Capitolo 34

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Era da un po' che non si presentava il mio incubo colui che non mi abbandonava mai da quando successe e forse capì chi dovevo ringraziare.
Apro gli occhi con qualcosa o meglio il braccio di Lucas che mi imprigionava vicino a lui, mi girai a guardarlo e mi persi nei suoi lineamenti perfetti, le ciglia lunghe, la labbra carnose e il profilo affilato.
Come poteva essere così bello anche mentre dormiva.
"Pasticcino smettila di guardarmi o mi sciuperai."
Disse brontolando con ancora gli occhi chiusi e accennando un mezzo sorriso.
Dio non posso sopportare questa cosa appena sveglia.
"Non ti stavo guardando mi ero solo girata per la luce"
Quasi credibile Jess dai.
"Faremo finta di crederci entrambi se ti farà stare tranquilla."
Gli diedi un pizzicotto sul braccio con cui mi stava tenendo e fece una cosa che non mi ricordavo, rise ed era una di quelle risate che mi scaldavano il cuore e quasi rimasi a bocca aperta perché non mi sarei mai abituata.
"Dovremo alzarci oramai è tardi"
Lo guardai e non accennò a muoversi.
"E se non ci alzassimo?"
Questa domanda suonò molto pericolosa e mi senti infuocare.
No manteniamo il controllo.
"Oggi è l'ultimo giorno prima delle vacanze dovremmo andare."
Ancora meno credibile di prima.
Si avvicinò di più e il mio autocontrollo scompari del tutto.
Sono finita.
"Allora sarai costretta a saltarlo perché ho intenzione di portarti con me al lago e non me ne frega un cazzo se protesterai perché non te lo sto chiedendo."
Siamo passati da non parlarci per settimane al fatto che mi vuole portare al lago.
Il giorno in cui riuscirò a capire cosa succede nella sua testa giuro che festeggio.
Anche se dopo quello che è successo ieri non mi dispiace allontanarmi da tutto.
Quindi al diavolo l'ultimo giorno scrivo un rapido messaggio a Beth dicendogli che non ci sarei stata oggi e mi rispose con delle emoticon maliziose.
Risi, la solita Beth.

Il viaggio in macchina fu silenzioso ma non smettevo di pensare che Lucas mi aveva parlato poco e nulla del suo passato mentre lui sapeva della mia cicatrice e di mio padre, io invece non sapevo niente di lui e soprattutto di sua mamma la cosa certa che sapevo è che prima o poi la mia curiosità mi avrebbe uccisa.
"Ho bisogno di farti una domanda"
Stacco lo sguardo dalla strada per lanciarmi una rapida occhiata.
"So che tanto me la faresti comunque quindi dimmi pasticcino."
"Non mi hai mai parlato di tua mamma"
Appena pronunciai l'ultima parte strinse anche di più il volante e la sua mascella ebbe un sussulto ma non rispose.
"Siamo arrivati"
Fu tutto quello che disse mentre accostava in una area apposta per lasciare la macchina.
Anche durante la camminata per arrivare al lago non disse nulla e io mi maledissi per la domanda.
Il silenzio da parte sua durò anche mentre sistemavamo le robe sulla riva del lago e il mio sguardo cadde nel momento in cui si tolse la maglietta e come ogni volta mi venne l'acquolina appena vidi il suo fisico atletico.
Io non potevo farcela.
Ma appena si girò anche lui e mi vide fare la stessa cosa per rimare con il mio amato bikini rosso il suo sguardo scivolò su ogni parte del mio corpo e per poco non rischiai di sciogliermi lì seduta stante.
"Pasticcino smettila di guardarmi o mi sciuperai."
Lo canzono con la stessa frase che mi disse sta mattina è una scintilla gli attraversa lo sguardo e un sorrisetto gli spuntò sulle labbra in un attimo mi ritrovai a sacco di patate sulla sua spalla, felice di avergli fatto tornare il buono umore.
Gridai e mi dimenai fino a quando mi resi conto che il mio culo gli è praticamente in faccia divento un peperone.
Come se non l'avesse mai visto....
"Johnson lasciami subito"
Non rispose nemmeno ma non servi visto che mi lascio andare completamente e fini in acqua.
Ora è guerra.
Lo fulminai con lo sguardo.
"Te l'ho mai detto che sei molto tenera con il broncio pasticcino."
Il simpaticone fini di ridere non appena iniziai a schizzarlo tutto ma è solo una breve e piccola vittoria perché mi prese di nuovo e mi ritrovai scaraventata di in acqua.
Tossi appena tornai in superficie.
Poco dopo in un attimo due dita mi sollevano il mento e mi trovai Lucas a pochi millimetri e senti un brivido percorrerei tutto il corpo.
Odiavo e amavo il modo in cui reagiva il mio corpo a lui.
Il suo sguardo era in un attimo serio e non capivo per quale motivo.
Cosa era successo?
È ancora arrabbiato per la mia domanda su sua mamma?
"Non ho intenzione di rinunciare a noi."
Non so se era stata la troppa acqua che ho bevuto del lago che magari mi è arrivata al cervello ed ero in preda a delle allucinazioni ma il mio cuore di sicuro perse qualche battito.
"Cosa?"
Dissi col fiato corto.
"Ho detto che non ho intenzione di arrendermi per te"
Come era arrivato a questa affermazione?
Ero confusa prima stavano scherzando e ora questo.
"Lucas."
"Non me ne frega un cazzo se i nostri genitori si devono sposare ho intenzione di andare in qualche altro posto nel mondo ma con te, non riesco a smettere di pensarci da quando mi dissi che non potevamo."
Non lo feci continuare che lo baciai ma in un attimo mi torna il ricordo di mia mamma che balla con Trent di come era felice e di come l'avrei delusa rovinandogli la sua felicità.
"Non smetto di pensarci nemmeno io ma non so se ce la faccio ad affrontarlo."
Mi scostai e mi lascio andare.
La sua mandibola si contrasse e tutto il suo corpo si irrigidì mi odiai per aver rovinato il momento.
"Prendi le robe torniamo a casa."
Disse freddo senza nemmeno guardarmi mentre si dirigeva a riva.
Io gli volevo credere con tutta me stessa ma quando ci provavo sentivo quel senso di colpa che iniziava ad invadermi il corpo e tutto mi sembra così sbagliato.
Nel tragitto lungo la macchina sentivo Lucas lontano da me chilometri anche se era un passo avanti a me non mi guardava.
Arrivati alla macchina non resistetti più.
"Parlami ti prego."
Chiuse la portiera e io feci lo stesso con la mia girandomi a guardarlo.
Strinse il volante e la sua nocche diventarono bona che dalla forza.
"Cosa vuoi che ti dica Jessie?"
Il mio nome per intero fu una pugnalata allo stomaco.
"Ho già detto abbastanza, mio Dio ti ho detto che non voglio rinunciare a noi, mi baci e poi mi dici che non ce la fai, mi stai facendo uscire pazzo perché ti amo e non so più come fare."
Ti amo
Ti amo
Quelle due parole continuavano a rimbalzarmi nella testa.
Senti il mio cuore che esplose e qualunque barriera che mi stesse trattenendo crollò sotto il suo sguardo disperato, l'avevo visto in mille modi ma non avevo visto la parte fragile e innamorata di Lucas, mi pizzicavo gli occhi da quanto ero felice.
"Odio sentirmi così perché non ho mai concesso a nessuno di superare il confine tra me e l'amore ma tu Jessie Howen non so come hai fatto a trafiggermi l'anima e non accetterò l'idea di non farcela, perché voglio te."
Scavalcai i comandi della macchina e mi trovai a cavalcioni su Lucas, le sue mani mi presero subito la vita e si strinsero.
Lo volevo ora, adesso e per sempre.
Qualunque cosa dovevamo affrontare non c'erano più dubbi che l'avrei fatto con lui anche se doveva essere la mia paura di deludere mia madre.
Io ci ho provato davvero a far si che tutto questo non succedesse ma non riesco e non voglio più rinunciare a Lucas e a quello che provo per lui perchè diamine lo amo anche io ho sempre messo davanti la felicità di mia mamma non ascoltando la mia e questa è la gocciolina che fece traboccare tutto.
"Cosa stai facendo Jess?"
Chiese Lucas con lo sguardo annebiato la sua voce diventò ancora piu roca non appena mi levai la maglietta e rimasi solo con il reggiseno del costume che tolsi il secondo dopo.
Il suo respiro a in un attimo divenne più pesante e appena i suoi occhi si spostarono sui miei seni fu così che presi definitivamente fuoco.
Vederlo perdere il controllo per me?
Non mi ci sarei mai abituata.
"Ti voglio ora." 
Mi stupì persino io di aver tirato fuori tutta questa determinazione e audacia ma non appena fini di pronunciare quelle parole Lucas con uno scatto prese in bocca uno dei miei seni e inizio a stuzzicare il mio capezzolo e la testa inizio a girarmi.
Un ondata di piacere mi travolse e non iniziai a strusciare su di lui  facendogli capire che non volevo più aspettare e così feci per sbottonargli i pantaloni ma la sua mano mi bloccò.
"Pasticcino non così in fretta ho intenzione ti farti perdere la testa così tante volte che pregherai il mio nome."
Quella promessa velata mi face eccitare ancora di piu e vedere quel sorrisetto pericoloso mi fece capire ancora di piu il bisogno che avevo di lui.
Un tuono spaccò in due il cielo.
Quando aveva iniziato ad essere brutto tempo?
Ma appena senti le mani di Lucas tornai immediatamente alla realtà, mi fece sollevare finchè riuscivo, visto che la macchina ci dava poche possibiltà, e mi sfilò i pantaloncini e con essi anche gli slip del costume e rimasi a cavalcioni su di lui totalmente nuda mente lui era ancora totalmente vestito.
Mi sarei dovuta sentire  in imbarazzo ma vederlo perdersi a guardarmi mi face sentire perfetta.
Si leccò le labbra come un predatore che stava per mangiarsi la sua preda preferita.
"Adesso voglio vedere mentre ti sciogli per me"
Cosi dicendo senti le sue dita nella mia parte più sensibile e appena iniziò a stuzzicarmi il clitoride ogni fibra del mio corpo si contorse e ne volevo sempre di più, come se mi avesse sentita infilo prima un dito e subito dopo un altro e mi iniziai a muovere sopra di lui ansimando sempre di più finche non sentì l'orgasmo crescere ed esplodere come un fuoco d'artificio, appena riapri gli occhi trovai Lucas con un sorisetto e una scintilla negli occhi.
"E questo è solo l'inizio."
Ora era il mio turno di fargli perdere la testa cosi lo presi e lo bacia e sta volta gli sbottonai i pantaloni, presi la sua virilità tra le mani per un attimo lo senti trattenere il fiato e iniziai a muovere la mano, un grugnito di piacere si diffuse nella sua gola e mi diede piu audacia cosi aumentai il ritmo e con me anche il suo respiro si fece piu pesante finche non mi bloccò di nuovo.
Si allunga nel bracciolo della macchina tirando fuori un preservativo con un gesto se lo mise tornando a guardarmi come per chiedermi il permesso.
Non dubiterà mica che mi fermerei ora vero?
Sono letteralmente nuda a cavalcioni su di lui nella sua macchina con un temporale fuori e per fortuna che sia in un posto isolato.
Presi io iniziativa allora mi alzai leggermente mi spostai ancora di piu verso di lui lo guardai e mi abbassai.
Sta volta mi prese per i fianchi e mi accompagnò trattenendo entrambi il fiato.
Per qualche secondo non mi mossi anzi fu lui a prendere iniziativa iniziando con movimenti lenti e controllati finché non mi sciolsi anche io e il piacere fu l'unica cosa che sentì e pure le spinte iniziarono ad essere più veloci e frenetiche finchè non esplosi esclamando davvero il suo nome ma non si fermò anzi continuò a spingere finche anche un'altro orgasmo non mi tolse il fianto e poco dopo anche Lucas non mi segui.
Mi appoggiai totalmente su di lui, completamente svuotata mentre a riempiere l'abiatacolo erano solo i nostri respiri ansimanti quando feci per tornare nel mio sedile mi strinse piu forte e non obbiettai anzi mi accocolai ancora di più.
Fino a quando a rompere il silezio fu la suoneria del mio telefono e mi stupì di leggere il nome di mamma.
Cosa succedeva?
Lei non mi chiamava mai se non c'era qualcosa di grave ma mi scriveva solo messaggi.
Il mio cuore inziò a battermi all'impazzata.
"Mamma che succede?"
"Jessie se sei con Lucas vi aspettiamo a casa, dobbiamo parlavi"
A preoccuparmi ancora di più fu il tono di mia mamma serio e molto piatto l'ultima volta che l'ho sentita cosi mi aveva annunciato che mio padre era morto e che non avrei mai avuto un confronto con lui e a ucciderlo fu un coma etilico da cui non si risvegliò più.
"E passato un ragazzo che si chiama Cristian"
"Cristian?"
Dio ti prego dimmi che non è davvero lui.
"Cristian Collins."
Penso che dire di essere sbiancata è un eufemismo ma Lucas aveva già capito perchè lo senti imprecare e non appena lo guardai accese la macchina e partì il più veloce possibile.

Quando ci fermammo davanti a casa avevo il cuore in gola e sinceramente non mi aspettavo che tra tutti i modi sarei morta così.
Mi raggiunse al mio fianco Lucas che aveva la mascella contratta.
"Ci sono io non ti preoccupare fino a prova contraria è la nostra parola contro la sua."
Volevo credergli davvero ma avevo un brutto presentimento.
Gli strinsi la mano e aprimmo la porta e trovammo mia mamma che stava camminando avanti e indietro in cucina e Trent seduto a tavola con lo sguardo severo su di noi, sembrava totalmente un'altra persona tanto che brivido mi scivolò lunga la schiena.
Ora era il momento di affrontare tutto, però di una cosa ero certa, non ero da sola e la stretta di Lucas me lo ricordò.
Con lui potevo farcela.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 4 days ago ⏰

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