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È la Vigilia di Natale.

Il sole ha ormai preso il posto della solita nebbia mattutina che pervade la campagna circostante, neanche fosse la Pianura Padana.

Manuel sta preparando la colazione per Viola. Ha deciso di sorprenderla e di portargliela a letto, anche perché è da un po' che non parlano, e visto che oggi la sorella ha deciso di prendersi un giorno di pausa dallo studio, gli sembra il momento giusto per recuperare.

Sul vassoio che sta finendo di ultimare ci sono due caffè, una spremuta d'arancia per Viola, delle fette biscottate con la marmellata di albicocche – sempre per Viola – e due cornetti al cioccolato, portati quella mattina da Giorgio, come regalo di Natale per tutti quelli dello staff.

Quando entra nella stanza che condivide con la sorella, la trova con il computer poggiato sulle gambe, intenta a guardare qualche video su Youtube.

"Arriverenze da tutta la Valle Spaziale", sente, prima che la ragazza si accorga della sua presenza, spenga il computer e lo appoggi vicino a lei sul letto.

"Oggi colazione in camera.", dice Manuel, con un tono di voce un po' più forte, come se volesse sottolineare la grandezza di quello che ha fatto.

Si avvicina al letto e posa il vassoio accanto alla sorella, facendo attenzione a non farlo finire sul computer; poi, si sfila le ciabatte e si siede a gambe incrociate sul lato del letto che occupa quando dorme.

"Tutta questa roba per me?", chiede Viola, guardando tutto il cibo presente.

"No, oh, un caffè e un cornetto so' miei.", risponde il fratello, appropriandosi di uno dei dolci e addentandolo, provocando la caduta di decine di pezzi di sfoglia sul letto.

"A che devo tutto questo?"

"Boh, è un botto che non parliamo noi due da soli.", confessa Manuel, abbassando la testa. Si sente sempre a disagio quando deve mostrare di aver bisogno dell'affetto della sorella.

"Beh, mica è colpa mia, eh", risponde Viola, con un pizzico di malizia nella voce.

Manuel la guarda confuso, facendo finta di non capire a cosa la ragazza si stia riferendo.

Viola prende un sorso dal bicchiere con la spremuta, poi riprende a parlare.

"Prima mi portavi in camera verso le 10 e mezza la sera, e poi rimanevi nel letto con me e parlavamo fino ad addormentarci."

Manuel alza gli occhi al cielo.

"Che paroloni... Prima", dice, agitando in aria l'ultimo pezzo del cornetto. "Stiamo a parla' de 'na settimana fa, eh."

"E ti sembra poco? Un giorno porti Simone Balestra all'alba non so dove, e la sera stessa vengo snobbata.", sottolinea Viola, con un tono fintamente offeso. "E poi tutte le sere a seguire."

Il viso di Manuel inizia a diventare dello stesso colore delle lenzuola del letto: rosso corallo, il preferito di Viola.

La ragazza si diverte a vedere il fratello in difficoltà, e non vuole di certo farlo smettere.

"Da quanto tempo non facevi mezzanotte, eh? C'hai delle occhiaie che neanche quando abbiamo fatto la maturità avevi."

Manuel cerca di fare una smorfia, ma non può dire niente per contraddire la sorella. Dopo quella mattinata in cui Simone gli aveva raccontato dell'incidente del fratello, avevano passato ogni serata insieme, sul salotto di fronte al camino nella sala da pranzo grande, quella che, di solito, usava poco, ma che negli ultimi giorni era diventata il centro di quella casa.

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