18 ~Il ballo~

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Erano le sette di mattina quando mi svegliai, al piano di sotto regnava il rumore di urla da parte di Charlie. Mi alzai controvoglia, desiderando di tornare a dormire.

Appena scesi vidi disordine ovunque, Nifty cercò di pulire quel che poteva, ma subito dopo pezzi di stoffa e decorazioni macchiavano il pavimento. <MALÌA, BEN SVEGLIATA! ABBIAMO BISOGNO DEL TUO AIUTO!> la bionda iniziò ad urlare, mentre con passo spedito si avvicinava a me.

Sbuffai, poi mi avvicinai a Vaggie ed Angel per capire cosa avrei dovuto fare. Erano solo le sette e mezzo del mattino e tutti erano già carichi come le molle. Tutti tranne me e Alastor. Lui se ne stava a guardare sul divano, comodo, mentre rideva, come sempre.

<Gradiremmo una mano, sai?> sputai io, <Ah si? Mi fa piacere mia cara, ma quella mano non sarò io a darla> rispose, continuando a sorridere. <Stronzo> borbottai, tornando alle mie faccende. Purtroppo lui mi sentì, si avvicinò a me e mi rinchiuse tra lui e il muro.

Nei paraggi non c'era nessuno. Bastardo. Si avvicinò al mio volto, <Come, prego?> chiese. <Ho detto, Stronzo, vuoi anche lo spelling?> replicai io, senza paura.
Le nostre labbra distavano qualche centimetro e, quando iniziò ad avvicinarsi ancora di più, le mie gambe rischiarono di collassare.

<Osa ancora mancarmi di rispetto, mia cara, e te ne farò pentire>. Rimasi a sfidarlo a testa alta, anche se dentro tremavo per via di quella vicinanza con lui. <Ti ricordo che non sei l'unico overlord qua dentro, non hai solo tu dei poteri> decisi di sfidarlo ancora un po'.

Lui non parlò, così decisi di teletrasportarmi dietro di lui e continuare ad abbellire il soffitto, con il cuore che batteva a mille. <Malìa! Potresti allestire il buffet?> il cuore smise di battere, dovevo sistemare il cibo?..

<Lo faccio io!> la voce di Alastor mi precette, lo guardai soltanto, mentre camminava verso il grande tavolo. Sospirai, per fortuna non ebbi a che fare con il cibo fino alla sera.

***

Scesi le scale per arrivare al salotto, che era pieno di overlod e demoni dell'inferno. Con il vestito che indossavo non mi sentivo molto a mio agio. Angel corse nella mia direzione <Sei una bomba sexy, tutti gli occhi saranno su di te!> il ragno lo urlò, ma nemmeno così qualcuno si girò a guardarmi.

Tranne uno. Alastor. Mi scrutò dall'alto al basso, mangiandomi con gli occhi. Cercai di evitare il suo sguardo, osservando e studiando ogni demone che si trovava all'interno del salone, finché non vidi Valentino. Mi raggelai, cercai di scappare prima che mi vedesse, ma era troppo tardi.

Si avvicinò pericolosamente a me, mi prese per un braccio e mi strattonò, cercando di portarmi al di fuori dell'hotel. <Hey! Lasciala stare Val!> Angel cercò di fermarlo, ma non lo ascoltò, mi portò davanti la grande porta e mi sbattè contro il muro.

<TU BRUTTA CAGNA! COME CAZZO HAI FATTO!> Val iniziò ad urlarmi contro, io non risposi, un ghigno compiaciuto si formò sul mio volto. <Beh, caro Valentino, non posso rivelare i miei trucchi a dei coglioni qualunque> dissi convinta, anche se nemmeno io sapevo come avessi fatto.

La falena stava per darmi uno schiaffo in viso, ma a interromperlo fu Alastor, con la sua solita giacca rossa e il sorriso in volto. Aveva sempre il suo sorriso, ma sta volta era diverso, come infastidito? Si, ma da cosa? Dalla mia presenza? Da quella di Valentino? Magari sarà nervoso di suo.

Val era impegnato a osservare ogni minima mossa del cervo, così ne approfittai per sciogliermi dalla sua presa e andare vicino a quest'ultimo. <Valentino, ti trovo in ottima forma!> esclamò Alastor, con fare ironico. <Visto che sei già arrivato ti illustro le mie regole, se vuoi passare una serata tranquilla. Non sfiorare nemmeno un componente dell'hotel>.

Alastor si avvicinò a Valentino, specificando l'unica e la più importante regola. Decisi di lasciarli alla loro discussione e di entrare dentro, tra la folla cercai di farmi spazio per andare in bagno, ma qualcosa mi prese il polso.
<Mia cara, sarebbe gradito un grazie> il cervo si presentò davanti a me, pretendendo dei ringraziamenti.

<Non ti devo un bel niente, Alastor> sputai acida, cercando di liberarmi dalla sua presa. Con uno schiocco di dita aprì un portale, conducente al corridoio del piano di sopra. Mi strattonò all'interno nel varco, subito dopo mi imprigionò tra il suo corpo e il muro. Perché tutti siete fissati ad inchiodarmi al muro?

<Cosa voleva da te Valentino, mia cara> Alastor aspettava impaziente la mia risposta, <N-nulla, Alastor> iniziai a balbettare, succedeva ogni volta che parlavo con lui, in quelle situazioni. <Ah si? Eppure mi è sembrato sentire, l'altro giorno, il piccolo discorsetto che si tenne in camera di Angel. Quello lo consideri nulla, Malìa?> Merda.

Aveva sentito tutto, ingoiai un groppo che avevo in gola, cercando di diminuire la tensione, ma a peggiorare la situazione fu Alastor, che iniziò ad avvicinare il suo volto al mio. Sospirai sconfitta, <L'ho fatto per salvare Angel> risposi, beccandomi un'occhiata di disaccordo.

<Ebbene, da quando salvi le persone? Non mi ricordo nemmeno un'evento in cui hai risparmiato una sola vittima>. Bastardo, tiri fuori cose del passato. <Il passato è passato, Alastor, ora sono cambiata, non sono più quella Malìa che conosci te> bugiarda, non sei cambiata di una virgola.

Lo sapevo bene, ma avrei voluto molto chiudere quella conversazione con Alastor e, magari, non vederlo per tutta la serata. Lui sorrise, poi fece una richiesta, che mi lasciò alquanto stupita. <Mia cara, me lo concede un ballo?> il suo corpo si staccò dal mio, lasciando spazio alla sua mano che aspettava la mia.

La fissai un attimo, poi annuì con il capo, presi la sua mano e, quando lui mi mise una mano sul fianco, mi sembrò di cadere dalle nuvole. Da sotto non si sentiva nemmeno un briciolo di musica, così Alastor iniziò a cantare una canzone, quella canzone.

"We'll meet again,
don't know where,"
La sua voce era rimasta la stessa, delicata e melodiosa. Stavano ballando uno di quelli classici, due passi a destra, uno indietro, due a sinistra e infine giravolta.

"Don't know when.
Bit I know we'll meet again some sunny day."
Continuai io, mentre Alastor mi guidava sui suoi stessi passi.

Keep smiling through just like you always do,
Till the blue skies drive the dark clouds far away.
Le nostre voci si confusero, i toni si abbassarono, gli occhi si chiusero, le nostre labbra si sfiorarono..

E, appena un soffio dal baciarci, una voce maschile ci interruppe, una voce abbastanza conosciuta. Mi staccai da Alastor, mentre corsi al piano di sotto delle urla governarono per tutto l'hotel. Spinsi qualche demone, cercando di passare ed arrivare davanti alla porta, per capire quale fosse la causa di quel frastuono.

Appena arrivai davanti al grande portone mi congelai, dando ragione alle mie supposizioni. Lui si trovava davanti a me, in carne ed ossa, con quel suo solito sorriso strafottente. Avrei pagato oro per levarglielo dalla faccia una volta per tutte. <Nick...>.

Angoletto Autrice
Ciao lettori! Mi scuso per l'assenza ma è stata una settimana abbastanza impegnativa, avevo moltissimi compiti e le idee per questo capitolo sfumavano via ogni volta.Però come promesso, ecco qui il 18esimo capitolo, spero vi piaccia!

My Dear // Alastor x ReaderWhere stories live. Discover now