Mi presento, con estremo piacere

44 5 17
                                    

Lasciali dire che al mondo
Quelli come te perderanno sempre
Perchè hai già vinto, lo giuro
E non ti possono fare più niente
Passa ogni tanto la mano
Su un viso di donna, passaci le dita
Nessun regno è più grande
Di questa piccola cosa che è la vita
E la vita è così forte
Che attraversa i muri per farsi vedere
La vita è così vera
Che sembra impossibile doverla lasciare
La vita è così grande
Che quando sarai sul punto di morire
Pianterai un ulivo
Convinto ancora di vederlo fiorire.

Roberto Vecchioni - Sogna ragazzo, sogna.



Nessuno mi interpella mai. Se avviene è perché vi scappa un'imprecazione, ma non mi ritengo una bazzecola io! Sono l'essere più ricco del mondo.

Di cosa?

Delle vostre vite, naturalmente.

Perdonate, ho saltato i convenevoli. Sono la Morte. Quella Morte. La fine, il sipario, l'oscurità, la falce, il ticchettio finale, il verdetto. Non sono una metafora, una personificazione, un archetipo letterario, un'allucinazione, una figura retorica.

Sono la Morte.

Cruda e aspra.

La Morte.

Mi temete, lo so che mi temete. Tutti mi temono. Io, padrona dell'uomo più di quanto lui sia padrone della sua vita. Attraverso di me la vita muore per vivere ancora e rifiorire magnifica. Al mio cospetto non contano titoli, denaro, celebrità.

Vi falcidio tutti, indistintamente.

A chi non gli si caglia il latte alle ginocchia a sentire pronunciare il mio nome?

A chi m'ama e mi chiama sorella.

E chi mai sarebbe così stolto da amarmi? Nessuno ama la fine.

Un uomo ci è riuscito, secoli fa. Un uomo che ha perso sul piano mortale, ma vinto su quello divino. Che soddisfazione potervelo raccontare! Nessuno si preoccupa mai della mia opinione. Eppure il mio punto di vista è il più duraturo e particolareggiato della Storia! Non immaginate quante ne avrei da dire...

Ma rimandiamolo a un'altra volta.

Serpeggiate con me nei vicoli tortuosi del paesino d'Assisi, in un pomeriggio ventoso agli sgoccioli di settembre. Ci districhiamo tra la calca, il macello del mercato, sinuosamente giungiamo innanzi all'abitazione del mercante più benestante della città. Pietro di Bernardone. Ma il padrone di casa non c'è. È in viaggio d'affari, in Francia, a contrattare e bisticciare ai banchi della Provenza, di Lione, di Champagne.

Ha affidato la custodia della magione e della bottega alla sua signora, Madonna Pica dei Bourlemont, d'ascendenza francese, di esotica e sopraffina avvenenza d'oltralpe, ma gravida del loro primo figlio, dopo anni di matrimonio sterile...

L'ultima sorellaWhere stories live. Discover now