Sfere colorate 14

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Francesca  era piccola ma non dava particolari problemi, era un bambina tranquilla, mangiava e dormiva. Giulio era un padre amorevole e presente, tutto andava abbastanza bene. Una mattina però Odile si svegliò richiamata da diverse voci provenienti da sfere colorate, che sembravano invaderle il corpo e rivolgendosi direttamente alla sua consapevolezza. Il messaggio era funesto, adesso Odile sapeva che fra quattordici  non si sa cosa ( se giorni, settimane, mesi) qualcuno sarebbe morto. La ragazza chiamò subito la madre, con cui condivideva certe esperienze, raccontandole tutto. Non capivano perché stavolta non era un sogno in rosa, ma le dinamiche erano diverse pur con lo stesso significato. Comunque lei aveva paura, pensava di non voler morire lasciando una bimba piccola. La madre cercò di tranquillizzarla, non sapeva esattamente cosa dirle ma palesò la possibilità che forse aveva interpretato male la situazione. Ma per lei il messaggio di morte era più forte del solito, come se la situazione fosse per lei tragica stavolta e la riguardasse più da vicino , inoltre la voce le aveva voluto dire anche che comunque sarebbe andato tutto bene e doveva stare tranquilla. Ma Odile era nel panico e non riusciva a non pensare al peggio.

Passarono i giorni e le notizie sulla salute della nipotina di Giulio erano sempre più confortanti. sembrava che le cure facessero molto effetto e che la prima diagnosi di morte quasi certa adesso fosse molto più lontana. Odile dal canto suo era quasi sicura della sua guarigione, e sappiamo il perché. Ma adesso aveva un nuovo cruccio in testa ed era il numero quattordici.

Intanto Giacomo aveva chiuso l'ennesimo negozio e ne aveva aperto  un' altro , il suo nuovo obiettivo era quello di riconquistare la fiducia dei genitori. La nuova attività di famiglia  sembrava ben remunerata e gli faceva veramente gola, non poteva sopportare che fosse la sorella ad occuparsi dei conti e del resto del lavoro,  si sentiva molto superiore in confronto a lei, infondo era un uomo e per giunta il fratello maggiore, non poteva tollerare  la nuova situazione.

Giulio era il direttore in un azienda del paese dove lavorava fin da ragazzino e insieme alla moglie  gestivano abbastanza bene la loro situazione economica, anche se i progetti e i loro impegni finanziari erano abbastanza consistenti. Volevano acquistare una casa, un auto nuova e anche se riuscivano a far fronte a tutti i loro impegni dovevano comunque stare attenti .  Una sera Odile rimase a chiudere il garden, il padre aveva un impegno e la madre doveva badare ai nipoti più grandi ,  Giulio stava già preparando  la cena. C'erano alcune commissioni da organizzare per il giorno dopo, anche i dipendenti se ne erano andati e Odile era intenta a riordinare le scartoffie, quando all'improvviso entra dalla porta principale, ancora aperta,  Matteo.

Odile aveva lo sguardo turbato e l'uomo se ne accorse, e con fare ironico 

- "non vieni più in palestra?"

-"E' un periodo difficile, quest'anno non credo che tornerò"

-"peccato, vorrà dire che verrò più spesso qui al garden, magari metto qualche pianta in più in giardino"

-"Cosa vuoi?, Devo chiudere"

-"Vabbè tornerò con più calma"

Odile cercava di spingerlo fuori dalla porta, facendole capire che era orario di chiusura, non voleva rimanere sola con lui e fece finta che suo padre la stesse aspettando in ufficio, l'uomo uscì senza distogliere lo sguardo da lei, Odile chiuse , aspettò un pò e poi uscì dal retro, dove c'era il parcheggio per i proprietari. Arrivò a casa un pò agitata  ma fece finta di niente , Giulio l'aspettava con la cena pronta e la piccola Francesca che dormiva già.

-"Ho fatto tardi scusami, dovevi andare in piscina?"

-"No, oggi sarebbe stata la tua sera per la palestra, ma se non vai possiamo stare un pò di più insieme" . 

KARMA DI FAMIGLIAWhere stories live. Discover now