Viver di falene,
miraggi,
sapori d'estate, slanci,
speme e immagini
Ti rialzi per errare
Nolente riassaporeresti
Il frutto della vita
Che scorre imperituro
Gli occhi che ti fissano
Incuriositi accetteresti
Nello scrutarli vedi
Mondi forse inesplorabili
Vissi i primi momenti d'apocalisse
Come infante mal avvezzo
a percorrere lunghe distanze
Il tempo m'insegnò a ritornar
Sugli antichi sentier battuti
Dal fanciullo rivisitato e rimembrato
Che visse e fu obliato,
martoriato Umiliato,
accantonato riemerse incompreso
per ritornar furente a reclamar,
in maturità di vita
Il suo posto nell'altare d'esistenza.
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