Fuoco pt. 1

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N.A.
Sono presenti scene di violenza fisica. Tenetevi alle sedie e non date di matto, c'è abbastanza follia per tutti.

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Alex per una volta era rimasta senza parole.
Nascose le sue ultime lacrime e guardò Percy come se fosse uno strano fantasma volteggiante apparso dal nulla.

Come diavolo aveva fatto a trovarla? Poco importava, non era nel mood per avere la compagnia di qualcuno e nemmeno per discutere.

-Pensavi che non mi sarei accorto del tuo ritorno?-
Il ragazzo sembrava tranquillo, aveva le mani in tasca ed era vestito come se non sentisse il freddo di novembre in Romania.

Alex non sapeva che Percy non si era effettivamente accorto della sua presenza sul set, ma aveva origliato una conversazione della signora Bethel che si lamentava di un certo vestito da sistemare e di una strana ragazza italiana tenuta nascosta da tutti.

-Sinceramente, non mi importa, Percy.- La risposta di Alex era più che onesta, parlare con Percy era l'ultima cosa che le interessava al momento.
Così gli voltò le spalle per tornare indietro e cercare un'altra uscita dal labirinto, ma la successiva domanda del ragazzo le fece venire i brividi.

-Ti fa ancora male la spalla?-

Alex si immobilizzò.
-Cosa?-

-Hai davvero preso una bella botta in quella gara e ammetto che un po' mi dispiace, perché la ruota non avrebbe dovuto sganciarsi del tutto, come ha fatto.-

A quel punto la ragazza si voltò, con occhi pieni di odio e che riflettevano la sua rabbia.

Ora aveva finalmente la conferma che era stato Percy a manomettere la sua moto e provocare l'incidente.

"È stato lui, è un bugiardo. Colpevole. Deve pagarla."

Alex era al limite della pazienza con Percy ormai, lo aveva già perdonato abbbastanza e nello stato mentale in cui era in quel momento, non sarebbe mai riuscita a trattenersi.
Infatti si fece prendere dalla rabbia e gli tirò un pugno sul volto così tanto forte da farlo cadere.

"Che hai fatto? Alex, perché lo hai fatto? Sei una bestia, un mostro. Non potrai mai essere amata."

Le voci che l'avevano aizzata ora si erano rivoltate contro di lei e il senso di colpa iniziò a tormentarla.
Ma prima che potesse scusarsi con Percy ed aiutarlo ad alzarsi, lo sentì ridere come se quello fosse stato tutto un gran bello spettacolo comico.

-È questo che sei davvero, avevo ragione.- Percy si pulì il sangue dal labbro ferito con il palmo della mano e la guardò come se avesse appena vinto.

-No, io...-
Alex provò ad abbassarsi per aiutarlo, ma il ragazzo si alzò di scatto e la attaccò con un forte calcio dritto alla sua spalla ancora precaria, la stessa che si era lussata per l'incidente di due mesi prima e per questo, dal rumore che fece, si lussò di nuovo, con facilità.

Alex imprecò per il dolore e fu lei stavolta a doversi sedere a terra, sentendo i muscoli della spalla piangere e chiedere pietà.
-Vaffanculo!- Gli gridò, nonostante riuscisse a stento a respirare per quel dolore, che non le dava nemmeno la libertà di tenere lo sguardo sul suo aggressore.

"Ci attacca, te lo meriti. Lo hai istigato."

-E tu vorresti entrare in polizia così? Ti sei fatta battere da me. Forse la polizia in Italia fa più schifo di quanto pensassi.- Percy, mentre continuava a prenderla in giro, si era rialzato e si stava riavvicinando pericolosamente a lei, ma Alex non si lasciò sopraffare e nonostante fosse a terra, calciò la caviglia di Percy in un punto specifico, facendolo imprecare e cadere di nuovo a terra come un sacco di patate.

JennaxFan - My CinderellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora