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Cinque anni prima

Il rumore di una porta sbattuta mi portò a svegliarmi da quello che era un riposino pomeridiano: la sera prima non ero riuscita a dormire dovendo ripassare per un test importante di matematica. Poco dopo si aprì anche la porta della mia stanza e vidi entrare quella che era da sempre la mia migliore amica, Tara. Era arrabbiata con qualcuno e aveva bisogno di sfogarsi.

Il nostro rapporto era molto particolare. Eravamo cresciute insieme, incontrandoci per la prima volta all'asilo, le nostre strade avevano seguito la stessa rotta. Le nostre vite, invece, erano un pò diverse: lei aveva una sorella maggiore, Sam, era una ragazza molto strana secondo alcuni, ma era come una sorella per me. Aveva preso una brutta strada quando il padre le aveva abbandonate, ai suoi tredici anni, ma non era affatto cattiva, anzi, cercava sempre di aiutare sua sorella in qualsiasi cosa e aveva un'occhio di riguardo per i suoi amici. Mentre non potevo spendere le stesse parole per la madre, che invece di stare accanto alle figlie, aveva iniziato ad abusare di alcool e aveva assunto un atteggiamento distaccato nei confronti della figlia maggiore, come se lei dovesse avere delle colpe. Tara, d'altro canto, aveva iniziato a frequentare di più casa mia, restando a dormire non solo nei weekend. Questo aveva consolidato il nostro rapporto in un modo incredibile: riuscivamo a capirci senza il bisogno di parlare e spesso l'umore di una, contagiava l'altra.

La mia situazione familiare, invece, si basava su me, mia sorella gemella e mio padre. Lo ammiravo molto come uomo, cercava sempre di darmi il giusto affetto e di non farmi mai mancare niente. Per noi non è stato facile quando mia madre è morta due anni prima per via di un tumore, ma l'abbiamo affrontato tutti e quattro insieme, anche se la sua assenza è una ferita che non guarirà mai.
Con lei avevo un rapporto unico, eravamo complici, amiche, confidenti, era la madre perfetta, pronta a sgridarmi quando era necessario e riempirmi di coccole quando una delle due ne sentiva il bisogno. Sapere che non sarebbe più stata con me mi ha completamente distrutta, in modo lento. Passavo i momenti con lei, sapendo che non avrei più potuto rivivere un'episodio simile.
Tra tre giorni sarà il suo anniversario di morte e da questo dipende anche la mia distrazione mentre Tara mi racconta della sua discussione con Mindy, una nostra amica.

<<Ems che succede? Ho detto qualcosa di sbagliato?>> Tara si sdraiò per metà su di me, portandomi ad incrociare le nostre gambe insieme. Guardai il suo viso: era perfetta, le sue fossette e le sue lentiggini la rendevano unica, ma i suoi occhi scuri erano la parte che preferivo, perché più li guardavo e più vedevo puro affetto e sentivo di essere al sicuro e compresa. Le spostai una ciocca di capelli dal viso, portandola dietro all'orecchio.

<<Sono un pò stanca...>> cercai di dissimulare, sapendo che non le sarebbe mai bastata come giustificazione. Infatti inarcò un sopracciglio e attese una spiegazione più esaustiva.
L'anno prima avevamo fatto un patto: nessun segreto tra noi, neanche di quelli brutti. Probabilmente questo era dettato dal fatto che avevamo guardato Pretty Little Liars ed eravamo state forse un pò influenzate da questo.

<<Tra tre giorni sono due anni che non c'è più, mi sento...vuota.>> I suoi grandi occhi mi scrutarono e poi si limitò ad abbracciarmi, infilando la testa nell'incavo del mio collo. La strinsi a mia volta, come volermi aggrappare a lei e forse era proprio così. Con lei mi sentivo una persona migliore, capace di essere me stessa sempre, amata e ascoltata. Ma sapevo anche che il mio affetto per lei si era lentamente trasformato in qualcosa di più. Mi mancava quando non era con me, ero gelosa quando Chad, un nostro amico, sembrava provarci con lei e ripensavo di continuo al suo sorriso.

<<Emma, devo dirti una cosa>> la guardai aspettando che continuasse e invece di rispondere a parole avvicinò il suo viso al mio. Il mio cuore perse dei battiti e iniziai ad agitarmi. La mia migliore amica e ragazza per cui avevo una cotta stava per baciarmi?
La osservai con gli occhi leggermente spalancati, fino a che le nostre labbra non si unirono. Era un bacio casto, inesperto, ma sentì lo stomaco attorcigliarsi e le mani tremante, mentre le portavo sul suo viso, accarezzandole la guancia con il pollice.

Quando si separò da me, tenni ancora gli occhi chiusi. Milioni di dubbi mi assalirono. E se mi avesse baciata solo per farmi stare meglio? Se non le fosse piaciuto? Se fosse stata solo una prova per vedere se potevo interessarle o meno?

<<Ems guardami>> il suo tono dolce mi convinse ad aprire gli occhi, trovando una Tara sorridente davanti a me. Mi rilassai leggermente e sorrisi a mia volta.
<<Sei bellissima>> la vidi arrossire e la trovai ancora più bella se possibile.

<<Lo volevo fare da molto tempo.>> Mi misi a sedere, portando lei a fare lo stesso e le dissi che era quello che avrei voluto fare anch'io.

E mentre noi confessavamo i nostri sentimenti da adolescenti, felici di essere ricambiate, non sapevamo invece, che la nostra vita sarebbe cambiata da li a poco. A casa di Tara, infatti, Samantha stava preparando alla svelta dei bagagli per potersene andare, non riuscendo più a nascondere a sua sorella una verità così grande per lei, sperando che andando via, sarebbero spariti anche gli eventuali pericoli per Tara. Non sapeva però, che in un posto come Woodsboro, i fantasmi ti perseguitano ovunque e senza alcuna pietà.

Presente

Quella mattina mi ero svegliata di pessimo umore. La sera precedente ero stata da Wes per parlare un pò, finendo sempre su gli stessi argomenti che ormai facevano da colonna sonora della mia vita. Quando arrivai a scuola vidi un pò di insolito casino, soprattutto in una cittadina come la nostra, ma non ci feci molto caso, raggiunsi l'aula ricreativa, dove trovai tutto il gruppo, eccetto Tara.

<<Buongiorno ragazzi, che succede? Perché avete ste facce da morti?>> Wes mi guardò dispiaciuto e iniziai a sentire una strana ansia crescere dentro di me.

<<Tara ieri sera è stata aggredita, hanno cercato di ucciderla a coltellate...>> quasi sussurrò la frase, ma mi arrivò ben chiara e subito mi assalì un senso di nausea che mi immobilizzò. Cercai di uscire dall'aula per uscire dalla scuola e andare da Tara, ma il corpo di Chad mi bloccò.

<<Non possiamo ancora vederla Em, dobbiamo aspettare.>> non so come, mi trovai seduta su una delle poltrone e chiesi cosa fosse successo nel dettaglio e cosa volessero da lei. Nessuno sembrava voler parlare, allora si fece avanti Amber, mia sorella.

<<L'hanno pugnalata più volte e ha anche una gamba rotta, non sappiamo molto, solo questo, i soccorsi però sono riusciti ad intervenire in tempo.>>
Il suo tono era quasi apatico mentre mi dava queste informazioni. Ma era Amber, lei era fatta così. Io e lei eravamo agli antipodi, ma tra noi, c'era un legame davvero molto solido.

La guardai un secondo e poi spostai lo sguardo su Wes: <<è tornato vero? Ghostface, è lui.>> Quando nessuno mi rispose, compresi che Tara era ancora in pericolo, così come tutti noi. Dovevo fare qualcosa.

Echi di terrore: the scream of the night Where stories live. Discover now