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- ̥۪͙۪˚┊❛ chapter one ❜┊˚ ̥۪͙۪◌𝙘𝙤𝙥𝙥𝙖 𝙙𝙚𝙡 𝙢𝙤𝙣𝙙𝙤 𝙚 𝙩𝙖𝙣𝙩𝙚 𝙨𝙤𝙧𝙥𝙧𝙚𝙨𝙚

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- ̥۪͙۪˚┊❛ chapter one ❜┊˚ ̥۪͙۪◌
𝙘𝙤𝙥𝙥𝙖 𝙙𝙚𝙡 𝙢𝙤𝙣𝙙𝙤 𝙚 𝙩𝙖𝙣𝙩𝙚 𝙨𝙤𝙧𝙥𝙧𝙚𝙨𝙚

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𝐃𝐀𝐏𝐇𝐍𝐄

Suonare il pianoforte era una di quelle abilità che avevo ma di cui non parlavo mai. Non ricordavo nemmeno il momento in cui avevo imparato: semplicemente sapevo farlo. Mi era stato insegnato da qualche famiglia ospitante, per suonarlo quando si annoiavano o per tenere compagnia quando avevano ospiti.

Ed ecco che mi trovavo seduta di fronte a quello strumento, a far scorrere le dita sui tasti bianchi e neri mentre i signori Forester si godevano una cena con dei loro amici.

Mi sentivo abbastanza una schiava, ma non potevo farci più di tanto.

Non avevo passato l'intera estate con loro, durante giugno ero rimasta con un'altra famiglia che, però, doveva partire per delle vacanze e mi aveva mandata via. Beh, meglio per me.

L'unica cosa che mi tirava su di morale era che l'estate stava finalmente finendo e io sarei potuta tornare a Hogwarts e stare lontana da tutti quegli odiosi babbani (continuavo ad essere convinta che il Ministero mi affidasse ai peggiori apposta, solo che non avevo prove).

In quei tre mesi avevo ricevuto un sacco di lettere: da Harry, Hermione e Ron, qualcuna da Remus che spesso mi mandava delle foto vecchie di mia madre, da Sirius con dei nomi in codice.

Non me la stavo passando troppo male.

«Dorothy, potresti portare il dolce?» mi domandò la signora Forester.

Serrai le labbra, interrompendo la melodia del pianoforte.

Ecco un fatto: la signora non riusciva a ricordare come mi chiamavo e ormai il marito si era arreso nel tentare di correggerla.

«Ora faccio pure da sguattera» sbuffai, alzandomi.

«Come, prego?» sorrise la donna.

«Arriva subito, signora Forester» risposi.

Mi spostai in cucina e aprii il frigorifero, tirandone fuori la torta alla panna che aveva preparato la donna quel pomeriggio stesso. Sarei stata capace di mangiarmela tutta il, ma avrei passato dei guai e non ne ero in vena.

Portai il vassoio nella sala da pranzo, lasciandolo in mezzo al tavolo e sparendo senza dire una parola.

«E non ce la tagli, Dorothy?» chiese la signora che era ospite.

𝐃𝐄𝐀𝐑 𝐃𝐈𝐀𝐑𝐘,    harry potter Where stories live. Discover now