-CAPITOLO 1-

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Sono nascosta sotto una scrivania, dove ci entro a malapena, stringendo nella mano la revolver che tengo legata al busto; sento dei passi farsi strada verso di me e istintivamente arretro sbattendo la schiena contro il muro rischiando di farmi sentire, e tutto ad un tratto sento i passi fermarsi.

Mi avranno sentita di sicuro

Impugno meglio l'arma sicura di dover uscire fuori e sparare a chiunque mi trovi davanti per salvarmi;

quando all'improvviso sento sbattere la porta della stanza, facendomi intuire che sia entrato qualcun altro di corsa.

Già sono arrivati i rinforzi, ma che stronzata, come se potessero mai fermarmi un paio di coglioni in più. Tutti sanno benissimo che uccido a sangue freddo chiunque mi capiti sotto gli occhi.

Stavo per uscire quando sento uno di loro parlare e quindi mi fermo di scatto cercando di capire cosa si dicono.

«Signor Ramirez, sono corso qui per dirvi che gli uomini di Chevez sono nell'edificio» mormora impaurito un soldato di Scar
«Sapete se è arrivata anche la piccola Jolanda?» risponde Scar con un tono distaccato e calmo

mi viene spontaneo storcere il naso per il modo in cui mi ha chiamata

non sento nella sua voce neanche un minimo di paura, anche se ne dovrebbe avere... sanno tutti di cosa sono capace, e questo non sapete quanto fa aumentare il mio ego

«Si signor Ramirez, l'hanno avvistata nei piani superiori; cosa ne facciamo di lei appena la prenderemo?» chiede il coglione che non riesco a vedere in faccia; cerco di ricordare la sua voce perché devo fargli fare una brutta fine dopo aver solo pensato di riuscire a fare una cosa simile a me, ma ha capito di chi sta parlando?

«sempre se ci riuscite! visto che siete un branco di nullafacenti, lei non è per niente stupida ed incompetente» sogghigno alle parole di Scar, lui sì che sa come gratificarmi
«fate di tutto per portarmela viva» conclude Scar;
sento dei passi e una porta chiudersi

aspetto un paio di minuti prima di sporgermi fuori dal mio nascondiglio per vedere se posso uscire e andare via dall'edificio, visto che ho preso tutte le informazioni che mi servivano.

Dopo aver notato che sono sola mi alzo e mi dirigo verso la porta tutta a sinistra della stanza, dove di fronte ad essa è presente la porta da dove sono entrata per nascondermi.

Sto per aprire la porta che mi serve per andare via da questo posto, ma sale sulla finestra che si trova alla mia sinistra, un gatto nero selvatico, lo osservo e mi perdo nei suoi occhi marroni.

Istintivamente faccio una cosa che in questa situazione non avrei mai fatto, mi avvicino al gatto per provare ad accarezzarlo rapita dai suoi occhi

stranamente il gatto si fa accarezzare da me, ma un rumore improvviso mi fa girare la testa di scatto spaventando il gatto che scatta fuori dalla finestra colpendo delle lattine, così da provocare un suono molto forte;
questo avrebbe sicuramente messo in allerta qualcuno, così corro verso la porta

la spalanco, però sento l'altra porta aprirsi.

Mi giro di scatto

«Ciao Jolanda, cercavo proprio te;
in realtà aspettavo che qualcuno ti portasse da me, perché io non avrei mosso un dito, ma hai fatto tu perché sapevi benissimo che nessuno ti avrebbe mai catturata.» borbotta, sa come prendermi, mi sta elogiando.

alzo un sopracciglio sorpresa
«Ciao Scar, un uccellino mi aveva detto che volevi parlarmi, quindi eccomi qua» mento sicura di me, è una delle cose che so fare meglio.

«Mi piace che mi chiami per nome, sai qua mi chiamano solo per cognome» continua a parlare restando sull'uscio della porta, tenendo gli occhi incollati sulla mia figura senza perdersi nessun mio movimento

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