Consapevolezza

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CAPITOLO 10

Mr Fletcher rientrò nel tardo pomeriggio.
Aveva passato la giornata con Lucien nella casa ereditata da Jason.
L' edificio si trovava nel West End, un bel quartiere pieno di negozi, poco lontano da Mayfair. La casa non era messa male ma gli anni di trascuratezza si notavano. Muffa e tarli avevano compromesso carta da parati e mobili. Mr Fletcher aveva giurato al giovane conte, in un momento di rabbia, che non gli avrebbe dato un solo penny oltre a quanto stabilito. Dopo il sopralluogo pero', decise di sistemare la casa dichiarandolo un suo dono di nozze. Ora doveva solo convincere la figlia.
Da quel fatidico pomeriggio, di quasi un mese prima, in cui aveva accusato Etta di aver diffamato la famiglia, Mr Fletcher non era riuscito ad aggiornare gli investigatori sui suoi sospetti. Aveva però fatto in modo che venissero divulgati i problemi di salute che avevano impedito le uscite alla figlia maggiore, ormai completamente ristabilita. Gli era parsa una buona giustificazione alla sua segregazione. Ne aveva parlato a Lucien che anche se non approvava, lo capiva. Era da codardi, lo sapeva, ma avere la prova della malvagità della figlia prediletta sarebbe stato troppo da sopportare...
Il senso di colpa nei confronti di Milly lo spingeva a fare qualcosa per lei e darle una bella casa gli sembrava un buon inizio.
Milly stava ricamando un fazzoletto. Una mazza e una palla da cricket prendevano forma sotto le sue dita. L'avrebbe regalato a Jason. Aveva chiesto al ragazzo di mandarle un disegno degli attrezzi con cui giocava. Lui si era fatto fare uno schizzo e glielo aveva inviato con l'ultima lettera. Non si vedevano da quasi un mese e quell'ultimo incontro era stato devastante. Le lettere che Milly aveva ricevuto in seguito dal giovane, erano piene di scuse. Era dispiaciuta che si sentisse in colpa, quando in realtà non ne aveva. Così glielo scrisse, pregandolo di dimenticare l'accaduto, come avrebbe fatto lei.
L' aveva ringraziato per il regalo assicurandogli che
l' adorava. Erano tornati a raccontarsi le loro giornate senza nominare più quel giorno. Anche Etta la tormentava meno. Sua madre continuava ad ignorarla a casa, ma quando uscivano, sì usciva anche lei, come promesso dal padre, la trattava con gentilezza. L'euforia che aveva sognato di provare vedendo finalmente il mondo oltre il portone, era svanita. Ogni volta che usciva cercava di rendersi invisibile, attanagliata dalla paura che qualcuno la riconoscesse come il mostro che dicevano fosse. Suo padre era stato la sorpresa più grande. Oltre ad esortarla a camminare a testa alta, la spingeva a dire ciò che pensava e a fare scelte di suo gusto. Così era cambiato anche il suo guardaroba. Quando Milly era stata presentata a madame Marcell, la modista, quest'ultima , dopo aver elogiato la ragazza, aveva chiesto il motivo per cui non avesse mai accompagnato prima, la madre e la sorella. Mrs Fletcher, come accordato col marito, aveva spiegato che a causa dei suoi problemi di salute, erano state costrette a far confezionare loro i suoi abiti. Ora però essendo completamente guarita li avrebbe scelti da sé. Madame Marcell, da prima sbigottita, aveva poi affermato di essere felice che la ragazza non avesse risentito dei lunghi anni di convalescenza! Anche se aveva avuto dei dubbi, li aveva celati con eleganza.
Prendendole le misure ne aveva esaltato le curve, assicurandole che erano perfette e che facevano impazzire gli uomini. Le suggerì di non fasciarsi più il seno ma Milly era talmente abituata a farlo che non le riusciva proprio. La modista l'aveva però persuasa ad avere almeno un abito con il bustino adatto al suo petto, senza costrizioni. Milly non era mai arrossita tanto in vita sua. Imbarazzo e vergogna l' opprimevano nonostante i complimenti della sarta sul suo meraviglioso décolleté.
Così aveva un bellissimo abito blu che a lei sembrava scandaloso.

Willkins bussò alla porta del salottino, nonostante fosse aperta.
" Miss Milly, vostro padre chiede di voi."
" Grazie Willkins, presumo sia nel suo studio?".
" Esattamente miss."
" Bene, vado subito." ribadì posando il lavoro sul cestino da ricamo.
" Entra" fu l ordine del padre, quando Milly bussò.
" Buongiorno padre."
" Buongiorno Milly, vieni siediti, ci sono alcune cose di cui dobbiamo discutere!"
Ecco il cambiamento. Nessun ordine né insulto. Adesso discutevano.
" Oggi sono andato con Lucien a vedere la casa in cui vivrete tu e Jason. È un bel quartiere a due passi da qui, sono sicuro che ti piacerà. La casa però ha bisogno di lavori urgenti, ammodernamenti, trattamenti per il mobilio, insomma c'è un bel po' di lavoro da fare ma conosco una squadra che riuscirà a finire prima del matrimonio. Sarà il mio regalo di nozze." concluse l 'uomo deciso.
" Scriverò a Jason e gli chiederò se è d'accordo. "
" Milly sarà anche casa tua! In fondo se non fosse per la tua dote non avrebbe che debiti."
" Forse, ma sarà lui a decidere."
" Un regalo non si rifiuta!" Continuo' imperterrito Mr Fletcher.
" Padre, non sto rifiutando e forse non lo farà neanche Jason, ma non posso prendere decisioni al posto suo, voi lascereste decidere mia madre a vostra insaputa?"
" Va bene allora parlane con lui ma cerca di essere convincente ragazza! Poi gli parlerò anch'io, vedrai che se uniamo le forze la spunteremo."
Milly scosse la testa. Suo padre che cercava il suo appoggio!
" Come volete padre, gli scriverò domani."
Mr Fletcher scosse la testa.
" No no non serve, glielo dirai di persona."
" Jason sta tornando a casa? Non me ne ha parlato nell'ultima lettera !" contesto' la figlia.
" No Milly, Jason non tornerà, ha una partita importante sabato. Saremo noi ad andare a Eton. " dichiaro' il padre, come se fosse una cosa abituale.
"Noi andremo a Eton?"
" E' quello che ho detto. Lucien non potrà sostenerlo perché la moglie non sta bene."
" Mrs Kerr è malata?" Milly si preoccupo'. La gravidanza della sorella di Jason sembrava proseguire bene ma Mr Kerr era sempre agitato.
"Non è malata è solo stanca. Lucien è convinto che si affatichi troppo e non vuole lasciarla sola. Quando si tratta della moglie diventa ansioso."
" Quindi andremo noi ?"Chiese incredula.
" Certamente. Se il ragazzo ha bisogno di sostegno, allora glielo daremo!"
Milly uscì dallo studio in stato confusionale. Non che non volesse rivedere Jason, ma vederlo tra i suoi compagni non era come vederlo a casa. Non l'aveva più rivisto da quel brutto giorno e non sapeva come si sarebbe sentita o come l'avrebbe accolta lui. Erano amici, anche nelle lettere che si erano scritti dopo, c'era stata una indiscussa cortesia. Si raccontavano le loro giornate ma quell'intimità che Milly sembrava aver avvertito nei primi tempi, era svanita. Nei romanzi che amava leggere si diceva che nell'amicizia è importante dare, più che ricevere, perciò avrebbe dato a Jason il sostegno di cui aveva bisogno, in qualche modo.

SOLO TUWhere stories live. Discover now