Capitolo 8

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Angel
Non riuscivo a credere a come tutto questo fosse diventata la mia realtà.
La mia vera famiglia mi aveva abbandonata poco dopo l'incidente, scomparendo dalla mia vita una volta per tutte e se all'inizio la cosa mi aveva addolorata, ora non sembravo sentirne più la necessità.
Guardandomi attorno capii, avevo perso una famiglia soltanto per trovarne una migliore, una che incarnasse il vero senso della parola famiglia.
Erano passati diversi giorni ormai da quando avevo accettato Mason come compagno e il branco come casa, eppure in questo lasso di tempo tutto ciò che avevo visto attorno a me mi aveva lasciata sorpresa e felice di farne parte.
Le persone si aiutavano l'una con l'altra, si proteggevano a tenevano in modo sincero al benessere altrui, sembrava quasi impossibile che esistessero in questo mondo.
Gli umani che avevo incontrato fino all'incidente non avevano fatto altro che dimostrarmi la cattiveria e la disonestà dell'animo umano, le persone che avrebbero dovuto prendersi cura di te e starti accanto, ti tradivano voltandoti le spalle... ma qui, beh, qui era tutto l'opposto ed ero fiera di avere la possibilità di farne parte.
In quel momento tremai di paura. Le parole della dea tornarono a rimbombarmi nella mente.
Tutto questo amore e questa pace, presto si sarebbero spenti per lasciare spazio a una vera guerra.
Ed era solo colpa mia.
Non avevo modo di fermare gli ingranaggi che si erano messi in moto e neppure di proteggere tutti loro dalla paura e dalla sofferenza che presto li avrebbe colpiti.
Inoltre, l'idea di avere un altro compagno non mi piaceva affatto.
Come avrei gestito la cosa una volta palesatosi?
«Ehi, sei pensierosa?» due mani calde mi cinsero la vita.
Non mi ero neppure resa conto di essere ferma alla finestra a sospirare, ma lui l'aveva notato.
Sapevo che parlare di ciò che mi aveva detto la dea avrebbe potuto rovinare le cose tra di noi e creare tensioni, ma se davvero tutto questo era reale, doveva sapere. Lui e il branco dovevano essere pronti per qualsiasi disastro fosse in programma.
«Dobbiamo parlare Mason» dissi seria.
«Che succede? Qualcuno nel branco ti ha trattata male?» un ringhio proruppe dalla sua gola.
«No tesoro, qui siete tutti fantastici e sono felice di avervi trovato, ma proprio per questo dobbiamo parlare»
«Il tono preannuncia guai Angel» sospirò abbassando le spalle e dandomi tutta la sua attenzione.
«Non ti ho detto tutta la verità sul mio risveglio» ammisi.
«Vieni, andiamo nel mio ufficio, lontano da orecchie indiscrete»
Annuii.
Gli raccontai tutto, di come la dea mi avesse accolta, del secondo compagno e perfino del dio della guerra che bramava il controllo su me e Athena.
Feci uscire tutto di fiato per essere sicura di non cambiare idea.
Una volta finito, rimasi in silenzio a contemplare la sua espressione neutra.
Non parlava, non mi guardava... sembrava ferito e arrabbiato, ma lo capivo.
Al suo posto mi sarei sentita così anch'io, ma mi addolorava essere la causa di tutto questo.
E se non mi avesse più voluta? Se mi avesse cacciata?
«Non lo farà, lui ci ama e noi siamo le sue compagne» Athena parlò nella mia mente, ma questa volta il suo tono fu dolce.
«Tutto questo è folle, nessuno ha mai avuto due compagni in vita e l'idea che una divinità ti voglia per comandare il mondo è ancora più folle» il suo viso privo di emozioni mi fece temere il peggio «Ma ti credo» un sorriso timido comparve sul suo viso.
«Mi credi?» balbettai incerta.
«Certo, sei la mia compagna e per quanto questo sia folle, dubito che tu ti sia inventata tutto questo»
«Ciò che ti ho detto mi spaventa Mason, la Dea mi ha fatto intendere che non si fermerà finchè non mi avrà avuta sotto il suo controllo»
«Non lo permetterò mai, anche a costo della vita»
«No» mi alzai di scatto urlando «La tua vita non sarà mai il prezzo della mia salvezza... se le cose dovessero prendere una brutta piega, promettimi che ti volterai e te ne andrai il più lontano possibile con il branco»
«Non ti abbandonerò mai Angel, è fuori discussione»
«Mason, non hai voce in capitolo» gli sorrisi triste «Devi promettermelo, altrimenti non riuscirò ad affrontare ciò che mi attende con lucidità, devo sapere che tutti voi sarete al sicuro da qualsiasi cosa accada»
«Ang...» lo fermai con un cenno di mano.
«Io farò tutto ciò che mi è possibile per resistere a ogni cosa, ma è un dato di fatto, non sappiamo di cosa sia capace Ares e quali armi abbia dalla sua parte... potrei non avere scelta, è un Dio, Mason» sembravo isterica anche alle mie orecchie. L'incertezza mi stava consumando.
Non avevo la ben che minima idea di ciò che sarebbe accaduto, sapevo solo che seppur fosse inspiegabile, credevo alle parole della Dea a tal punto da averle prese sul serio.
Sapere che un dio mi desiderava sotto il suo controllo era una cosa che mi terrorizzava, ma sapere che tutti loro, coloro che mi avevano accolta con amore, potessero rischiare la vita, mi spaventava ancora di più.
Per riuscire a essere coraggiosa e affrontare il destino a testa alta dovevo avere questa certezza.
«Va bene, te lo prometto»
Gli saltai al collo stringendolo a me.
Sapevo quanto gli fosse costato promettermelo, eppure l'aveva fatto.
Per me.

Mason
Divinità.
Guerra.
Controllo del mondo.
Distruzione.
Tutto questo sembrava gridare a gran forza un solo nome. Ares.
E come se non bastasse, tutto sembrava legarsi stretto alla mia compagna.
Potevo proteggerla dai ribelli o da un vampiro, ma da un Dio?
Ero perso nello sconforto.
Avrei dato la mia vita per difendere la sua, perché ciò che mi legava a lei era il vero amore, eppure, il suo cuore immenso aveva messo me prima di qualsiasi altra cosa, perfino di sé stessa.
Mi aveva fatto promettere qualcosa che sperai davvero di non dover mai mantenere.
Abbandonarla non era un'opzione. Non per me.
Avrei solo dovuto mantenere i sensi in allerta, tenere il branco pronto a eliminare qualsiasi ribelle e tenerla al sicuro con tutte le mie forze

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