Ventitré

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"Secondo me vicino ad una fonte infiammabile, prendo fuoco."

Alzai il viso dalle mie mani intrecciate sul mio busto per guardare di fronte a me.
Holden era in piedi che si tirava i lembi della felpa dorata facendola luccicare di più sotto le luci della sala relax e se la guardava un po' schifato, nonostante quello che voleva significare.

"100% poliestere" continuò alzando gli occhi tondi verso di me.
Era divertito e odiava vestirsi con la pelle brillante di Edward Cullen ma doveva conviverci fino all'inizio del serale e io almeno ci traevo qualche vantaggio tipo vederlo tirare la felpa di plastica che indossava con la voglia, implicita, di strapparla come fanno i bambini quando qualcosa non gli piace.
"Dai che così sembri il quinto dei Cugini di Campagna" mi alzai e gli diedi una pacca sulla spalla destra prima di aggiustare la camicia nera oversize che indossavo io.
"Stasera facciamo anima mia in duetto allora" Joseph mi sorrideva in quel modo stupido che aveva solo lui di sorridere.
Scossi la testa ridendo, "se la prendo."
"La devi prendere, Am."
Era l'ultimo giorno per potersela guadagnare ed eravamo in sei senza: Io, Kumo, Giovanni, Sarah, Ayle e le due nuove arrivate: Kia e Nahaze.
Per sette persone, quattro maglie e se la Cuccarini continuava a mantenere il suo tacito filo di odio nei miei confronti sfavoreggiandomi con canzoni che potevo cantare giusto da ubriaca e con i sensi non lucidi, come aveva fatto durante il programma, probabilmente io sarei stata la prima lasciata andare a casa con tanto di "vedrai che ce la farai anche da sola".

Mi sedetti al mio banco, battendo i piedi contro il pavimento in modo ritmico e sostenuto.
Non pensavo ma ero davvero ansiosa di non farcela. Era diventata più una questione di orgoglio a quel punto, l'idea di essere arrivata fino a lì e non continuare, almeno per una puntata, mi faceva capire che ancora una volta non ero abbastanza, e non lo ero mai in qualsiasi cosa io facessi. Perfino cantare che era l'unica cosa che pensavo di essere in grado di fare.

Sentivo lo sguardo di Mida che ogni tanto si spostava su di me, guardandomi di sottecchi ed in silenzio mentre Nicholas dall'altra parte lo faceva in modo completamente aperto.
Mi mise una mano sulla spalla, stringendomela piano, "oggi è tua" bisbigliò e io mi voltai per guardarlo.
Gli feci un sorriso pigro e alzai il pugno verso il soffitto, "daje" non ci credevo manco io ed era estremamente visibile.

"Sarah, Ayle, Giovanni, Kumo, Amen, Kia, Nahaze" sentì il mio nome uscire dalla labbra fine della conduttrice tabagista e tornai con l'attenzione davanti a me, "potete scendere."
Era arrivato il momento.
Feci un piccolo sospiro, mi lisciai la camicia e seguì gli altri, saltellando giù per gli scalini con la fretta di un labrador.

Dovevo ammetterlo a me stessa più che altro, avevo l'ansia.
Se fossi tornata a casa così, dopo qualche mese, avrei fatto una figura barbina? Di quelle con la coda tra le gambe e gli occhi bassi?
Probabilmente sì.
Ed io non sapevo neanche perdere perciò piuttosto che tornare a casa mia avrei chiesto a Maria di assumermi come bidella della scuola.

Mi sedetti sullo sgabello grigio e girai leggermente per voltarmi verso i banchi alla mia schiena e sorridere piano ad Holden che mi fissava con gli occhi tondi sbarrati e le labbra increspate verso l'alto.
Alzai il pollice verso di lui.
"Amen" la rettrice scolastica mi stava riprendendo.
Mi voltai velocemente, "sì?"
Maria non sembrava arrabbiata con me perché non stavo ascoltando mezza parola di quelle che stava pronunciando ma più che altro divertita dal mio scambio di pollici in su con Joseph.
Scosse la testa, muovendo la frangetta da Justin Bieber nel 2010, e continuò il monologo da conduttrice.
Fondamentalmente ci saremmo dovuti esibire uno a uno e il professore dell'alunno avrebbe deciso le sorti del malcapitato e noi dopo aver cantato o ballato, avremmo dovuto annuire e accettare il giudizio con calma.
La mia calma avevo il timore che potesse assomigliare a quella di Holden quando lo avevano obbligato a pubblicare la canzone di Natale insieme a Petit e Lil Jolie.
Lui avrebbe preferito sparare contro i microfoni - e Rudy - e far saltare in aria la centralina piuttosto che sentire la sua voce pubblicata in qualcosa che non gli apparteneva e io lo stimavo come poche persone al mondo per questo, perché lui era completamente integerrimo e lontano dalle logiche del pongo della produzione e delle case discografiche.

Paris Latino - Mida Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora