Capitolo 3 - Una scelta difficile (R)

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Palermo - 21 marzo 2026

Kephas.


"Che significa che non ricordi il tuo vero nome?"

"Non avrei dovuto dirtelo! Immaginavo questa reazione."

"Ma Kariot! Tu non ricordi il tuo nome, è una cosa seria."

"Lo so, dannazione. Per questo mi aspetto che la discussione rimanga tra noi. Abbiamo altre cose a cui pensare, adesso."

Lo sguardo si perse nell'ultima macchia di sangue presente sull'asfalto. Costeggiai la strada per qualche metro e, facendo schizzare la ghiaia sotto le gomme, parcheggiai la macchina al solito posto, a circa un chilometro dall'accampamento. Spensi il motore e feci un respiro profondo. Il cuore mi batteva in gola come se avessi percorso a piedi il tragitto di andata e ritorno. Aver convinto Kariot era stato un gioco da ragazzi; dopotutto lui amava questo genere di avventure, sebbene non ne avesse mai vissuta una.

Seguire un sogno era senz'altro un'idea folle, come pensare di risvegliarsi per caso dentro le pagine di un libro. Lux non avrebbe mai accettato una proposta simile, non sarebbe mai partita verso mete a lei sconosciute. Era la mia migliore amica, la conoscevo bene ormai. Nonostante non appartenesse a questa città, con il tempo aveva imparato a vederla come una campana di vetro, un luogo protetto dal quale nulla poteva più entrare e nulla sarebbe dovuto più uscire. Un posto in cui potere ricostruire una civiltà e dare origine a una nuova era. Ottimista, forse più di me, e con un cuore d'oro; ma anche testarda, orgogliosa e intraprendente. Una donna solare che credeva molto nella scienza e si lasciava trasportare meno da tutto ciò che non le appartenesse. Una persona con un animo forte che aveva fatto del suo lavoro la sua passione, tralasciando aspetti per lei meno importanti come quello sentimentale.

Tuttavia non era solo questo, ed io lo avevo visto con i miei occhi; ero stato l'unico a conoscere la selva oscura che occupava parte del suo cuore. I suoi racconti mi erano rimasti impressi nell'anima; incollati addosso come sanguisughe capaci di sottrarmi persino il respiro. In passato, ubriaca e senza freni alla lingua, mi aveva raccontato tutto della sua atroce infanzia. Dalle violenze sessuali subite dal padre, alle serate brave e deplorevoli della madre. Dalla rabbia violenta del fratello nei confronti del capofamiglia, al silenzio, o meglio al silenzio complice e collusivo, dei parenti. Quella bottiglia di whisky aveva riaperto una voragine nel suo cuore, una ferita profonda e inguaribile. E tra allucinazioni, deliri e attimi di follia, mi aveva descritto scene davvero scabrose.

I suoi gesti e i suoi pensieri, allora, erano quelli di una povera vittima a cui avevano strappato il valore dell'amore, una preda impotente di fronte al destino. Succube di un incubo schifoso durato per anni, poi terminato con la carcerazione del padre. Ma adesso Lux non era più quella bambina, la cui innocenza era stata irrimediabilmente violata. Il dolore non aveva fatto altro che renderla forte, determinata e nobile come il sole; misteriosa, sensuale e dolce come la luna.

"Ricordati quello che ti ho detto" dissi a Kariot, incamminandomi verso l'accampamento. "Stasera, quando saremo tutti seduti attorno al fuoco, dovrò convincere il gruppo a prendere una decisione. Mi aiuterai in questa follia?"

Il sole era calato da un pezzo e l'oscurità stava pian piano avvolgendo i contorni dei monti e del cielo.

"Farò del mio meglio, Kephas!" rispose, camminando al mio fianco.

La luna piena, bianca come il latte, era perfettamente disegnata contro un cielo nero perlato che si mescolava in sfumature di un viola freddo e profondo. A ogni passo verso l'accampamento, il timore di fallire diveniva sempre più straziante. La paura era tangibile e stringeva il mio stomaco in una morsa; mai come ora avrei preferito non dovermi assumere una tale responsabilità. Ciò che pensavo potesse essere un sogno premonitore, capace di spezzare le catene di questa nuova era, si sarebbe potuto trasformare in un abbaglio colossale. D'un tratto vidi le alte fiamme di un falò, leggiadre e danzanti, che illuminavano una lunga fila di persone.

Ricordi di un mondo passato (Cartaceo)Where stories live. Discover now