Riflessioni 15

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Quanto era successo di ciò che era stato predetto? Quasi tutto,  in quei giorni subito dopo la morte del padre di Odile. La giovane era disperata, non riusciva a smettere di piangere e continuava a pensare ossessivamente di essere stata privata di un affetto enorme che non era pronta a lasciare andare. Vedeva suo padre allontanarsi su quel cavallo, ancora una volta simbolo di libertà, che tante volte aveva visto nei numerosi film western di cui condivideva la passione con la figlia. Lei continuava a vederlo correre e ancora correre su un piano ormai diverso dal suo , su una strada parallela che non avrebbe più incrociato la sua. Prendeva qualche goccia di valeriana per calmarsi e dormire, per stare poi in tutta tranquillità con la figlia, che era piccola, non vedeva più il nonno ma sorrideva ingenuamente alla vita senza rendersi conto di quello che succedeva, con i bisogni di bambina  e le attenzioni che desiderava dalla madre, un pò acciaccata ma sempre presente.

La zingara, i sogni e tutto il resto, ma la vita era veramente tutta già predisposta, non era possibile, non sarebbe stato giusto, bisognava indagare ancora, perché di questo grande mistero non ci aveva capito nulla. Un giorno fai mille progetti, circondato dai tuoi cari, il giorno dopo non ci sei più e se qualcuno si dispera qualcun' altro è già più morto di chi se ne andato fisicamente in un altra dimensione e non si dispera affatto.

Si, perché Odile una cosa l'aveva chiara, si poteva essere morti già in questa vita, mentre si mangiava, si beveva, si ballava, si andava al lavoro ecc... ma non si provava niente.

 Pensava che è la nostra anima  che fa la differenza, se vive anche tu vivi se è morta anche tu sei morto nonostante le apparenze. Si può essere più vivi anche da morti che viceversa. Erano pensieri apparentemente contorti ma in realtà semplicissimi da capire.

Poi la valeriana faceva effetto e Odile si calmava e si addormentava accanto alla sua Francesca.

Sarebbe andato tutto bene proprio come le avevano annunciato le sue luci colorate, ormai lei le chiamava angeli, come l'essere che una volta  le si era palesato in sogno, e le aveva promesso protezione. Adesso Odile era entrata in contatto con dimensioni superiori che non dominava ma accoglieva di tanto in tanto quando poteva, quando loro volevano. La domanda fatidica che  si era fatta tutta la vita sembrava non avere una risposta definitiva e soddisfacente, ma probabilmente era giusto così. Lei non avrebbe mai smesso di indagare, cercare le risposte era la sua prima ragione di vita insieme a quella evoluzione dell'anima che tanto desiderava.

Suo padre non c'era più, questa era la verità , non l'avrebbe più rivisto, almeno nelle vesti  che aveva indossato su questa terra, con il compito affidatogli temporaneamente per un certo periodo di tempo. Magari l'avrebbe incontrato di nuovo,  in un altra dimensione ma a quel punto tutto sarebbe stato più chiaro. Forse era meglio prendere un altro poco di valeriana, doveva smettere di pensare; doveva smettere di piangere.

Al funerale c'erano state molte persone, l'uomo era molto conosciuto e tutti avevano portato con se un ricordo che alla giovane faceva bene condividere, le piaceva ascoltare le storie di quando suo padre era un giovanotto. Si rendeva conto che anche lui aveva avuto delle debolezze, dei sogni  che lo rendevano umanamente amabile, non era stato solo suo padre. Una parte della sua vita veniva adesso archiviata e bisognava pensare alla madre, rimasta vedova ancora giovane e in preda ad una crisi depressiva che sarebbe peggiorata nel prossimo futuro quando si sarebbe avverata anche l'altra profezia della zingara.

I giorni successivi Odile dovette sbrigare tutte quelle commissioni d'ufficio che servivano per mettere a posto la nuova situazione aziendale che si era venuta a creare. Mentre andava da un ufficio ad un altro le si avvicinò una donna che le disse "tranquilla, non devi disperarti andrà tutto bene" ,  ad Odile sembrava di essere in una bolla e che in questa bolla si potesse essere a contatto anche se brevemente con una dimensione non del tutto terrena, come se ci fosse quella porta che di tanto in tanto si apriva. Poi , il solito giorno un nuovo incontro in un altro ufficio, senza che lei avesse detto niente, un signore appena la vede esclama " devi stare calma, lui non vorrebbe vederti così, adesso sta bene, anche tu devi stare bene", Odile era sconvolta, non rispondeva , era come paralizzata e si domandava cosa stesse succedendo e se stesse per impazzire. Poi il ritorno a casa, perplessa, domandandosi perché mai la sua vita fosse così e se qualcun altro oltre a lei avesse delle esperienze simili. 

In quei giorni si fece trasportare dalla corrente e fu come se tutto avvenisse così come doveva , come era previsto, le persone intorno a lei sistemarono la situazione, come suo padre aveva programmato, come sapeva che sarebbe andata. Odile cominciava a pensare di essere una di quelle anime che mal si conformavano alla vita terrena  e che per questo hanno bisogno continuo di assistenza per sopportare il male del mondo e poter compiere il loro compito, quello di essere accanto alle persone che amano e che hanno bisogno della sua energia positiva, della sua forza vitale, che donava a tutti senza saperlo  ma che poi la lasciava spossata  e senza forze. Rinasceva sempre però, più forte di prima.

Un pomeriggio in particolare si chiuse in camera , accese malauguratamente il videoregistratore  dove aveva inserito una videocassetta di una gita a cui suo padre stranamente aveva partecipato durante gli ultimi tempi in cui stava bene e se la guardò, cercando d'imprimere dentro di se l'immagine di un uomo fiero e forte  che non voleva dimenticare, ma già lo sguardo era triste come se immaginasse che qualcosa di brutto sarebbe successo di lì a poco. Ma lei voleva  vederlo, ora che non era più fra loro, fu devastante, il dolore era lancinante, le piangeva il cuore e l'anima , poi un forte mal di testa l'avvolse in un altro dolore , sua madre preoccupata cominciò a bussare alla porta per costringerla ad uscire, smettere quella tortura e magari mangiare anche qualcosa, stava di nuovo dimagrendo in maniera preoccupante.

Poi, presto anche lei  cominciò a dare segni di cedimento, bisognava prendere decisioni anche in merito alla questione che la riguardava e così si decise di vendere casa vecchia, dare la parte a Giacomo e comprare casa nuova con una dependance per la mamma . Le spese da affrontare erano tante ma bisognava farlo, ricominciare tutto da capo. Ora doveva essere forte per tutti.

I debiti erano parecchi a quel punto ma furono passati a lei che aveva ripreso in mano la ditta, avendone titolo, e Giacomo firmò quello che doveva sotto la promessa della madre di una bella somma di danaro, che in realtà non c'era, perché i debiti erano troppi. Quando furono fatti i conti infatti si scoprì che non era possibile e nemmeno giusto liquidare nessuno perché erano più le uscite delle entrate

Dopo aver minacciato la madre sempre con delle limitazioni, davanti alla sorella, per paura questa volta che questa reagisse malamente, Odile in quel momento aveva il coltello dalla parte del manico, passò alle vie di fatto con una bella lettera scritta dal suo avvocato in cui richiedeva  una cospicua somma di danaro alla madre, colpevole di essere la proprietaria di maggioranza di tutto e di essere ancora giovane e viva. Doveva secondo lui pagargli la sua parte per tenersela. Facendo finta di non aver mai fatto niente di male ai genitori e scordandoselo abilmente o negandolo persino a se stesso per non vedersi davvero per quello che era. Fu così che si avverò anche la seconda profezia della zingara e Giacomo non rivolse più la parola alla madre, per soldi.

In realtà l'unico pensiero fisso della donna era per i nipoti, che aveva paura di non rivedere, ma non c'era pericolo, infatti erano più le volte che i ragazzi stavano con lei che a casa loro, senza parlarle glieli portavano, lasciandoli fuori dell'uscio casa , per continuare a farsi gli affari propri. Era proprio una situazione surreale, a cosa si poteva arrivare per non rinunciare ai propri vizi.

Nessun amor proprio, nessun orgoglio, nessun sentimento. Un egocentrismo smisurato, Giacomo aveva nutrito solo quella parte di se,  diventando un manipolatore narcisista intento a  tirare sempre l'acqua al suo mulino senza minimamente pensare che anche il suo prossimo avesse qualche diritto. lui aveva un progetto? Era importante. Tu avevi qualche progetto? Erano stupidate che non contavano niente. Lui contava mentre gli altri non erano nessuno . La sua vita era basata su questi principi, la sorella minore non poteva valere qualcosa , primo era una donna e poi era nata per seconda. Questi erano i valori familiari in cui aveva deciso di credere per comodo, vigliaccheria e prepotenza. Era chiaro che aveva problemi psicologici che non erano stati affrontati bene nell'età dell'infanzia ed ora era tardi, il risultato era alquanto deludente. Il karma familiare si ripeteva di nuovo, con gli sfruttati e gli sfruttatori. Quante volte aveva visto il padre lavorare sodo per pagare per tutta la famiglia e i loro vizi. Intendendo il nonno, la nonna e gli zii di Odile. Lui in quanto figlio maschio maggiore aveva il dovere di portare avanti la baracca e le spese e suo fratello invece aveva preso i vizi degli altri ma non certo la volontà e la laboriosità del padre. Ma egli si descriveva come una sorta di vittima, una persona intelligente ma  sfortunata, brillante   ma incompresa, laboriosa ma sfruttata, non si sa da chi.

KARMA DI FAMIGLIAWhere stories live. Discover now