al confine della notte

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jisung era finalmente comodo nel pigiama che gli aveva prestato il suo migliore amico e ora giaceva nel letto completamente rilassato. Stava aspettando che felix finisse la doccia così avrebbero parlato della nuova scoperta di quella sera: minho e felix fratelli, o meglio fratellastri.

la stanza, dipinta da un blu confortante, era completamente silenziosa. Forse se si prestava maggiore attenzione si poteva udire il calmo respiro di jisung che teneva lo sguardo fisso sul soffitto mentre ripensava a quell'assurda giornata.

era praticamente fuggito dalla casa del padre, aveva rischiato di vagare di notte per la città buia ma minho gli aveva praticamente salvato il culo ed ora si trovava a casa del migliore amico con una nuova nozione in testa. Diciamo che non erano cose di tutti i giorni.

i suoi pensieri vennero interrotti dall'ingresso di felix nella camera che senza pensarci due volte si buttò sull'amico schiacciandolo quasi, cosa che lo fece ridere mentre cercava di levarselo di dosso.

''felix! Mi soffochi così!''

il biondo rotolò via ridendo e si stese affianco a jisung, passandosi una mano in faccia per poi prendere un profondo respiro e prepararsi al racconto. Non era un argomento per lui facile da affrontare, anzi era un suo punto debole.

entrambi i ragazzi si misero seduti a gambe incrociate sul letto: jisung prese un cuscino che abbracciò, pronto ad ascoltare l'amico mentre quest'ultimo pensava da dove iniziare precisamente.

felix poggiò poi la testa sulle gambe dell'amico poggiando lo sguardo sul soffitto bianco della stanza.

''dunque... siamo fratellastri perché abbiamo lo stesso padre.''

disse dopo qualche istante di riflessione, rendendo ancora più curioso il ragazzo.

''mio, nostro, padre era sposato all'inizio con la madre di minho ma dopo quasi due anni la tradì con mia madre. Quando sono nato io l'ha lasciata definitivamente e senza nemmeno pensarci due volte.''

jisung ascoltò il racconto in completo silenzio mentre passava delicatamente le dita tra i capelli di felix, arricciandoli attorno alle dita per poi sviarle via, e continuò così svariate volte.

''minho fino a poco fa abitava a gimpo... per questo non te ne ho mai parlato.''

il più grande tra i due (di un giorno in realtà) si lasciò scappare un sospiro mentre le sue mani presero a fare dei grattini sulla testa dell'amico che, completamente rilassato, chiuse gli occhi.

''non preoccuparti felix, sono felice tu me ne abbia parlato ora in ogni caso, e sono felice che nonostante tutto ciò abbiate un buon rapporto.''

e jisung era davvero felice per il suo migliore amico, ma in quelle parole si celava un velo di amarezza, di tristezza.

perché lui non riusciva ad avere un buon rapporto con quelli che erano i suoi fratellastri? Era davvero così tato difficile?

avrebbe anche voluto parlarne con felix, avrebbe voluto sfogarsi, piangere, ma non era un momento adatto quello. Già felix ha le proprie cose per la testa, ciò pensava jisung.

i due ragazzi continuarono a chiacchierare, ora ognuno al proprio posto e steso comodamente, per tutta la notte fino a quando le palpebre non si fecero pesanti lasciandoli crollare nelle braccia di morfeo.


il mattino successivo jisung si svegliò ben prima del proprio amico; notando che fosse abbastanza presto per una domenica mattina decise di lasciarlo dormire beatamente.

si alzò silenziosamente ed andò a cambiarsi, indossando i vestiti della sera prima; storse leggermente il naso quando sentì l'odore che c'era anche nella macchina di minho, doveva assolutamente lavare quei vestiti.

si diede infine una sistemata ai capelli per poi prendere le proprie cose e lasciare la camera nel modo più silenzioso possibile; raggiunse la porta d'ingresso ed indossò le scarpe, per poi lasciare definitivamente anche la casa.

si diresse così verso casa propria, accendendo finalmente il proprio telefono che la sera prima era completamente morto a causa della batteria scarica.

quando si accese notò parecchie notifiche intasare lo schermo, la maggior parte venivano dal padre, qualcuno dalla madre e poi una da uno numero sconosciuto.

jisung sospirò e mentre camminava iniziò a rispondere ad alcune, giusto per dare segno di vita e non far preoccupare coloro che erano i suoi genitori.

papà

jisung torna a casa
per favore
rispondimi ti prego
sono preoccupato da morire
mi dispiace per tutto
so che mi odi, ma ti prego rispondimi
torna qui
dimmi che non ti è successo nulla


a leggere tutti quei messaggi i suoi occhi si fecero inevitabilmente lucidi, si ritrovò costretto a mordersi il labbro inferiore per contenere le lacrime che minacciavano di uscire.

si fermò sul marciapiede su cui stava camminando per prendere un profondo respiro e rispondere al padre, dopotutto sembrava essere davvero preoccupato, non era una finta.


scusa per ieri sera, ero da felix, mi era morto il tel, ora sono quasi a casa mia


successivamente passò alla madre che chiamò; per fortuna la donna rispose subito alla chiamata e si poté udire un grosso sospiro di sollievo da parte sua. Davvero erano così tanto preoccupati per lui? O semplicemente avevano paura di avere problemi legali se fosse scomparso seriamente?

''jisung dove cavolo eri finito? Ma cosa ti passa per la testa!?''

ovviamente la madre doveva URLARE per farsi sentire e la cosa fece roteare gli occhi a jisung che già si stava pentendo di averla chiamata. Insomma perché l'ha fatto? Poteva semplicemente scriverle un messaggio.

anche se l'avesse fatto, probabilmente l'avrebbe chiamato lei.

''scusa ma', avevo il telefono scarico, ma sto bene. Mi ero fermato da felix per la notte, ma ora sono quasi fuori casa.''

''sappi che non ti farò mai più andare da tuo padre se hai intenzione di comportarti così!''

''come se dovesse dispiacermi...''

''han jisung! Impara a portare un minimo di rispetto per i tuoi genitori! So che non è la persona migliore sulla terra, dopotutto l'ho lasciato io perché quel codardo...''

e così iniziò una delle solite lamentele della madre sul padre, nonostante fossero divorziati da anni ormai, lei aveva sempre da ridire sul comportamento dell'uomo. Forse non l'ha ancora passata come tanto dice di averlo fatto.

''ma' sono quasi fuori casa, parliamo dopo, va bene?''

e così finalmente la chiamata terminò, facendo sbuffare sonoramente il ragazzo che ora si ritrovò ad affrontare la nuova chat che era comparsa tra le varie tipiche, la cosa spaventò leggermente jisung visto che era un numero sconosciuto ma decise di controllare.

+82 *** *** ****

la prossima volta che ti ritrovi nei guai simili invece di spaventare mio fratello chiamami


ci volle ben poco per capire chi fosse e jisung rimase abbastanza sconcertato; come faceva minho ad avere il suo numero e soprattutto perché lo aveva contattato. Quasi quasi non voleva nemmeno rispondergli, ma non voleva fare la parte del codardo.


piuttosto chiamo il carro funebre che te.


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guess who's back, back again

Bittersweet RivalryOù les histoires vivent. Découvrez maintenant