caffè e tabacco

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"Dai, parla."

É cosí che il corvino lo esortó a prendere parola quella mattina, era decisamente troppo presto, ma i due decisero di vedersi prima di scuola per provare a chiarire il presunto fraintendimento da parte di Simone.

Aveva insistito Manuel, via messaggio, per trovarsi prima delle ore scolastiche, offrendogli un passaggio in auto e pure la colazione per tentare di addolcirlo.

Simone doveva ancora aprire il sacchetto, contenente probabilmente un cornetto alla crema, il suo preferito e un cappuccino con sopra una spolverata di cacao.

Il moro aveva da subito imparato il suo ordine, data la peculiarità di quel tocco amaro con cui gli piaceva iniziare la giornata.

"Intanto te chiedo scusa pe' l'orario indecente a cui t'ho fatto svejá, é che nun riuscivo a dormí sapendote arrabbiato o peggio...triste." - cominció il riccio, fronteggiando il minore dal suo sedile, che aveva precedentemente reclinato e portato indietro per essere più comodo, invitando Simone a seguirlo.

"Basta che me l'hai fatto fare per una giusta causa." - replicó il passeggero, giocando con i bottoni della sua giacca e mantenendo lo sguardo basso.

Non poté negare di essersi preparato con un'ansia irrequieta addosso, curioso, ma anche spaventato di scoprire cosa fosse successo prima del loro incontro.

Anche Manuel non era da meno, non era proprio riuscito a chiudere occhio tutta la notte, angosciato di suscitare una reazione errata nel più piccolo e peggiorare il danno causato.

"So che te stai a chiede' che é successo co' Francesco, ma vorrei spiegatte' un attimo er prima, pe' datte' un po' de contesto." - inizió il moro, toccandosi con la punta delle dita gli orecchini a cerchio argentati, per trovare la calma necessaria per intraprendere il discorso.

Aspettó di vedere una conferma da parte di Simone, che alzó lo sguardo solo per annuire ed invitarlo a dar inizio al racconto.

Prendendo un respiro profondo e passandosi la mano tra i capelli, Manuel cominciò a raccontargli della cena avvenuta a casa Ferro poche sere prima, dove Mattia, aveva inaugurato la serata parlando del loro compleanno.

Il tutto senza ovviamente consultare il gemello, che scopriva, per la prima volta, insieme ai loro genitori come si sarebbe svolta la festa quest'anno.

A Manuel da piccolo piaceva molto festeggiare il passare degli anni, il crescere insieme a suo fratello e non vedeva l'ora arrivasse l'occasione per passare un po' di tempo in più con i loro genitori, che staccavano prima da lavoro e insieme ai parenti si armavano di giochi e di festoni per celebrare al meglio.

Crescendo però, le feste iniziavano ad essere con i loro amichetti e il riccio aveva notato una certa tendenza da parte del suo gemello, di prendersi tutta la scena e di lasciarlo in disparte, anche quando il suo co-protagonista doveva essere lui.

Si ricorda come insisteva sempre a soffiare le candeline per primo, anche negli anni in cui la torta era diventata solo una e dovevano condividerla.

Ora, Manuel non ci ha mai dato troppo preso a queste sue abitudini e a come lo facevano sentire, però ha notato la voglia di festeggiare sempre venir meno, optando per una festicciola intima con i suoi genitori o un aperitivo il pomeriggio con i pochi compagni di classe con cui andava d'accordo, ai quali partecipava sempre anche Mattia essendo fino all'anno prima in classe con lui.

Quest'anno però, aveva deciso che avrebbe festeggiato solo con Simone, se al corvino avesse fatto piacere, magari facendosi un auto regalo e dichiarandosi sperando di essere ricambiato.

Piano che era andato totalmente in frantumi, quando il suo gemello aveva annunciato di voler affittare la sala di un locale ed invitare tutti i loro conoscenti a bere e molto probabilmente anche a fumare.

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