Diario mio, ho paura.
Ho paura di ciò che sento, di ciò che vedo e soprattutto ciò che penso.
Ho bisogno di parlare con qualcuno, ma nessuno oltre ad un foglio di carta ha il potere di ascoltare i miei lamenti.
Nonostante la febbre mi sia scesa, sento un male diverso che ancora non mi abbandona. Un male più profondo, marcio, una maledizione.
Sono i residui della febbre? O il mio Dio vuole punirmi per i miei peccati?
Ho sentito Mathias convincere la mamma a non mandarmi ancora a scuola, seppur il mio dovere me lo obbliga.
Lei ne è contraria, vuole che io studi da sola per tutto quello che sto perdendo a causa della mia debolezza. Lo vedo impresso nella delusione nei suoi occhi.
Ma voglio essere egoista, per una volta.
Non ci riesco.
Non riesco ad alzarmi, a studiare.
Mi sento delirante.
Non voglio rimanere da sola, ho paura. Sento negli angoli mille occhi pronti a comandare ad una bocca piena di artigli il momento giusto per un agguato.
Figure distinte ancora più nere del buio stesso, sfuggevoli. Le vedo con la coda dell'occhio, ma scappano appena mi giro.
Sento la pelle bruciare, poi formicolare, poi prurito e di nuovo bruciore.
Sta marcendo.
È il mio senso di colpa a darmi queste allucinazioni? È la febbre che sta tornando?
O sei veramente tu, Dio, a punirmi?
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Diario di un cannibale
HorrorCaterina è alle prese con le crisi dovute agli ultimi anni di adolescenza, fra lo studio e i lavori a casa. Un pomeriggio passato a sistemare gli oggetti d'infanzia le basta per essere travolta dalla malinconia e tornare a scrivere un diario come fa...