20.

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"Io ho pensato molto in questo periodo. Mi sono reso conto che a lavoro non sta andando come vorrei, però a differenza dell'inizio dell'anno non mi sento angosciato. Non sento quel peso sul petto che piano piano mi soffoca, che non mi fa dormire la notte. Quando ho dormito la prima volta con te mi sono sentito calmo e non è una cosa da poco. Poi Vanja mi ha scritto. Mi ha mandato un messaggio lunghissimo dove mi diceva che le mancavo, che senza di me tutto perdeva senso. È successo quando tu stavi a Napoli. La prima cosa che ho pensato è stato dirtelo, ma non l'ho fatto perché mi sono iniziati a salire molti dubbi. Perché dovevo dirtelo? Nella mia mente eri solo un'amica, non capivo proprio. Piano piano però ho iniziato a capire. Vederti con Theo, vedere come correvi ad aiutarmi ogni qual volta ne avessi bisogno, quanto apparissi bella ai miei occhi. Mi sono sentito a casa. Quindi ho capito quanto tu mi avessi fottuto il cervello. So che per te non è proprio lo stesso, lo capisco da come Nicolò sia ancora importante per te. Io per Vanjia non provo più nulla, ormai è assodato. Non voglio una risposta ora, ma spero che mi lascerai la possibilità di provarci con te seriamente."

Mi blocco sentendo il mio stomaco sottosopra. Mi sento agitata, felicemente agitata. Sento il sorriso voler uscire e le guance diventate rosse come mai prima d'ora lo sono state.

Mi illumino a questa sua confessione come se non aspettassi altro che queste parole soavi, pronunciate con agitazione ma con sicurezza. Tant'è la paura che ha nel parlare che le sue parole certe volte assumono un accento fin troppo slavo, come se non cercasse di pulire tutte le sue parole come è solito fare.

Mi guarda negli occhi, dice qualcosa di troppo sincero e sposta lo sguardo sulla vista davanti a noi, poi ritorna su di me.

"Vorrei baciarti in questo momento"

Ammetto con sincerità, perché lui a me ne ha data in abbondanza e sono obbligata a ricambiarla.

"Però sarei falsa, non sarei per nulla giusta nei tuoi confronti. Voglio dimenticare Nicolò con tutto me stessa e so di essere sulla buona strada, perché quando ti guardo qualcosa si smuove nel mio corpo. Sento di sentirmi al protetto e mi fido di te, ma ho bisogno ancora di tempo perché se adesso ti baciassi, non ti potrei promettere nulla di sicuro."

I suoi occhi non mi accusano, ne rimangono più di tanto delusi dalla mia risposta poiché già dalle sue parole si capiva che già che era consapevole dei miei pensieri, poiché non glieli ho mai nascosti.

"Non è un no secco"

"Non potrebbe mai esserlo"

Sorridiamo come due idioti, perché dopo tanti momenti di confusione abbiamo chiarito almeno che è necessaria la presenza dell'altro per ritornare a sorridere.

"È il momento di farti vedere un po' parigi"

Mi fa sapere, smuovendosi dalla posizione che aveva tenuto da quando avevamo iniziato a parlare. Annuisco, andando vicino alla borsa per controllare che al suo interno ci sia tutto ed è lì che riprendo il mio iphone che non toccavo da quando avevo impostato la modalità aereo.

Il tempo di sbloccarlo che noto le varie notifiche da instagram, molte dei miei amici che rispondono alla storia messa prima di partire.

Ti ricordi che avremmo voluto girare il mondo insieme?

Non poteva mancare il messaggio di Nicolò, perché non c'è la fa a lasciarmi andare come io non ce la faccio del tutto ad abbandonarlo nel passato.

Un passo avanti però lo faccio, non gli rispondo ma anzi, cancello la sua notifica insieme a quelle degli altri. Sono qui con Dusan e ho intenzione di dare la mia completa attenzione al serbo.

Prima di scendere prende la mia mano e la intreccia sulla sua dando il via al tour della capitale parigina che inizia proprio tra quelle strade che abbiamo ammirato dalla vista dell'hotel.

Vi scattiamo delle foto e lui si fa scattare delle foto, io mi rifiuto non sentendomi a mio agio di fronte all'obbiettivo.

"Dai solo una, ragazzina"

I suoi occhi scuri dall'aria così dolce riescono a fare breccia nelle mie convinzioni così mi metto in una pseutoposa per concedergli un unico scatto. Diventano poi due, tre fino a scattarne perfino cinquanta.

Non penso di essere mai stata capace di scattarne così tante di seguito, ma va bene così perché metà di quelle foto, seppur non troppo belle, ritraggono il mio sorriso e la mia risata dovute alle parole di incitamento che il serbo spara ogni due per tre.

"Una modella vera e propria, guarda"

"Sei un idiota, Dudu"

Avvolge un braccio intorno alla mia vita e capisco che in questo momento tutto le belle parole che ho detto meno di due ore fa sono altro che parole al vento. Infatti la voglia di far collidere le nostre labbra con lo sfondo della Torre Eiffel è così tanta che non mi accontento di immaginare il loro sapore.

Mi alzo sulle punte e lui di conseguenza abbassa il volto nella mia direzione. Poi succede, come se entrambi aspettassimo solo questo. Non è nulla di esaltante ma ha un qualcosa di simbolico. Non prova a immettere la sua lingua, né io provo a rendere il tutto più sensuale. Un semplice bacio a stampo che fa fare le capriole al mio cuore emozionato, forse anche lui prova le stesse emozioni poiché appena ci stacchiamo noto da subito il suo sorriso sincero.

➸ Last first kiss || Dusan VlahovicWhere stories live. Discover now