CAPITOLO 16

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“Come mai io e te, ci incontriamo sempre quando sei mezza nuda?”
Disse la voce impertinente di Dmitriy, appoggiato sull’architrave della porta con le braccia incrociate al petto; i capelli corvini ricadevano in ciocche disordinate sulla fronte  “Chissà perché, ti arriverà un calcio tra le palle se non te ne vai?” Dissi chiudendogli bruscamente la porta in faccia,ovviamente invano; Dmitriy era riuscito a bloccare con un piede la porta prima che potessi chiuderla del tutto.

“Anche io sono contento di vederti, fiocco di neve” disse lui sedendosi sopra il mio letto, per poi farmi segno di sedermi accanto a lui; ma che cazzo si credeva di essere? Non ero mica un cane “Guarda, che questa è la mia stanza” dissi avvicinandomi minacciosa verso il troglodita “Non decidi tu se o dove mi devo sedere” gli dissi puntando un dito nella sua direzione.

Purtroppo Dmitriy non sembrava dello stesso parere; prima che potessi ritirare il braccio, lui l' aveva afferrato, strattonandolo verso di sé, facendomi cosí cadere su di lui “Ne sei sicura?” Chiese lui in modo seducente; sbattei un paio di volte le palpebre, per poi spalancare gli occhi al limite del disgusto “O mio dio, che schifo” e mi alzai di scatto, arrabbiata “Fallo un' altra volta e giuro che i tacchi questa volta te li infilo in gola”.
Mi allontanai da lui arrabbiata; odiavo che qualcuno mi toccasse senza il mio permesso, odiavo che mi trattassero come una persona che non sapesse prendere le proprie decisioni per conto proprio, e soprattutto odiavo il fatto di essere cosí vulnerabile.

Arrabbiata con Dmitriy e con me stessa gli diedi le spalle, decisa ad abbandonare la stanza, ma una mano attorno al polso arrestò la mia fuga “Perdonami, Andromeda” disse lui con lo sguardo rivolto verso il pavimento “ho esagerato” continuò lui, alzando la testa per incastrare il suo sguardo nel mio.

Esasperata strattonai il braccio dalla sua presa, facendo dietro front verso il grande letto.
Appena mi sedetti, Dmitriy sfoggiò sulle labbra un sorriso impertinente, che mi fece arrossire dalla testa ai piedi “che cazzo ridi?!” Gli domandai arrabbiata “Mmmm…. Vediamo” disse lui grattandosi il mento rasato “Tu mi vuoi sedurre” disse lui scannerizzando il mio corpo centimetro dopo centimetro; solo allora mi accorsi di indossare una semplice salvietta azzurra che copriva il mio corpo fino a metà coscia.

Mi alzai di scatto dal letto, dirigendomi verso l' enorme cabina armadio, ovviamente non prima di aver lanciato uno sguardo assassino in direzione del deficiente, che se la rideva di gusto.
Dopo un quarto d'ora uscì dalla stanza e la prima cosa che vidi fu Dmitriy addormentato comodamente sul mio letto, stropicciandolo tutto; ovviamente cercai di ignorare, ma invano, di non concentrarmi sul fatto che i primi 4 bottoni della camicia era aperti, lasciando intravedere il petto liscio e muscoloso del ragazzo, oppure che la camicia nera di un pregiato tessuto era sollevata di qualche centimetro, lasciando scoperta una buona parte di pancia solcata da innumerevoli tatuaggi.
Sgranai gli occhi, quando il mio sguardo scivolò dalla pancia, a qualcosa che si trovava più in basso.
Allibita dal mio comportamento alquanto disdicevole distolsi lo sguardo, e con la mano sinistra afferrai un cuscino di morbide piume per soffocare un urlo; quando io e lui ci trovavamo nella stessa stanza, il mio cervello si scollegava totalmente dal resto del corpo, e le mie emozioni e i miei comportamenti avevano testa propria, perchè sapevo, che  lui aveva un potere destabilizzante su di me, anche se non volevo ammetterlo.

Alzai lo sguardo dal cuscino e lo impiantai sul corpo addormentato di Dmitriy, notando che un ciuffo di capelli corvini gli ricadeva sugli occhi “No! Assolutamente no! Riprenditi Andromeda” urlai a me stessa tirandomi qualche schiaffetto,  “Non cadere nella sua trappola! Ti comporti come una deficiente solo perché è bello” dissi a me stessa abbassando leggermente il tono di voce.

Purtroppo per me sono una perfezionista e se vedo una cosa fuori posto, devo subito sistemarla; lentamente mi sporsi su di lui intenzionata a sistemargli solamente quella fastidiosa ciocca di capelli, ma quando mi trovai faccia a faccia con quell' idiota, sul punto di compiere il gesto, Dmitriy spalancò gli occhi color ghiaccio, e  in quel momento, quando fece capolino un sorrissetto , capí di essere fottuta.



pov  Dmitriy

“La nostra Andromeda voleva approfittare di un povero ragazzo addormentato?” Dissi fingendomi oltraggiato  “Mi hai beccata, stavo cercando di strangolarti!" Disse lei mettendosi a gambe conserte sul letto, offesa .
Sorrisi, e pensai che era da molto tempo che non mi prendevo una pausa, visto che gestire un' attività come la nostra significava fare turni serali con ore impossibili.

Quindi mentre aspettavo Andy, mi ero addormentato profondamente; il fatto che mi fossi addormentato in una casa che non fosse la mia, rendendomi così vulnerabile, la diceva lunga su quanto mi fidassi di Mark, dei suoi figli, e soprattutto del mio fiocco di neve.
Alla festa mi aveva un pò offeso la sua tacchettata sul piede, ma il fatto che era rimasta ferita, e per di piú nella casa dei miei genitori, mi aveva un pò destabilizzato; Andromeda a tutti gli effetti, era entrata nella mia mente, e non sapevo se o quando ,come una droga avrebbe raggiunto il resto del corpo, fino al cuore.

Alzai leggermente il busto, incrociando le braccia dietro la testa, osservando intensamente Andromeda; gli occhi azzurri fissavano il pavimento irosi, probabilmente escogitando un piano malefico per farmi scomparire dalla faccia della terra, nel modo piú doloroso possibile,i capelli castani ancora umidi, gocciolavano sul letto, le guance, che nell' ultimo periodo si erano riempite, erano rosse e morbide e infine il labbro inferiore era intrappolato tra i denti, in un adorabile broncio, che sicuramente avrebbe dovuto spaventarmi.

“Che cazzo mi fissi!” Sbottò lei irritata “Stavo solo rimirando la tua bellezza” dissi seducente alzandomi dal letto per avvicinarmi ad Andromeda “Smettila di comportarti così! e vattene via dalla mia stanza!” Disse lei, mentre il viso le diventava rosso pomodoro “E se non lo fai, chiamo i miei fratelli!”E lo disse, indicando la porta chiusa della sua stanza “E poi perché sei venuto qui?”Urlò esasperata Andromeda; lentamente mi alzai e mi avvicinai a lei, troneggiano dall' alto sulla sua figura “Adesso me ne vado, non c'è bisogno di minacciare” dissi sollevando le mani in segno di resa “E sono venuto qui, per vedere se stessi bene” risposi abbassando le mani e sfiorando con l' indice la guancia rosea di Andromeda “Stammi bene, mio piccolo fiocco di neve” e mi abbassai su di lei dando un bacio leggero sulla fronte, prima di girare la schiena e abbandonare la stanza.

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Ciao a tutti, dopo un bel pò di assenza sono tornata, visto che questo non è un bel periodo per uno studente.
Spero che il capitolo vi piaccia

Alexa 💙

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