Rotture e unioni 11

12 0 0
                                    

Il nuovo progetto di lavoro andava avanti con determinazione ed entusiasmo, c'erano mille cose da fare e da organizzare. Il padre aveva palesato il desiderio di riprendere i soldi investiti nell'impresa a nome del figlio per investirlo nel nuovo progetto, questa volta  a nome proprio. L'uomo era sicuro del fatto che avrebbe vinto la causa perché come da contratto, lui doveva pagare un affitto mensile ma dall'altra parte i locatori dovevano rendere all'investitore il capitale iniziale  che aveva di fatto migliorato di non poco lo stato dell'immobile. Quando loro, in un secondo momento si erano rifiutati di rendergli il dovuto, il padre di Odile smise di pagare l'affitto e su questi presupposti loro imbastirono una causa legale. Erano sicuri che avrebbero avuto la meglio, riottenendo il locale  senza rendere niente indietro. Quando Giacomo capì l'intenzione del padre iniziò una guerra interna alla famiglia, si rese vittima della situazione, lui povero cristo che doveva affrontare un processo per colpa di un padre ignobile che lo aveva messo nei guai. La guerra era aperta e le discussioni continue con alzate di voce sempre più frequenti. Pranzi e cene da autoinvitati dove lui e sua moglie facevano da ospiti con lei  che non ne voleva sapere di alzare un dito. Un giorno quando il padre non c'era e la madre era già piena di pressioni, fra i problemi creati da lui,  i litigi con il marito sempre per colpa sua e la vita stravagante che facevano  non ce la fece più e con una battuta infelice di disappunto, su questo loro modo di comportarsi, fece montare una furia cieca e folle nel figlio. Gli occhi di Giacomo, già spenti da tempo, era come se guardassero nel vuoto, e con l'anima che sembrava assente afferrò un coltello puntandolo alla gola della donna. Odile che era presente, rimase immobile in un angolo della cucina e non accennava a muoversi perché aveva paura di innescare un ulteriore miccia, la moglie urlò il suo nome, anche lei spaventata  riuscì però a dire "lasciala!" , la madre di Odile rimase impietrita ma continuava a guardarlo con aria di sfida, era stanca di lui, sopportava tutto per il nuovo figlio in arrivo, per la situazione, per la vergogna nei confronti della gente, per tutte quelle scuse  che vi possono venire in mente e che non sono certamente dei  validi motivi.

Una volta lasciata la presa sul coltello, l'uomo vigliaccamente disse "andiamo" convinto di aver messo i puntini sulle i e di aver chiarito a tutti quale fosse il loro posto.  Poi si allontanò con la moglie. La madre guardò la figlia con sgomento, sapeva che non sarebbe stato facile adesso far finta di niente.

-"Lo dirai a papà?"

-"adesso non lo so "

-Glielo devi dire"

ma la madre era troppo sconvolta, tremava e poi disse "ti rendi conto di quello che ha fatto?"

Odile aveva chiaro solo una cosa, quel fratello che durante l'adolescenza aveva anche difeso per complicità fraterna ora le appariva come un estraneo, un intruso dentro il suo corpo. Avrebbe voluto non vederlo mai più.

Le discussioni continuarono, la madre raccontò una versione più soft al marito, per paura, non si sa di che cosa. Odile non era sicura che se lo sarebbe tenuto per se. Stare a casa, quando arrivava il duo dei siamesi era dura, sempre i soliti discorsi dove il fratello cercava di far fare a suo padre quello che voleva, si era messo in testa di recuperare i soldi di famiglia, farli propri e scapparsene nel paese della moglie a fare la bella vita. Dopotutto l'attività era a nome suo e poteva farlo.

In quel periodo Odile stava rimettendo i conti del vivaio a posto, il progetto del garden andava avanti con i  tempi tecnici dovuti naturalmente, ma tutto andava bene, continuava a vedere Giulio, avevano anche cominciato a fare dei progetti insieme. Non volevano essere eterni fidanzati, si erano scelti per la vita. Partirono per le vacanze insieme quell'anno, quindici giorni al mare, non avevano ancora reso ufficiale la cosa e Odile disse alla madre che sarebbe andata al mare con un amica mentre invece andava con Giulio. Non voleva domande, non voleva rendere conto. Arrivarono in villeggiatura allegri, liberi e pieni di voglia di stare tanto tempo insieme. Il viaggio in macchina durò qualche ora e loro ne approfittarono per continuare la loro conoscenza. Scoprirono di assomigliarsi molto e soprattutto di avere gli stessi desideri. Appena arrivati in albergo erano talmente stanchi che si buttarono sul letto ma la stanchezza passò quando si guardarono negli occhi e si accorsero che erano soli, così cominciarono a spogliarsi , finalmente erano soli, senza altro a cui pensare se non a fare quello che avevano voglia di fare da tempo. Giulio sfogò una passione travolgente che travolse  Odile. Fu trascinata dentro il suo mondo nascosto, poi la doccia insieme e ancora un'altra volta i due corpi si unirono, non volevano proprio saperne di staccarsi come se l'incastro perfetto avesse creato un intero altrettanto perfetto. Era la loro mente limpida  a tenerli uniti con quella cosa in più che ti può far rimanere insieme davvero tutta la vita. Fu una vacanza meravigliosa dove parlarono tanto e completarono la conoscenza reciproca anche perché erano sinceri l'una con l'altro e viceversa.

KARMA DI FAMIGLIAМесто, где живут истории. Откройте их для себя