CAPITOLO XXVII

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Era stata una settimana mistica. Solo così poteva definirla.
L'evento di Cecilia era stato un successo.
Piena di gente, la Feltrinelli di Viale Libia era stata per quel lunedì pomeriggio gremita di via vai di persone che, con il libro dell'amica in mano, bramavano di poterle parlare.
La presenza di Jacopo poi, aveva sicuramente aiutato sia a calmare la bionda, incerta su come sarebbe andato il lancio del suo progetto, ma anche a calmare Margherita.
La romana infatti, approfittando della distrazione dell'amica, supportata e aiutata da Camilla,Luca ed Ilaria, con la scusa di fumarsi una sigaretta, aveva trascinato Jacopo all'esterno della libreria, mentre gli altri terminavano gli ultimi dettagli per l'imminente apertura.
Gli aveva chiesto se sapesse qualcosa su come Duccio avesse preso la loro chiamata del giorno precedente.
Il riccio aveva provato a farla desistere, non volendo spifferare il piano che il rosso aveva in serbo per lei, ma dopo la sua insistenza, si era lasciato scappare che Duccio aveva una sorpresa per lei.
Inutile dire che non era riuscita a pensare ad altro, da quando ne era venuta a conoscenza.
Jacopo le aveva semplicemente detto di aspettarsi qualcosa, perché il suo amico ci teneva ad impressionarla, a farle capire quanto, in così poco, ci tenesse.
E Margherita l'aveva capito. Anche lei, ci teneva.
Le sembrava ancora assurdo, come una persona fosse riuscita ad entrarle dentro l'anima sia senza preavviso sia in così poco, ma cercava di non pensarci.
Voleva davvero provare a non scappare, ad affrontare se stessa e buttarsi in qualcosa di così ignoto.
Non che non avesse paura, anzi. Aveva confidato al riccio, prima che rientrassero nella libreria per supportare Cecilia, quanto fosse spaventata del futuro, dell'incertezza di ciò che sarebbe stato il tutto.
E Jacopo, da bravo guru, le aveva ripetuto le stesse parole che aveva rivolto al rosso.
"Tempo al tempo. Vivitela, senza fretta. Quel che sarà sarà".
Margherita gli era scoppiata a ridere in faccia, sottolineando quanto sembrasse un filosofo con quelle frasi criptiche, ma poi l'aveva ringraziato lo stesso.
L'aveva ringraziato, perché per quanto le fosse venuta l'ansia, all'idea che Duccio stesse preparando qualcosa per lei, necessitava di essere rassicurata un minimo.
L'aveva capito, che era scattato qualcosa, fra lei e il rosso.
Non sapeva esattamente cosa, ma la connessione che percepiva nei confronti del ragazzo l'aveva rapita come mai le era successo.
Con Massimo era stato come in uno dei tanti romanzi rosa che aveva letto.
Lui, il bello di turno, più grande, conosciuto a scuola.
Lei, una ragazza qualunque che magicamente viene notata proprio dal belloccio.
Non aveva mai provato il brivido dell'oblio, il non sapere cosa potrebbe succedere.
Le sue paranoie, quelle poche volte che le erano venute, erano tutte incentrate sul farsi apprezzare da Massimo più di Siria, fargli capire che era lei quella giusta per lui.
La paura di essere scoperti poi, era praticamente inesistente.
Si potevano contare sulle dita di una mano, le volte in cui si erano visti alla luce del sole.
Non avevano neanche mai avuto un vero primo appuntamento.
Con Duccio invece, era tutta una scoperta.
Era la prima volta, che si sentiva scombussolata da un solo sguardo.
E soprattutto, era la prima volta che aveva preso coraggio, ed aveva fatto una cosa di sua iniziativa, baciandolo.
Il primo bacio, con Massimo, era partito da lui.
E non era stato minimamente romantico.
Complice la sessione di stalking che aveva fatto nei giorni precedenti alla serata di quel maledetto venerdì sera, aveva scoperto che lui e i suoi amici sarebbero andati in una discoteca per un evento techno.
Così, aveva convinto i suoi amici ad accompagnarla, con la scusa che era una serata "irripetibile". Un famoso dj si sarebbe recato proprio in quel locale, e non voleva perderselo.
Così aveva detto loro. La verità, è che sperava che Massimo la vedesse.
A tornare indietro, sarebbe stato meglio se quella sera fosse rimasta a casa.
L'aveva cercato per tutta la pista, cercando di non farsi notare dai suoi amici.
Poi, si era buttata sull'alcool, per provare a distrarsi.
Fu proprio durante il suo terzo giro di negroni, che l'aveva visto.
In tutta la sua bellezza, Massimo la scrutava dalla fine del bancone del bar.
Aveva distolto lo sguardo, non volendosi far sgamare da Camilla, che l'aveva accompagnata a prendere da bere.
Quando la riccia però le aveva detto di dover andare in bagno, era rimasta sola in fila.
In poco tempo, lui l'aveva raggiunta.
Si erano salutati impacciatamente. Erano mesi che lui non le parlava, a scuola.
"Stai bene stasera". Così le aveva detto.
Le aveva poi proposto di appartarsi vicino ai bagni, per riuscire a chiacchierare senza il caos.
E lei, ingenuamente, l'aveva seguito.
Avevano parlato del più e del meno, aggiornandosi degli ultimi avvenimenti delle loro vite.
Poi lui l'aveva afferrata per i fianchi, e lei non ci aveva capito più nulla.
Le si era attaccato al corpo, con la scusa di non sentire cosa lei gli stesse dicendo.
Poi, il disastro.
Si erano guardati negli occhi, e lui l'aveva baciata ferocemente.
Non c'era nulla di romantico, in quel gioco di lingue fuori quei bagni squallidi.
Quando si era staccato, le aveva fatto il segno di rimanere in silenzio, e si era dileguato.
Lei, troppo provata e sconvolta dalla situazione, aveva realizzato dopo quello che era realmente successo.
Aveva fatto finta di niente, tornando a ballare con i suoi amici, con le labbra ancora gonfie.
Quando poi loro si erano accorti del suo rossetto sbavato, avevano cominciato ad indagare.
E lei era crollata, raccontando cosa fosse appena successo, per quanto possibile.
L'alcool aveva cominciato ad offuscare la sua mente a tal punto che, il mattino seguente, si era autoconvinta di aver sognato quel bacio focoso.
Il messaggio di Massimo sul suo telefono però, che le chiedeva di parlare, le fece realizzare quanto in realtà tutta la situazione fosse reale.
I suoi amici l'avevano avvertita, al tempo, di quanto fosse una cazzata quello che stava facendo.
Ma lei, troppo sottomessa a lui, alla nuova situazione che stava vivendo, non li aveva minimamente ascoltati.
Era la prima volta, che un ragazzo sembrava mostrare un interesse verso di lei.
Aveva sempre vissuto nell'ombra prima di Ilaria, e poi di Camilla.
Fin dai tempi delle medie, la sua migliore amica aveva fatto strage di cuori, e lei era sempre rimasta in disparte a guardare, bramando qualcuno che la volesse.
Poi Ilaria si era fidanzata, e per un po' la sua amorevole invidia era stata sedata.
Poi, era arrivata Camilla. Con la sua sicurezza, anche lei piaceva, e molto.
Massimo stesso, una volta, le aveva detto che la considerava una bella ragazza.
Ed era tornata nuovamente a sognare ad occhi aperti di poter piacere anche lei, di tornare a casa, almeno una volta, con un nuovo numero in rubrica.
Ma non era successo. Per questo, Massimo le sembrava un sogno, un qualcosa di assurdo.
Con Massimo si era sentita importante in qualche modo, per essere stata lei la "prescelta" con cui lui aveva deciso di iniziare quella strana tresca.
Con Duccio invece, le sembrava di aver ricominciato da zero.
Aveva imparato a conoscerlo, Massimo. Non voleva esporsi troppo, era sempre prevedibile.
Riusciva a capire cosa pensasse, le sue reazioni ad ogni minima cosa.
Con il rosso, tutto il contrario.
Si, era convinta che avessero anime affini, che in qualche modo fossero connessi.
Ma era tutto così inaspettato, che l'ignoto era ciò che riusciva a definire meglio una situazione che lei stessa non sapeva come chiamare.
Per questo motivo, non sapeva cosa aspettarsi da lui.
Dopo la loro chiamata, si erano scritti praticamente tutti i giorni.
Lei gli aveva mandato le foto dell'evento di Cecilia, rendendolo partecipe della gioia comune sia della bionda, ma anche dei suoi amici e di Jacopo, fieri di lei e del suo successo.
Lui le aveva mandato i paesaggi della Svizzera, di ciò che mangiava, di cosa visitava e vedeva.
Avevano parlato dell'imminente esame di storia medievale di Margherita, di come odiasse gran parte del programma che doveva preparare, incentrato per lo più sui Franchi.
Ma da quando Jacopo le aveva accennato che Duccio aveva qualcosa in mente, lei non riusciva a pensare ad altro.
Ne aveva parlato anche con la sua psicologa, nella loro seduta di quel venerdì pomeriggio.
Dopo aver provato ad inventarsi una scusa decente, per giustificare la seduta saltata della settimana precedente, le aveva confessato con non poco imbarazzo che il vero motivo era per ciò che Duccio le aveva detto sul balcone di Cecilia.
La psicologa conosceva i suoi trascorsi con Massimo. Aveva cominciato ad andarci poco dopo la fine dell'anno scolastico in cui si era assentata per due settimane, chiudendosi in se stessa.
I suoi ce l'avevano trascinata a forza, spaventati e incapaci di capire cosa stesse succedendo a loro figlia.
Aveva protestato, all'inizio. Ma col tempo, quella donna all'apparenza burbera e di ghiaccio era diventata uno dei suoi appigli principali.
La psicologa stessa, infatti, le aveva sottolineato quanto fosse bello e importante per lei che si fosse buttata con quel ragazzo.
Margherita aveva condiviso con la psicoterapeuta anche la sua ansia legata all'ignoto, a ciò che Duccio aveva in serbo per lei.
E la dottoressa, come Jacopo e i suoi amici, con cui ne aveva parlato dopo l'evento di Cecilia, le aveva detto di godersela, di concentrarsi sulle emozioni positive che la situazione le provocava, piuttosto che su quelle negative che l'avrebbero automaticamente portata ai suoi tipici pensieri autodistruttivi.
Così, per cercare di liberare la sua mente il più possibile, aveva deciso di passare un weekend all'insegna dello studio.
Aveva costretto Camilla ad accoglierla sul suo terrazzo, per studiare insieme e, approfittando delle sdraio, provare ad abbronzarsi fra una pausa e l'altra.
Si erano organizzate per vedersi dopo pranzo, sabato, ed avevano studiato molto.
Così, la riccia l'aveva invitata anche il giorno seguente, per ripetere un'altra sessione di studio matto e disperato.
Ma Margherita tutto stava facendo tranne che studiare.
"Meg, sei te che mi hai chiesto di studia insieme eh". Camilla la riportò sulla terra, facendola sbuffare.
"Mi sento stupida se ti dico a cosa sto pensando"
"So venti minuti che stai fissando il vuoto, quindi mo me lo dici"
"Duccio non mi ha ancora scritto oggi". Camilla dovette metterci tutto l'impegno possibile, per decifrare quella specie di mugolio uscito dalla bocca della sua amica.
"E?" Margherita la guardò con gli occhi sgranati.
"E?! E cosa! Questi giorni mi ha sempre scritto in tarda mattinata, mai dopo. E ieri sera mi ha detto che era stanco e che sarebbe andato a letto presto, quindi non ci credo che stia ancora dormendo. E poi non che io pretenda chissà cosa, cioè-" Camilla scoppiò a ridere, frenando il suo flusso di coscienza.
"A Meg, azzardate a dirmi che non te interessa un'altra volta e ti meno! Comunque non te devi fa ste pare, magari è solo impegnato e non ha ancora avuto tempo di scriverti"
"Non lo so Cami, non mi piace molto fa la sottona. E poi Jacopo mi ha messo quella pulce nell'orecchio che me sta a fa impazzi"
"Io l'avevo detto a Cecia che doveva farlo sta zitto, sento il tuo cervello fumare per quanto stai pensando" Margherita ridacchiò.
"È più forte di me, non so cosa aspettarmi"
"Famo che ne riparliamo fra un po'? Oggi dobbiamo finire almeno le invasioni barbariche"
"E va bene. Però prenditi il mio telefono, sennò controllo ogni tre secondi le notifiche e rischio de sbrocca".
Margherita lanciò il suo telefono alla riccia, per poi provare a concentrare i suoi pensieri sugli appunti che teneva poggiati sulle gambe.
Quell'esame non era di certo il suo preferito, e proprio per questo motivo, voleva levarselo assolutamente il prima possibile.
Riuscirono a studiare quasi due ore filate, prima che la loro attenzione venne richiamata dall'insistente vibrazione del suo telefono, poggiato sul tavolino accanto Camilla.
"Amo vedi se è mamma? Me so scordata di dirle che sarei rimasta da te fino a cena".
Camilla afferrò il telefono dell'amica, per poi ridere.
"Mezzo che il tuo studio di oggi si conclude qui".
Non capendo cosa intendesse la riccia, Margherita prese il suo telefono, per leggere chi le avesse scritto.
"Oh cazzo". Fu l'unica cosa sensata che riuscì a dire, nel leggere i messaggi appena ricevuti.
@__piccolo___ : ciao signorina
@__piccolo___ : hai presente che ti ho detto che anche io sono uno che mantiene le promesse?
@__piccolo___ : se scendi da casa di Cami ti dimostro che è così

SPAZIO AUTRICE
Capitolo molto di passaggio, non odiatemi per il finale ma la parte sadica di me esce fuori quando si tratta di lasciare le cose in sospeso. Anyway Margherita finally sta ammettendo sempre di più che Duccio le interessa, e forse è arrivato il momento di questa magica surprise.
Chissà cosa avrà in mente il nostro rosso sottone.
Come sempre, fatemi sapere se il capitolo, per quanto di passaggio, vi è piaciuto, se avete opinioni sulla storia in generale o quel che volete.
Lov u
❤️‍🩹
P.s. Vi preannuncio che il prossimo l'ho già cominciato a scrivere, ma non fatevi troppe aspettative hahaha. Giuro che lo pubblico il prima possibile🙏. Ci tenevo anche a ringraziare chiunque abbia messo anche solo una stellina a questa storia, vi lovvo tanto, grazie di cuore❤️.

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