🦜𝐀𝐥𝐞𝐱
Rientrati a casa, sento di essere all'apice.
Il picco di tutto è arrivato, ogni cosa. Io ho un dannato bisogno di questa ragazza in tutto è per tutto. In ogni modo o forma si possa avere.
Perché così, mentre è davanti a me, non è abbastanza.
La voglio dentro, fuori, sotto di me, senza quei cazzo di vestiti mentre giura che io sarò l'unico comandante a cui giurerà mai fede e lealtà.
È agitata, la vedo, la sento.
"Ti ho preso una cosa" sussurra seria, mentre la stanza è buia e io vedo la sua sagoma, le sue labbra. "Me l'ha dato mia madre prima di andare via, voleva inviarmelo a New York per farmi capire che le mancassi e voleva tornassi a casa. Mi è sembrata una cosa... sensata da dare a te, visto che ora sono qui, ma tu..." sorride. "Nessuno ti ha chiesto di essere qui, eppure mi hai seguita e io... da quando ti ho visto sono stata maledettamente ancorata a questa informazione in una maniera talmente ossessiva ed intensa che potrei spaventarti se ti dicessi come ho trasformato questo aneddoto."
Stringo le labbra, i pungi. Devo resistere. Impossibile.
Apre la sua piccola mano davanti a me, mostrando un piccolo oggetto. C'è la scritta Rio de Janeiro colorata, mentre come sfondo la zona con il Cristo Redentore e una distesa di case e vegetazione. Il tutto è in rilievo e dettagli.
Ancor prima di prendere quella che ho capito essere una calamita, so che la conserverò per sempre.
"Prima che io la prenda..." faccio fatica a non emettere versi impazienti. "Promettimi che da ora in poi darai uno strappo alla regola. Anzi, da oggi in poi, sarai tu a decretarle per te stessa."
Inspira sorpresa, mentre attendendo attimi di sua esitazione, vorrei solo mangiarla viva.
Il suo respiro non è mai stato tanto fuori controllo, mentre usa anche la bocca e io sono in tilt. Lo sento, sto per esplodere.
"Sì..." sussurra. "Lo prometto."
Colmo in un millesimo di secondo la distanza che è tra noi quasi sbattendola sul muro ma assicurandomi di non farle male e, soprattutto, poso la calamita sul tavolino del soggiorno.
La prendo in braccio, mentre ho il suo volto vicino al mio.
E non aspetto un secondo di più.
La bacio con tutta la forza che mi rimane, sento che le tremano leggermente le gambe. Mi siedo sul divano e la metto a cavalcioni su di me. Lei è selvaggia, mi bacia con veemenza impossessandosi di me e grazie a Dio che si è lasciata andare perché non ce la facevo più.
Immerge la mano nei miei capelli e mi preme a sé, senza timidezza emette gemiti e cazzo, non credevo sarebbe mai successo una cosa del genere.
Con una versione di lei, a mio dire, del tutto nuova.
Sfoggia la sua audacia, non ha paura di nulla, è consapevole di chi è e di chi vuole essere: una forza della natura e, Cristo Redentore, ne sono dannatamente innamorato.
Sì. La amo.
"Mi hai fatto attendere parecchio" sussurro sulle sue labbra, prendendo fiato. "Ma non temere, piccola Mowgli, so che non hai mai resistito un secondo al mio fascino."
Ride lievemente e mi elettrizzo in maniera esagerata.
"Non montarti troppo la testa, potrei cambiare idea."
Inclino la testa all'indietro, ancora incredulo. Poi la guardo, beandomi di lei e di ciò che è.
"Athena Santòs, mi hai fottuto. Sono pronto ad essere il soldato più spericolato del tuo esercito perché sono innamorato di te a livelli estremi. Potrei farti da scudo umano se me lo chiedessi."
Una dichiarazione inaspettata la mia, perché nel quasi completo buio percepisco il suo imbarazzo.
La sua risposta consiste nel togliermi la maglietta ad una lentezza disarmante, facendomi dubitare se sia davvero una divinità scesa in terra oppure no. Io credo nella prima ipotesi.
Accarezza il mio petto e i miei addominali, poi passa alle spalle e accarezza le mie labbra con un dito.
"Per quanto mi hai fatta innamorare ti farei diventare il capo dell'esercito al mio posto. Capisci quanto mi hai destabilizzato, Alèx? Hai reso il mio allenamento di vita totalmente nullo."
Inizio a ridere, per poi catturare le sue labbra ancora sulle mie. Ancora, ancora, ancora.
Poi, niente mi ferma più.
Ha una canotta e pantaloni. Via.
Il reggiseno nero. Via.
Tutto il resto dei miei vestiti. Anche loro, volati via.
La sua pelle scura è liscia e morbida come avevo immaginato, piccola ma tanto forte sopra il mio petto mentre si impossessa di me.
Non credo che in questi momenti sarò io a 'guidare' il tutto. Ho un cazzo di ufficiale dell'esercito sopra di me che mi sta conducendo verso l'estasi più totale.
Sono fottuto. Fottutissimo.
Lei parlava di regole, disciplina, allenamento ma... oh, questo, signori, si può definire allenamento cardio.
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Legatus, la novella di 𝐀𝐥𝐞𝐱 𝐞 𝐀𝐭𝐡𝐞𝐧𝐚
Short StoryQualcuno ha detto Rio de Janeiro? Perché è proprio lì che Alex ha intenzione di seguire segretamente Athena per cercare di conquistarla. Lui, simpatico e spontaneo. Lei, disciplinata e severa. Tra i colori del carnevale e segreti che riguardano la f...