Un film già visto

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Trascorsero ben diciassette giorni prima che Harry Potter chiamasse nel suo ufficio Draco Malfoy. Quei diciassette giorni erano serviti per informarsi sul conto di tutti i Serpeverde che avevano fatto ritorno, ma soprattutto per prepararsi psicologicamente ad una conversazione con lui.

La relazione tra Draco Malfoy ed Harry Potter non era sempre stata chiara.
Senza contare i primi anni di scuola scanditi dall'odio, le litigate e la guerra tra bambini, gli anni della guerra erano con bordi poco chiari. Si passava da battibecchi a collaborazione, tra odio che entrambi dicevano di sentire per l'altro, alla pacifica e normale convivenza. Ovviamente, molto aveva favorito la relazione di Malfoy con Hermione, che si era battuta a voce molto alta per far valere le sue idee.

Adesso, Harry si trovava a dover capire come dover comportarsi. Gli anni della guerra dovevano essere cancellati? Doveva aspettarsi di nuovo un bambino viziato oppure era un normale adulto viziato?

Non ebbe il tempo di articolare una risposta nella sua mente che la sua segretaria lo avvisò dell'entrata del suo appuntamento. Draco Malfoy chiuse la porta alle sue spalle, non prima di aver fatto arrossire la segretaria. Aveva un effetto strano sulle donne, Harry lo aveva notato.

«Potter.» era un tono di voce meno sprezzante ed Harry lo ritenne identico a quello di Scorpius. Il problema di quel bambino era che i geni di Hermione non ci avevano nemmeno leggermente provato, era una fotocopia del padre e sarebbe stato possibile riconoscerlo anche senza un test di DNA.

«Malfoy, siediti pure.» lo invogliò e quando si trovarono l'uno di fronte l'altro, iniziò a parlare. «Non vorrei protrarre il nostro incontro per ore, quindi ti chiedo brevemente: perché sei tornato? In America qualcosa non è andato bene?»

«Come mai queste domande?»

Ecco appunto. Harry sospirò. «Non voglio farti notare che la mia posizione è superiore alla tua e che sei nella mia squadra solo perché ho chiesto qualche piacere al Ministro, agevolando in parte il tuo lavoro dato che la mia squadra è formata da persone che non hanno risentimento verso i Mangiamorte e non vogliono ammazzarti. Quindi, invece di perdere tempo e iniziare la conversazione parlando del meteo o di come stai, possiamo parlare subito di ciò che ci interessa? Mi faresti un enorme favore.»

Draco sorrise, in quegli anni Potter aveva capito di dover far valere la sua figura. «Mi è giunta voce di una possibile libertà di Lucius.»

Harry lo guardò sorpreso. «A me no. È strano, il ministro me lo avrebbe detto...»

«Non hai idea di dove arrivano i soldi di mio padre.»

Harry annuì, poi proprio come Narcissa a quella notizia, si perse a pensare per qualche secondo. «Ad ogni modo, con il parere contrario della famiglia e della società, il mio e di qualsiasi Auror non penso succeda. Mi assicurerò che non succeda, sarebbe un disonore per il Ministero intero, sarebbe come spazzare via tutti i passi in avanti compiuti in questi anni difficili, per non parlare del costo dei processi e del dolore procurato alle famiglie.»

Draco lo guardò stanco mentre spiegava per minuti interi. «Hai mai pensato che dietro la gente di cui più ti fidi ci potesse essere un secondo interesse?»
Harry si voltò verso di lui confuso, poi Draco gli fece segno di mantenere il silenzio e si toccò l'orecchio. 

No... quello era un film che aveva già vissuto. 

Spalancò gli occhi e scosse il capo. Una cosa che non aveva imparato era la gestione del rischio quando si trattava di Voldemort. Draco gli fece di nuovo segno di stare in silenzio, poi afferrò la bacchetta e sussurrò qualcosa generando dei rumori di sottofondo e una leggera nebbia nell'ufficio. Harry iniziò a perdere la vista, tutto intorno a lui diventò bianco e non sapeva se dovesse preoccuparsi di altri o di Malfoy. Draco, intanto, si mosse nell'ufficio e gli posò le mani sulle spalle, recuperando dal suo mantello una passaporta. 

Dopo il calare delle tenebre; DRAMIONEOù les histoires vivent. Découvrez maintenant