2- Elthal Windeye

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Un forte tonfo mi svegliò bruscamente, il sole non era ancora sorto completamente e le cicale davano vita ai loro canti mattutini. Scesi dal letto "Camilla sarà di nuovo caduta nel sonno" pensai. Ma quel che mi aspettava non era certamente mia sorella arrotondata sul pavimento. Passai per la sua camera e la vidi immersa nei sogni più dorati, al suo fianco Belle che mi lanciò un'occhiata assonnata prima di tornare a dormire. Così mi diressi in cucina, scostai la tenda della finestra e scrutai il mare scuro: una nave enorme accostava sulla spiaggia, un'ancora sprofondava nella sabbia, un uomo scese dall'imbarcazione. Alto, magro, capelli legati e orecchie appuntite. «No..no..no no» incominciai ad esclamare. Chiusi di fretta e furia la tenda e corsi in camera mia, mi sedetti sul bordo del letto col petto pesante; mi portai alla fronte la mano fredda, mio padre no.
Mi stesi e chiusi gli occhi. La luce del mattino raggiunse presto il mio letto costringendomi ad alzarmi, la sensazione di pesantezza al petto non era passata ma per bene di tutti dovevo far finta di nulla; svegliai Camilla e Belle e andammo a fare colazione tutti insieme. Mi preparai e permisi a Cami di fare un giro nelle vicinanze del mare, ad una eccezione, che sarebbe stata accompagnata da Belle. Io mi diressi da Jackson, sta volta portai con me un taccuino su cui facevo schizzi vari, giusto per vantarmi e fare colpo su di lui «Che il dio dell'amore Riaos mi aiuti» dissi prima di sedermi. Lo aspettai nello stesso posto, così sarebbe stato più facile per lui trovarmi e fu così, vidi per la seconda volta quella bellezza non umana avvicinarsi a me.
«Buongiorno!» esclamò, felice.
«Buongiorno a te Jackson»
«Come stai?» chiese con gli occhi luccicanti. "E se rispondessi male?"
«Tutto bene grazie, tu?» mentii
«Bene, perché ho visto te»
Il mio cuore esplose il un battibaleno, era felice perché aveva visto me! Ero tentato a saltare in acqua ad abbracciarlo così forte da sprofondare negli abissi ma fermai quella voglia e mi limitai a sorridere. Passai lì tante ore, con lui tutto scorreva fluido e quei pensieracci volarono via come uccellini quando spara un cannone.

«Elthan» mi chiamò qualcuno alle spalle, la voce era ruvida e graffiava le mie orecchie, era familiare. Mi voltai con cautela e vidi quel che non avrei mai voluto vedere: mio padre.
«Che vuoi?» risposi freddo «Sono tuo padre! Voglio vedere un po' il mio giovanotto, dov'è Camilla?» Si guardò in giro, alla ricerca della mia sorellina.
«Non la vedrai, stanne certo» Mi alzai e mi misi al pari con lui, per avere sedici anni e mezzo ero abbastanza alto «Non mi, anzi ci, hai rivolto parola da quando Camilla ha compiuto un anno. Ora che vuoi?». Diventai minaccioso, se si mette in ballo la persona che amo di più è guerra accertata. Lui tese le mani verso il petto e sorrise, voleva sdrammatizzare «Okay Okay ora te lo dico» si schiarì la voce e tornò a fare l'adulto «Sono venuto a richiamarti per una missione. Il re di Shiwimbor, tuo zio, ha deciso di fare il tuo nome durante una riunione per decidere l'elfo che salverà il mondo magico, una missione assegnata ad uno di noi ogni 40.000 anni» Mi scrutò con attenzione, più che altro buttava occhiate sospette alla mia cicatrice: che fastidio.

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⏰ Last updated: Apr 26 ⏰

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L'arciere di RarmgroveWhere stories live. Discover now