Fammi un'altra domanda che non riesco a parlare

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TW FA SCHIFISSIMO DOMANI SISTEMO
22 Novembre 2023

Simone è in ansia.

Deve incontrarsi con Manuel - o meglio, S deve incontrarsi con Manuel - in un'ora. Quell'incontro potrebbe cambiare la sua vita completamente in meglio o in peggio, ed è già in ritardo.
E come se non bastasse, Jacopo ha preso il motorino.

Si maledice per non aver spiegato a suo fratello tutta la storia di Manuel - troppo complicato srotolare quel gomitolo di bugie, e anche abbastanza inutile - perché se lo avesse fatto avrebbe potuto dirgli perché gli serviva il motorino e sicuramente Jacopo glielo avrebbe lasciato.
Ma non lo ha fatto, e quindi suo fratello lo ha preso per vedersi con Chicca.

Quindi Simone è in ansia, si sente morire, a fatica si regge in piedi, è in ritardo e deve pure prendere l'autobus.
Si prospetta una meravigliosa giornata.

*

Manuel sente i palmi che gli sudano e il cuore battere all'impazzata.

Sa di non poter fare una brutta figura con S. - si tratta comunque di una persona che gli ha mentito per mesi - ma spera francamente che anche lui sia in ritardo.
Lui. Fa molto strano dirlo e pensarlo.

In più, come se la situazione non fosse già abbastanza complicata di suo, sua madre quel giorno ha deciso di andare al lavoro in moto. Non lo fa mai, davvero. Ma ha deciso di farlo nell'unico giorno in cui la moto gli avrebbe davvero fatto comodo.
Non le ha detto nulla di S: avrebbe iniziato a blaterare dei rischi di parlare con sconosciuti su internet senza freno. Non ne valeva la pena.

Perciò, sfiga delle sfighe, gli tocca prendere l'autobus.

Spera davvero che S sia in ritardo quanto lui.

*

Simone riesce a prendere il bus per miracolo. Quando sale ha il fiatone e non ha il biglietto. Prega di non beccare un controllore perché gli manca solo questo.
Lentamente e riprendendo fiato si fa strada nel corridoio del bus, dirigendosi verso i posti in fondo.
E lì si blocca.

L'universo deve divertirsi proprio a prendersi gioco di lui. Lo pensa da un po' ma oggi ne ha la conferma.
Perché seduto un po' storto sul sedile accanto a lui c'è proprio Manuel Ferro.
Un Manuel Ferro che lo guarda stupito, ma anche come se sapesse tutto quanto da tempo.

"Ci incontriamo spesso, io e te." dice Manuel, e Simone riesce solo ad annuire prima di prendere posto nel posto dell'altra parte del corridoio.
Ma Manuel forse ha capito, o forse lo ha fatto solo inconsciamente. E non lo lascia andare.
"Dove vai?" gli chiede.

E Simone vorrebbe davvero dirgli tutto in quel momento, dirgli che S. è lui e che per quanto a lui possa sembrare assurdo e sbagliato è fatto così e non se ne vuole vergognare più.
Ma sono su un autobus pieno di gente, e più che della reazione di Manuel Simone ha paura di quella degli sconosciuti. Perciò risponde laconico: "Stazione."

Manuel sembra quasi deluso a quelle parole, come se la parte di lui che ha capito non volesse arrendersi.
"Ah, io a Villa Borghese. Bel posto." commenta.

Simone non sa cosa fare: potrebbe fare finta di nulla, scendere davvero in stazione. Manuel si sentirebbe ancora preso per il culo, ma poi si dimenticherebbe di quella storia.

Ma non vuole che Manuel si dimentichi di quella storia, sinceramente. Vuole parlargli con il cuore in mano, spiegarsi e rivelarsi anche a costo di farsi odiare per tutta la vita. É stufo di nascondersi: vuole essere se stesso al cento per cento.

Perciò, cerca un modo di dire a Manuel che S è lui senza dirglielo. E lo trova, ironicamente, in una delle loro prime conversazioni. Quella che ha iniziato tutto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 03 ⏰

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Non succede quasi mai, a due come noi | raccolta SOC MED AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora