☆ 11☆Fuga☆

70 2 2
                                    

"Aspiro alle stelle
Che non posso raggiungere".

Vincent van gogh"

☆Cataleya☆

Apro gli occhi e non sono nella mia stanza, una stanza che non è la mia, mi ricordai che sono a casa di "ethan". Mi alzai dal letto, apri le tende oggi c'era una bella giornata essendo luglio, così andai nel bagno e mi feci una doccia mi lavai accuratamente I capelli e passai al corpo, usci dalla doccia con un asciugamano sul mio corpo, entrai nel armadio a muro, prendendo del intimo di pizzo bianco, e un pantaloncino nero con un top militare. Non mi resi conto di essere osservata quando spostai lo sguardo sul vetro del armadio il riflesso di ethan ".

Ovviamente ero diventata rossa come un pomodoro.

"Esci sporco maiale".

Era appoggiato allo stipide della porta e si leccava le labbra, si avvicino come un leone con la sua preda, ma lo spazio era molto mio sfavore, ero accaldata il mio stomaco si contorceva da spasmi".
Si avvicina al mio viso ed inizia ad accarezzarmi il viso, piano piano scendeva sulle mie spalle era un tocco ruvido, i suoi occhi pieni di lussuria, mi tolse l'asciugamano e inizio a toccare l'incavo del mio seno sussultai al suo tocco

Scese sempre di piu verso la mia intimita ".

"Basta ethan vattene".

Mi prese la mano e la mise sulla sua tuta.

"Lo senti pocahontas questo è l'effetto che tu mi fai ".

"Lasciami ethan ti prego ".

Ogni volta che un uomo mi toccava, mi venivano in mente frammenti del mio passato, quando mio padre mi violentava.

Non potevo, trattenni tutte le lacrime possibili. Mi lascio incazzato , tiro un pugno al muro ed usci dalla mia stanza".
Calde lacrime scendevano sul mio viso odiavo l'effetto che faceva su di me, volevo andare via, volevo essere solo libera.
Dopo essermi ripresa usci dalla mia stanza, quando vidi un bambino doveva avere 4 anni, aveva gli occhi celesti e un biondo cenere, le guance paffute notai una certa somiglianza con ethan, forse era il suo fratellino.

"Ciao".

"Ciao piccolo".

"E tu chi saresti ?

"Mi chiamo cataleya mi abbassai al suo visino e tu come ti chiami ?"

"Kyle".

"Oh ma che bel nome ".

"Tu sei una principessa ?"

"No tesoro non sono una principessa".

"Oh peccato".

Ma per te posso esserlo, mi fece un sorriso io adoravo i bambini, ne avrei voluto sempre uno, volevo essere una mamma come lo era la mia.

"Mi prese per la mano, e scendemmo le scale".

"Cate sai fare i pancake?"

Sorrisi, come potevo dirgli di no".

"Certo te li faro come me li faceva la mia mamma ".

Quando arrivai non c'era nemmeno l'ombra di thalia, pensai che avrà il giorno libero.

Presi kyle in braccio e lo misi sul bancone.
Apri uno sportello sotto indicazione di kyle
Così presi una ciotola per l'impasto e lo versai dentro alla ciotola, iniziammo a girare l'impasto, rideva tantissimo. Era una di quelle risate contagiose presi una padella e ci misi un po di composto, poi lo farci con la nutella glie lo diedi, poi gli versai del latte.

Diamante Grezzo《MAFIA ROMANCE》Where stories live. Discover now