L'IDROMANTE

La prima lettera ad Alistair

Alistair, dove sei? Ho bisogno di te più che mai.

Se il piccione cui affido questa lettera ti troverà, voglio che tu lo sappia: so di essermi imbarcata in un'impresa folle. Da quando le oscure forze di Shedar ti hanno rapito, però, non ho più pace, dovevo tentare qualcosa per trovarti, per salvarti. 

Se riceverai questa lettera, però, ti prego, vieni tu a salvare me al castello di Valcorain. Io non so più che fare, provo a portare avanti il mio inganno ma mi rendo conto ogni momento di più che non resisterò ancora a lungo.

Vieni, ti prego, sicuro e potente come solo tu sai essere, portami di nuovo a Cae e continuiamo la nostra vita di prima, senza allontanarci mai più dal villaggio, senza mai più passare una notte come questa, fredda e buia come le pietre di Valcorain

Mi manchi attimo dopo attimo, dalla morte dei nostri genitori mi sei rimasto solo tu, lo sai che non posso sopportare di perdere anche te. Finché avrò un briciolo di energia, lotterò per ritrovarti. 

Solo così la mia vita potrà acquistare di nuovo calore, amore, comprensione. Speranza, è soprattutto la speranza quella che mi davi tu, la speranza in un mondo finalmente in pace dove potremo coltivare le nostre arti divinatorie, dove magari anch'io potrò diventare brava. Me lo avevi promesso, quando venivi addestrato, che anch'io avrei avuto un'istruzione per sfruttare il mio dono, ti ricordi?

Deve solo tornare la pace, poi tutto sarà bello come prima, vedrai. Pazienza se il prezzo da pagare sarà il dominio di re Edric, in fondo è il male minore. Rispetto agli Shadar, al loro mondo senza libertà, posso accettare perfino questo re che urla in ogni gesto e in ogni istante la sua forza, perché il mondo non veda le sue debolezze.

Alistair. Pensare a te, alla nostra vita di prima della guerra, è come ricevere un pugnale in pieno petto.

Davanti agli occhi ho ancora l'immagine del tuo letto vuoto nella nostra casa di Cae, della tua camera devastata, della finestra sfondata. Come ho fatto a non sentire niente, quella notte? Forse l'incantesimo di Shedar ha preso alla sprovvista me e tutta la nostra famiglia, non ho altre spiegazioni.

So che è stata folle l'idea di venire al castello di Valcorain e di spacciarmi per la tua emissaria, ma che altra opportunità avrei avuto per arrivare in prima linea, per vedere l'esercito nemico e magari tentare qualcosa per trovarti? Quando il messaggero di re Edric è arrivato a casa, non ci ho pensato due volte e mi sono inventata subito questa storia. Del resto, chi avrebbe potuto smentirmi?

Solo una cosa potrà forse aiutarti a capire questo mio piano folle: speravo che le mie doti di idromante fossero più potenti. Invece, mi ero soltanto illusa. Devo confessarti che, quando hai ricevuto il tuo addestramento, io ti spiavo, lezione dopo lezione. Eri bello, mentre diventavi sempre più sicuro, più potente. Sapevo che, con te al mio fianco, sarei stata sempre sicura e, forse, sarei diventata brava anch'io. Ti spiavo e la sola cosa che volevo era diventare come te, Alistair.

Perché ora è tutto finito? Cosa ha fatto la guerra di tutti i miei sogni?

Forse però è vero, per quanto io abbia il dono, come tutti in famiglia, sono solo una donna. La mia magia non sarà mai potente quanto la tua. Me lo ha confermato la mia ultima predizione: prima di venire a Valcorain, avevo chiesto all'acqua cosa sarebbe successo e la risposta era stata un presagio di morte.

Lo so che è stato folle attraversare la foresta di Thorne, piena di trappole magiche e con una predizione del genere sulla mia testa, ma non avevo scelta: voglio ritrovarti, voglio abbracciarti ancora, rivoglio la nostra vita di prima, con te che diventi un idromante sempre più potente e magari, un giorno, insegnerai anche a me.

L'unica cosa che desidero ora, in questa fredda camera del castello di Valcorain, è sentire la tua mano che mi accarezza i capelli, mentre mi dice che andrà tutto bene. Puoi sentire la mia supplica, Alistair? Puoi aiutarmi ora?

Scrivo illuminata da una fiamma tremolante, dagli angoli bui di questa stanza mi sembra possa uscire qualsiasi belva.

Anche se le belve peggiori, forse, in questo castello, appartengono alla mia stessa specie.