Non devi dirlo a mia moglie

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 «Credo che mio marito mi tradisca.»

Il ragazzo avrebbe desiderato tantissimo roteare infastidito gli occhi, ma ovviamente non poteva farlo di fronte alla sua cliente, quindi si limitò ad annuire in modo serioso, come se non sentisse quella frase almeno una decina di volte al giorno.

O una ventina forse?

Non faceva molta differenza, il concetto era lo stesso: i mariti erano quasi tutti degli stronzi patentati. E la percentuale che si salvava aveva molto spesso dei problemi mentali irrisolti.

Avrebbe voluto trovarsi ovunque piuttosto che lì dentro, sinceramente, visto che era la fottuta Vigilia di natale e lui aveva sicuramente impegni più stimolanti di quello, ma la donna l'aveva tempestato di chiamate già dalla mattina presto, e non contenta si era presentata nel suo studio, in un edificio di nuova costruzione nella periferia di Londra, bussando così forte che aveva temuto avrebbe sfondato la porta.

La donna, sulla trentina, era palesemente furiosa e su di giri, con le delicate guance di porcellana rese rosse dalla rabbia, il costoso trucco sbavato sotto gli occhi, e il respiro reso affannoso dall'orgoglio ferito.

«Sta per caso ignorando le chiamate di una potenziale cliente, Mr. Styles?» gli aveva chiesto oltraggiata e con voce stridula, stretta in un costoso cappotto dal collo di pelliccia, mentre le lunghe unghie laccate di un discutibile rosa porcellino stringevano una pochette di Chanel.

Harry l'aveva trovata ridicola, ma non le aveva risposto in modo acido: era pur sempre una probabile fonte di reddito, anche se la detestava a priori.

«Mi scusi, ehm, signora...?»

«Tomlinson. Eleanor Tomlinson.»

«Signora Tomlinson. In questi ultimi giorni ho avuto problemi con il telefono, e molte delle chiamate non mi sono arrivate.»

«Sì, beh, avrebbe dovuto sistemare subito il problema. E invece mi trovo qui, la Vigilia di Natale, a discutere di qualcosa di molto più grosso di un problema di linea quando potrei benissimo essere nella piscina di una lussuosa Spa con un bel Martini tra le mani e mio marito, quello stronzo. Mi fa entrare o ha intenzione di parlare qui sul pianerottolo dove tutti possono sentirci?»

Era ufficiale, Harry la odiava.

Aveva indossato un'espressione stizzita che aveva provato a celare dietro un sorriso cordiale quando si era spostato di lato per farla entrare.

Lei si era catapultata nello studio senza dire una parola e senza degnarlo di uno sguardo.

Essere un investigatore privato era frustrante, a volte, perché alcuni clienti avevano la pretesa di poterti trattare di merda solo perché ricchi sfondati e viziati, quando in realtà non sapevano che era proprio grazie a te che scoprivano i segreti più oscuri e torbidi riguardanti i loro partner.

La maggior parte delle occasioni mariti e mogli, fidanzate e fidanzati, erano coloro che si rivolgevano a lui per scoprire che uno della coppia scopava altrove, ed Harry ne aveva visto davvero di tutti i colori.

Ma per lui non contavano molto i cuori infranti, le lacrime versate e le scenate di gelosia.

Lui guardava sempre e solo una cosa: il compenso.

E sapeva per certo che quella donna avrebbe pagato somme piuttosto ingenti per sapere se effettivamente il marito la tradisse.

Il problema consisteva nel fatto che non era sicuro di poterla accontentare.

Ad ogni modo, Eleanor era entrata tutta impettita nel suo studio, ancora mezzo disordinato per via del fatto che stesse traslocando dal vecchio stabilimento di Manchester, più piccolo e decisamente meno accogliente di quello, e si era accomodata con arroganza, senza attendere il permesso del detective, sulla sedia di pelle imbottita di fronte alla scrivania.

Don't tell my wife / OS Larry StylinsonWhere stories live. Discover now