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Mi trovo in piedi di fronte a lui, il mio cuore batte così forte che temo possa sentire il suono. Sanzu mi guarda con quegli occhi profondi, intensi, che sembrano scrutare dentro di me, come se volesse leggere ogni mio pensiero. Le sue labbra sono così vicine alle mie che posso sentire il calore del suo respiro. È come se il tempo si fosse fermato, come se tutto intorno a noi si fosse dissolto

Il desiderio di baciarlo era così forte da diventare quasi un palpabile peso tra di noi, ma allo stesso tempo c'era una tensione nell'aria, una sorta di incertezza su chi avrebbe mosso il primo passo. Di fatto, non ci eravamo ancora mai baciati dopo giorni e giorni dal matrimonio

Mentre ci stavamo avvicinando lentamente, quasi in un trance reciproco, il suono improvviso e stridente del telefono di Sanzu riporta entrambi alla realtà. Era come se un raggio di luce improvviso avesse squarciato la penombra, portando con sé una realtà indesiderata. Con un sospiro, ci allontanammo l'uno dall'altro, con il peso del desiderio rimasto sospeso nell'aria intorno a noi

Il telefono continuava a squillare, riempendo il silenzio che era caduto come un pesante velo sulla stanza. La tensione che prima aveva elettrizzato l'aria si trasformò in una sorta di amaro sarcasmo, mentre ci guardavamo l'un l'altro con una miscela di rabbia e ironia. Era come se il destino stesso si fosse divertito a giocare con le nostre emozioni, concedendoci un assaggio di felicità solo per strapparcelo via nel momento più cruciale. Poi, mi ricordo di come è davvero Haruchiyo, dove un minimo di intimità eguaglia a del sesso, e mi sento un po' più felice che il telefono abbia squillato

Mentre Sanzu si affrettava a rispondere, io restavo lì, con il cuore pesante, chiedendomi se avremmo mai potuto ritrovare quel momento di intimità che non riportasse nella sua mente solo un'ora o due di sesso

Sanzu afferrò il telefono con un'espressione di frustrazione evidente sul volto, quasi come se volesse scagliarlo via con la forza della sua stessa ira. Il suono fastidioso continuava a riempire la stanza, e anche io iniziavo a stancarmi della monotona suoneria. Il suo sguardo incontrò il mio per un nanosecondo, e per un attimo posso giurare di aver letto la delusione e l'amarezza nei suoi occhi vispi

"Cosa c'è?" domanda. Con un sospiro profondo, Sanzu risponde al telefono, con la voce carica di impazienza e irritazione. Le sue spalle si irrigidirono leggermente mentre ascoltava ciò che l'altra persona stava dicendo dall'altro capo della linea. Non c'era nessuna traccia della dolcezza o della complicità che aveva brillato nei suoi occhi prima che il telefono avesse squillato, solo una freddezza che sembrava respingere ogni tentativo di avvicinamento
"Cazzo Ran, gliel'ho appena chiesto!" sbraita il rosa contro l'altro lato della linea. Faccio un attimo mentre locale e ricollego il nome al modo in cui Sanzu lo insulta, e velocemente capisco che si riferisce al maggiore dei fratelli Haitani
"Ucciditi. Ciao" dice infine, con voce tagliente, prima di chiudere bruscamente la chiamata e lanciare il telefono con rabbia sul divano vicino

Con un gesto d'impotenza, Sanzu si passò una mano tra i capelli, cercando di riportare un po' di calma nella tempesta delle emozioni che ci avvolgeva. Ma era evidente che il danno era stato fatto, e non c'era modo di tornare indietro nel tempo per tornare al momento di poco fa. Mentre Sanzu si sforzava di riportare un po' di normalità alla situazione con il suo solito fumare, il mio sguardo si posa su di lui con una miscela di emozioni contrastanti. C'era un senso di sollievo nel fatto che il momento del bacio non fosse avvenuto, mescolato a un certo dispiacere per la brusca interruzione. I miei occhi riflettevano il mio fastidio interiore, oscillando tra il riconoscimento del fatto che forse non era ancora il momento giusto per noi e la consapevolezza che il desiderio era ancora lì, bruciando sotto la mia e forse la sua di pelle. Il mio respiro era irregolare, mentre cercavo di elaborare le sensazioni contrastanti che mi attraversavano

"Quindi, sei dentro?" chiede sedendosi nuovamente sul divano. Con uno sguardo fugace nella mia direzione, cercò di mascherare il turbamento che si dipingeva sul suo volto. Le sue mani tremavano leggermente, tradendo la sua ansia interiore, mentre si sforzava di mantenere l'apparenza di calma e compostezza, per quanto il suo carattere sia l'opposto. Era come se volesse costruire un muro intorno a sé, isolandosi dal momento scomodo che avevamo appena vissuto

Nonostante i suoi sforzi, la nostra connessione non poteva essere così facilmente eliminata. Anche se cercava di distogliere l'attenzione, il legame che ci univa era ancora lì, palpabile e intenso. Dannazione, odio essere ridotta così per una cosa del genere

"Non credo di avere altra scelta onestamente" affermo alzando le spalle. Come Sanzu, mi agganciai a qualcosa da dire o fare, come prendendo un libro o sistemando disordinatamente qualche oggetto sul tavolino in vetro. Ogni gesto, ogni movimento, era calcolato per distrarre la mia mente dalla tensione

Cercavo di nascondere il mio turbamento dietro un velo di normalità, come se quel momento di intimità interrotto non avesse avuto alcuna importanza. I miei occhi, però, tradivano la mia disperata ricerca di tranquillità, riflettendo l'agitazione ancora dentro me. Ma nel profondo del mio cuore, sapevo che quel momento sarebbe rimasto impresso nella profondità della mia memoria per ancora molto tempo

Dopo aver cercato di ignorare la tensione che pendeva nell'aria, ci scambiammo un'ultima occhiata prima di uscire da casa, un misto di nostalgia e dispiacere per il momento interrotto. Con un sospiro pesante, ci incamminammo tramite l'auto verso l'hotel, mentre il silenzio che ci avvolgeva stava diventando sempre più opprimente con ogni chilometro che ci separava dalla nostra meta. Il viaggio verso l'hotel sembrava durare un'eternità, le parole che 'normalmente', per modo di dire, avremmo scambiato erano sospese nell'aria come se fossero state imprigionate dalla tensione che ci aveva avvolto. La distanza tra noi sembrava improvvisamente enorme: anche se eravamo fisicamente vicini, i nostri pensieri erano lontani

Arrivati ​​all'hotel, il silenzio che ci aveva accompagnato durante il viaggio sembrò persistere, avvolgendo la nostra stanza in un'atmosfera pesante. Non c'era bisogno di parole per capire che entrambi ci sentivamo a disagio. Chi l'avrebbe mai detto, Sanzu imbarazzato! non credevo che lo avrei mai visto

L'imbarazzo che ci avvolse per il resto della giornata fu come un'ombra che ci seguì ovunque andassimo, rendendo ogni gesto, ogni parola, una sfida per noi stessi. Tra poche ore ci saremmo trasferiti nella nuova casa, e già tutte le valigie erano state preparate da chissà chi durante la nostra assenza

Come sarebbe stato vivere insieme? Se solo a vivere in hotel per alcuni giorni c'erano stati problemi non immagino nel vivere in una casa per settimane e mesi, se non addirittura anni se non uccidono prima uno dei due o entrambi. Ogni volta che ci saremmo trovati a condividere lo stesso spazio, avrei sentito il peso del momento interrotto e della tensione

Il timore di incrociare lo sguardo di Sanzu e di ritrovare quella stessa complicità spezzata si sarebbe trasformato in un'ombra costante che avrebbe oscurato la nostra convivenza. Ogni sorriso forzato, ogni conversazione imbarazzata, avrebbe alimentato il senso di disagio. Se prima eravamo fottuti, ora siamo direttamente già sotto terra in tenuta elegante e soprattutto freddi

𝐅𝐀𝐊𝐄 𝐌𝐀𝐑𝐑𝐈𝐀𝐆𝐄 | 𝖲𝖺𝗇𝗓𝗎 𝖧𝖺𝗋𝗎𝖼𝗁𝗂𝗒𝗈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora