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mi alzai e andai a sedermi a tavola dove c'erano tutti che quando mi videro fecero ricadere l'attenzione su di me.

"ei"
salutai come se niente fosse, ma era solo per nascondere tutto il dolore che in quel momento provavo.
"come stai piccola?"
mi chiese zaccaria.
"bene bene.. mi date la pizza? ho fame"
me la passò e finalmente mangiai.

dopo ciò mi misi nel divano dove c'erano tutti gli altri che provavano a far distrarre mattia, ma io non feci caso neanche a ciò che dicevano perché le mie orecchie fischiavano e per me ogni singolo rumore era assordante.

"sofia, ci sei?"
mi girai verso neima che mi chiamava, probabilmente da tanto.
"si, scusate, stavo pensando"
"hai capito cosa ha detto mattia?"
"no, cosa?"
"ci trasferiamo"
mi disse.
"cosa?? ma che stai dicendo? i soldi dove li prendiamo? e loro dove li lasciamo? assolutamente no"
"i soldi li ho conservati, da molto, ho raccolto i milioni ma aspettavo il momento giusto per scappare da sta merda, sofi. c'è una villetta affiancate da altre villette in cui verrano anche loro, non preoccuparti"
"ma mattia.."
in quel momento a me non importava un cazzo della casa, me ne sbattevo la minchia delle condizioni economiche e tutte ste cazzate qua, volevo solo mia mamma al mio fianco.
per carità, stavamo in una casa che a momenti ci crollava addosso, quindi ne avevamo di bisogno, ma in quel momento era l'ultimo dei nostri problemi.

lasciai perdere e gli appoggiai quest'idea, non ci pensai tanto.
ad un certo punto, annoiata, andai nel balcone dove vidi simba, che mi guardava, con una canna in mano.

"che sei bella"
non feci a meno di sorridere onestamente.
"ancora di più quando ti imbarazzi e sorridi"
"mohamed smettila, non mi fiderò di nuovo"
"sofi, non ci devi pensare ora a quella situazione, ti ripeto, pensa a te stessa, ma spero che in futuro ritorneremo perché io ci tengo, davvero"
"ah si? e allora quella sera non ci tenevi a quanto pare, se ti sei scopato un'altra"
risi per sdrammatizzare, anche questa situazione era l'ultimo dei miei problemi e me ne fregava ben poco in quel momento, però dissi tutto ciò che pensavo in compenso.

"senti, davvero io quella sera ero tutto fatto, non sapevo cosa facevo me ne sono reso conto solo dopo"
"in realtà non importa mai quanto sei fatto o ubriaco, dovresti sapere sempre qual è il tuo bicchiere e non parlo di bicchieri moha"
"scusa sofia, ti prometto che se mi dai un'altra opportunità non ti pentirai"
"ci penso momo, poi ne riparliamo"
feci per andare via, ma attirò la mia attenzione con una frase.
"prenditi tutto il tempo che vuoi"
annuì e andai dentro nuovamente.

mi rimisi nel divano dove c'erano gli altri, ma smanettai col telefono fino a quando non mi chiamò gaia, non la sentivo da un po' sinceramente.
andai in un'altra camera per stare da sola, e risposi.

"amore"
"amo"
risposi.
"mio dio, ho saputo, come stai? mi dispiace tantissimo"
"tranquilla amo, non sto molto bene ovviamente, ma rispetto stamattina sto molto meglio.. mi riprenderò, promesso"
"amo sto venendo da te, apri già la porta"
"amo non c'è bisogno tranquilla"
"si invece, arrivo, il tempo che preparo lo zaino"
"va bene amore mio, a dopo"
"a dopo amore"
staccai e appena sentì suonare il campanello andai ad aprire.

"con me sei al sicuro"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora