzina, avevo 18 anni e sapevo quali erano le mie responsabilità, non serviva ricordarmi che potevo rimanere incinta o che avrei potuto prendere una malattia.
Un giorno mi ha confessato che la mia nascita era stata inaspettata, ero capitata per miracolo. Mia madre aveva già avuto mia sorella 5 anni prima e per il momento non voleva altri figli così inizio a prendere la pillola, ma poi arrivai io, il ginecologo disse che era molto raro che succedesse. Lei fin da piccola mi chiamava miracul, che in friulano significa miracolo. Penso sia per questo che mi ricordava sempre di stare attenta.

Arrivate a casa chiamai mio cugino e gli raccontai tutto, con lui parlavo e scherzavo molto, nonostante avesse solo 9 anni era un po' il mio migliore amico, il fratellino che non ho mai avuto.
"Beh devo ammettere che volevo da tempo la maglia di Samardzic, ma quella di Vlaovich è 100 volte meglio, nonostante sia della juve è sempre uno dei giocatori più forti della serie A, che non mi senta nonna Teresa!" risi molto, una volta Gio invitò a casa un suo amico che si presentò con una maglia della juventus, lei non lo fece entrare. Ora è un po' più permissiva ma il suo disappunto verso quella squadra è sempre molto alto. Io non odiavo nessuna squadra, semplicemente amavo l'udinese e non simpatizzavo per juve e milan, l'inter un po' meno.
"Comunque ti sei superata! Appena torno da Torino me la vengo a prendere grazie" Gio giocava a tennis ed era andato a vedere un torneo a torino dove giocava Sinner il suo idolo.
"Sono contenta che ti vada bene, avevo paura che iniziassi a frignare come il tuo solito..."
"Beh calcolando come sei riuscita a farti dare la maglia, qui sei tu la solita sbadata!"
"Ah è così? Allora non te la darò mai, me la tengo io!" feci finta di essere offesa, ma in realtà stavo morendo dalle risate dentro
"Eii non ho detto nulla di male, lo sai che sei la mia cuginetta preferita giusto?"
"Certo perché Sofia non ti sopporta più, comunque scherzavo, non la voglio io... ora vado a studiare ciao" misi giù e iniziai a studiare filosofia. Tra un mese avrei avuto la maturità ed ero ancora in alto mare, dovevo muovermi.
Studiai tutta la sera e quando mia mamma mi chiamò per andare a magiare mi precipitai giù, avevo una fame da lupi.
"Allora bella partita eh?" mi domandò mio padre.
"Si sì, una vittoria è sempre bella!" la conversazione fini lì per fortuna.
Dopo cena tornai su in camera mia a mettermi il pigiama e iniziai ad ascoltare un po' di musica. Misi Love story di taylor e iniziai a canticchiare mentre finivo di ripassare quando mi arrivò una notifica sul telefono. Che stupita mi ero dimenticata di mettere la full immersion. Ignorai il messaggio e andai a letto.
Quella sera mi rigirai molte volte, non riuscivo a prendere sonno, pensavo a quello che era successo, a quello che mi disse Dusan e a quello che dissi io, cercando altri modi a cui avrei potuto rispondere io. Aveva cercato di essere gentile oppure mi aveva preso in giro? Potevo essere più gentile e riconoscente? Si era offeso per aver perso la scommessa? Mille domande mi frullavano per il cervello e non riuscivo a rispondere a nessuna di loro.
La mattina quando mi svegliai ero stanchissima, avevo dormito poco e ciò non giocava a mio favore, quel giorno avrei avuto una verifica di inglese, non mi serviva studiare per un test del genere, ma quando dormivo poco ci mettevo il triplo di tempo in tutto, anche a pensare. Mi preparai e scesi sotto, dove mia madre mi aveva preparato il latte e le gocciole. Mangiai in silenzio e uscii di casa, diretta verso la fermata, con della buona musica che proveniva dalle mie cuffie. Odiavo prendere la corriera per svariati motivi, una volte avevo persino fatto una lista sulle note del telefono:
-1. arrivava sempre in ritardo, e io odiavo essere in ritardo
-2. erano vecchi e c'erano pochi pulsanti per chiamare la fermata, molte volte era troppo imbarazzante alzarmi per premerlo e quindi scendevo alla fermata successiva
-3. dovevo svegliarmi troppo presto per non perderla
-4. ultima ma la più importante: incontravo gente del mio paesino che odiavo, tanto.
Proprio per l'ultimo punto me se stavo sempre sempre in parte, in silenzio, lontano da tutti i miei vecchi compagni delle medie che per fortuna non frequentavo più. Mi ripetevo mentalmente che sarebbe stato il mio ultimo mese per non provare ribrezzo verso tutte le persone attorno a me. Un mese Anna, un mese e questo supplizio sarà terminato, niente più saluti forzati e sorrisi falsi. Un mese.
Quando salii sulla corriera cambiai canzone e mi accorsi di avere ancora la modalità non disturbare attiva, quindi la tolsi per vedere che messaggi mi erano arrivati. Uno era di mia mamma che mi diceva che avevo dimenticato la borraccia a casa, uno era una foto che mi era stata mandata da mia zia, c'erano mio cugino e Jannie Sinner insieme, sorrisi vedendo gli occhi luccicanti del mio cuginetto. Infine c'era una proveniente da instagram, qualcuno voleva inviarmi un messaggio, strano, avevo un profilo privato e nessuno mi scriveva mai. Quando cliccai e vidi il nome della persona che voleva contattarmi mi bloccai, rabbrividii e rimasi completamente scioccata.
"Dusan Vlaovich vuole inviarti un messaggio"

spazio autrice:
ciaooo, ecco un nuovo capitolo, un po' corto, ma con la scuola e i vari impegni riesco a fare solo capitoli di questa lunghezza. In ogni caso cercherò di scrivere più velocemente possibile!
alla prossima!

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