17 ~Illusione~

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Ero rimasta per almeno un'ora lì al bancone con Husk, bevendo birra a più non posso. Io sapevo reggere l'alcool, lui un po' meno. Andai sul divano dopo quando Husker si mise a dormire.

<MANCA POCO! MANCA POCO!> Charlie si mise ad urlare e saltare per tutta la stanza. <Charlie, calmati> dissi io, avvicinandomi alla bionda e fermandola per le spalle. <Manca poco a cosa> chiesi poi.

<Ma come a cosa? AL BALLO CRETINA> la ragazza strillò nel mio orecchio, rimproverandomi. Quasi persi l'uso dell'udito per colpa della sua voce acuta.

Vidi l'orario sul telefono, le diciannove e quarantacinque. Orario perfetto per andare da Valentino. Andai in camera lasciando la principessa ai suoi scleri e mi cambiai, mi misi le scarpe e mi teletrasportai fuori la grande porta dello studio.

Un senso di brivido mi percorse la spina dorsale, poi mi feci coraggio ed entrai. Vidi Val urlare contro le sue star, ormai nude e accartocciate in posizioni strane.

La falena smise di rimproverare gli uomini e diede tutta la sua attenzione a me. <TU! BRUTTA PUTTANA! DOVEVI ESSERE NEL MIO STUDIO PIÙ DI DUE ORE FA!> Valentino riprese ad urlare, mentre si dirigeva con passo spedito verso di me.

<Lo so, Val, ma mi stavo esercitando. Sai, volevo arrivare sul campo già preparata> dissi con voce maliziosa, sperando che lui ci cascasse. I suoi occhi ricaddero sulla mia scollatura, dove mi si intravedeva il seno.

Si passò la lingua sulle labbra senza staccare lo sguardo su di me. <Beh, cara piccola Malìa, avresti potuto far pratica con me> il suo tono era seducente, ma a me faceva venire il vomito al solo pensiero di essere nello stesso letto con lui.

<Potresti farmi vedere quello che hai imparato> mi indicò un camerino poco lontano. Con poca voglia iniziai a seguirlo senza parlare, dovevo far andare a gonfie vele il mio piano.

Entrammo nella stanza, chiuse con forza la porta, poi mi imprigionò tra lui e il suo corpo. Il disgusto si fece spazio nel mio corpo, era troppo vicino per i miei gusti. E, convinta mi stesse per baciare, mi tirò uno schiaffo, poi mi strattonò dai capelli.

<Brutta troia, ti sembro un'idiota? Adesso avrai una punizione puttana> prese una frusta, si avvicinò a me lentamente, sbattendo l'oggetto ripetutamente sulla mano. Prima che potesse colpirmi mi teletrasportai dietro di lui, lo presi dalla giacca e lo sbattei a terra.

Mi misi su di lui e strinsi il suo collo in una mano, iniziai a spingere verso il basso, facendogli mancare l'aria. <Liberami> ordinai, continuando a fare pressione.

Lui non rispose, sorrise, poi mi prese e ribaltò la situazione, ora ero io che mi trovavo sotto di lui. Mi diede uno schiaffo, poi un'altro, e un'altro ancora. La faccia mi bruciava, mi teletraspoirtai nuovamente dietro di lui, mi trovai sopra la sua schiena.

Gli diedi un pugno, poi lo girai verso di me, stavo iniziando ad incazzarmi veramente. I miei occhi si fecero rossi, nei suoi vidi l'indifferenza, fino a quando non gli sferrai una ginocchiata sullo stomaco.

Lo alzai e lo sbattei sul muro, tirai fuori dalla tasca una pistola, quella usata per gli overlord. Puntai alla sua tempia, mentre dalle mie iridi uscivano le fiamme. <Ho detto liberami> replicai convinta. Lui non mi diede retta, così con la parte inferiore dell'arma gli diedi un colpo, per poi riprenderlo dalla giacca.

<Sei sordo cazzo!> i suoi occhi si fecero strani, di un giallo ocra. Con un movimento della mano fece apparire una lista e, senza staccarmi gli occhi di dosso, rimosse il mio nome dal lungo pezzo di carta. Sospirai di sollievo, lo lasciai andare e rapida aprì un varco, portante nella camera di Angel.

***

<TU CHE COSA?> gli avevo appena raccontato l'accaduto, come al solito rimase scioccato. <Cioè, tu hai venduto la tua anima a Valentino, solo per liberare me. Poi ti sei presentata nel suo studio e con quattro cazzotti ti ha ridato indietro la libertà?> <Esatto, e il piano non era nemmeno quello>.

<AVEVI ANCHE UN PIANO?> Angel urlò nel mio orecchio <NON URLARE CAZZO, MI FAI DIVENTARE SORDA!> urlai a mia volta. <Si, avevo un piano. Pensavo che la lista fosse materiale, quindi avevo in mente di sedurlo, farlo ubriacare e poi prendere la lista, così da cancellare il mio nome>.

<Malìa, io ti voglio bene, ma questa volta il tuo piano è stato proprio una stronzata> il ragno aveva ragione, chi mai avrebbe escogitato questo folle e sicuramente inutile piano?

Sentimmo la porta aprirsi, e dietro di essa si trovava la figura alta e slanciata di Alastor, che ci fissava. <Charlie ci vuole tutti di sotto, deve parlarci del ballo> Oh che palle, questo cazzo di ballo inutile.

Era solo una stupida festa, non era poi così tanto importante. Io ed Angel annuimmo, poi ci alzammo dal letto e scendemmo insieme al cervo. La bionda ci aspettava impaziente, accanto si trovava suo padre, Lucifero.

Cazzo il piano! Dovevo parlare con Lucifero, non potevo uccidere Alastor senza motivo, ormai tutto mi era stato spiegato. Eppure non riuscivo a provare quella minima briciola di affetto che provavo per lui. Piccola bugiarda.

Ci sedemmo sui divanetti presenti in salone, <Bene come tutti sapete, il ballo si terrà domani> Aspetta, cosa? Domani? CAZZO! Il ballo era il giorno seguente e io non me lo ero ricordata.

<Lucifero, potresti venire un attimo con me per piacere? Avrei da parlarti> guardai l'uomo, visibilmente confuso, poi annuì. Andammo in cucina, affinché nessuno ci sentisse.

<Ho cambiato idea, non voglio far saltare la testa ad Alastor> lo sguardo del Diavolo si spense, non vedeva l'ora di staccare il capo dal suo collo. <Che peccato, Malìa, volevo proprio divertirmi con lui> <Mi dispiace comunicarti che dovrai farlo con qualcun altro>.

Finì di parlare e mi diressi in salotto, lasciandolo da solo nella stanza. Mi rimisi seduta accanto ad Alastor, che mi lanciava occhiate indifferenti.

***

Charlie aveva finalmente smesso di parlare del ballo. Ci lasciò andare ognuno nella propria camera, feci per entrare nella mia, ma qualcosa mi bloccò il polso. Mi girai e vidi Alastor. <Che vuoi> dissi, sempre con quel punto di amarezza, infondo mi aveva uccisa.

Capì subito della sciocchezza che fece, così mi lasciò, si schiarì la voce. <Chissà perché Angel è stato liberato con così tanta facilità da Valentino> si chiese ad alta voce. Deglutì rumorosamente, tant'è che se ne accorse.

<Tu non centri nulla, vero mia cara?> mi chiese, ad un palmo dal mio volto. <O-Ovvio, perché mai d-dovrei centrare i-in questa s-storia> balbettai. Con lui mi trovavo sempre in difficoltà, mi ripresi subito.

Strinsi le spalle e alzai il mento, in segno di sicurezza. Lui mi diede un'ultima occhiata, poi si girò e mi diede le spalle e si diresse nella sua stanza. Io entrai nella mia e, senza nemmeno togliermi le scarpe, mi buttai sul letto a peso morto, lasciandomi trasportare nel mondo dei sogni.

Angoletto Autrice
Ciao lettori! Lo so vi ho fatto aspettare più de previsto, alcuni mi hanno scritto addirittura su tik tok. Sono felice che la storia vi stia piacendo. Manca poco alla mezzanotte! Ebbene si, il 9 è il mio compleanno, sono molto emozionata, se riuscirò cercherò di pubblicare il prossimo capitolo in onore di questo giorno. Ora vi lascio leggere!

My Dear // Alastor x Reader (IN PAUSA)Where stories live. Discover now