Le ci vollero giorni per ritornare a Umbar a piedi. Il cielo era sempre oscuro e Maya riusciva a percepire la presenza incombente di Astra. Sembrava essersi calmata. La quiete prima della tempesta, pensò Maya.
La città era occupata dai soldati e alcuni cittadini giravano per le strade, il nervosismo tra di loro era palpabile, guardavano il cielo con paura non capendo cosa provocasse quell’oscurità. Alcuni di loro si erano radunati in piccoli gruppi inginocchiati a pregare la loro divinità affinché li aiutasse, ma era inutile, quegli umani disillusi non avevano idea che l'ombra della Morte li sovrastava, era solo questione di tempo prima che Astra divorasse le loro anime. Maya percepiva ancora una flebile resistenza in quelle nuvole, un disperato tentativo di contenere la fame che la divorava, ma sapeva che era una battaglia che forse non sarebbe stata in grado di vincere.
Il quartiere nobile brulicava di soldati e nella piazza principale vi era una grande tenda, poco distante un gruppo di ufficiali era radunato attorno ad un tavolo chini su alcune mappe della città. Tra loro Maya riconobbe il Generale Koran.
“Generale?” chiamò.
L’uomo si voltò, la riconobbe immediatamente.
“Tu sei la donna che era con Astra” disse avvicinandosi a lei e prendendola in disparte.
“Cosa sta accadendo? Giorni fa il cielo si è oscurato, abbiamo tutti paura! Come se non bastasse ci sono rivolte ovunque e gli eserciti del Regno di Saraman sono sulle nostre terre. Dov'è Astra?” esclamò infuriato il Generale.
Maya indicò il cielo.
Il Generale spalancò la bocca incredulo.
“Come è possibile…”
Koran scosse il capo.
“Non voglio sapere niente… dimmi solo che sta succedendo!”
“Astra ha perso il controllo. La fame ha preso il sopravvento, ma sento che sta cercando di resistere, non abbiamo molto tempo, se non trovo il modo di fermarla sarà la fine e stavolta non si fermerà a Umbar!” esclamò Maya.
L'uomo era confuso e spaventato.
“Dove si trova Sader?” chiese Maya.
“È rinchiuso nel Castello assieme a quelle Streghe. Non esce da giorni”
“Dobbiamo andare da lui, Generale, sicuramente Astra sarà già lì”
Koran radunò un piccolo gruppo di soldati fidati e insieme si diressero in tutta fretta a palazzo.
Sembrava tutto tranquillo. Le guardie nei giardini erano ai loro posti e non si percepiva alcun cambiamento.
Anche l’interno, illuminato a giorno, era calmo, forse troppo. Maya e il Generale, assieme alle guardie della scorta, percorsero il lungo corridoio che conduceva alla sala del trono, i loro passi metallici erano gli unici rumori che si udivano nel palazzo.
Arrivarono alle grandi porte oltre le quali vi era la sala del trono. Maya percepì la presenza di Astra.
“È qui!” disse Maya con un filo di voce.
Il Generale fece per aprire la porta, ma era bloccata.
“Non si apre!” esclamò a denti stretti cercando con tutte le forze di aprirla.
“Astra la sta tenendo chiusa!” disse Maya.
Il Generale diede ordine di sfondare la porta, ma nonostante i loro sforzi congiunti non ne furono in grado.
Maya appoggiò la mano sulla porta chiudendo gli occhi. Percepiva la presenza di Astra. Cercò di contrastarlo con tutte le sue forze, ma qualcosa cercava di impedirglielo. Il potere di Astra la stava sopraffando quando d'improvviso la porta si aprì appena.
Subito il gruppo entrò nella stanza armi alla mano, si trovarono davanti uno spettacolo terribile: tutto intorno e a terra, vi erano i corpi delle guardie di palazzo e al centro, i cadaveri delle Figlie della Notte disposti in cerchio attorno ad un essere fatto di pura oscurità: era alto almeno tre metri ed era composto di fumo nero semisolido. Due occhi di fiamma ardevano crudeli là dove vi era quella che pareva essere una testa.
Al di là di quella massa di tenebra vi era Sader seduto sul suo trono, paralizzato dal terrore, il volto era stravolto dalla paura con occhi sgranati tanto che pareva che gli schizzassero fuori dalle orbite da un momento all'altro. I suoi capelli erano diventati bianchi.
“Astra!” chiamò Maya, la sua voce riecheggiò in tutta la stanza.
La creatura di fumo ebbe un fremito e per un attimo apparve il volto di Astra disperato.
“Aiutami!” esclamò, ma la sua voce sembrava provenire da molto lontano.
Il Generale e il suo seguito erano sconvolti da quella scena, non riuscivano a comprendere cosa stesse accadendo.
Lentamente, Maya si avvicinò.
“Astra, questa non sei tu! Guarda cosa hai fatto, il tuo potere ha coperto tutto il Regno. Tu non volevi questo. Torna in te!” disse Maya cercando di farla rinsavire.
L’oscura massa si mosse di nuovo e apparve ancora il volto sofferente di Astra.
“Maya! Ti prego! Non riesco a trattenermi!” implorò.
Maya non sapeva cosa fare, non aveva il potere di fermarla e, anche se lo avesse avuto, non sapeva per quanto sarebbe riuscita a trattenerla, oramai Astra era arrivata al punto di non ritorno.
L’immagine del volto della donna svanì in fretta e Maya percepì le ultime briciole di volontà di Astra svanire.
La massa di fumo esplose spargendosi in tutta la stanza, l'onda d'urto scaraventò Maya a terra mentre le anime di tutti i presenti furono attratte verso Astra poi, svanì, lasciando Maya sola.
Corse fuori.
Una ad una le anime dei soldati uscirono dai loro corpi venendo attratte nelle nubi che sovrastavano ogni cosa.
Le nuvole pulsavano e si muovevano come le onde di un mare nero mentre ogni singola anima del Regno veniva attratta verso di esse.
Maya cadde in ginocchio, le mani tra i capelli: era l'inizio della fine.
***
Astra era diventata una spettatrice del suo stesso corpo.
Vedeva ogni cosa che accadeva intorno a lei, quali barbarie perpretasse il suo corpo. Cercava di chiedere aiuto, ma in fondo al cuore, sapeva che nessuno poteva farlo.
Anche Maya aveva cercato di aiutarla nella Sala del Trono, ma lei, impotente, era stata costretta a vedere il momento in cui Sader e il Generale Koran erano caduti e le anime di ogni singola persona del Regno e quelli degli eserciti di Saraman venire attratte verso di lei. Vide i soldati provare a scappare terrorizzati, ma inutilmente: nessuno poteva sfuggirle.
La Morte aveva vinto, Astra era diventata il suo araldo. Il suo corpo si stava espandendo sempre più, capì che non si sarebbe fermata al Regno di Ur, quel regno che lei amava tanto. L’unica amara consolazione che aveva era che, almeno, i suoi genitori non c'erano più, non avrebbe sopportato di essere la causa della loro morte.
Vide Maya guardarla con occhi tristi. Anche lei aveva capito che ormai non c’era più nulla da fare.
Aveva fallito. Aveva sperato di trovare un modo per ingannare la Morte e spezzare la maledizione, ma era stata ingenua. Se solo il suo stupido senso del dovere nei confronti di Re Giordan non avesse prevalso, Gor e gli altri sarebbero stati ancora vivi.
Aveva distrutto il Regno in nome di un’ideale, era stata egoista, e ora tutto il mondo avrebbe pagato la sua avventatezza.
Chiuse gli occhi non volendo vedere le morti che stava causando, si lasciò andare completamente a quello che era diventato e quell'ultimo barlume di coscienza si spense come la fiamma di una candela ai primi venti di tempesta. Era l’unica cosa da fare, la sola cosa che avrebbe messo fine al grido di dolore della sua coscienza…
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La Mano Destra della Morte
FantasyAstra è una giovane Capitano della Guardia Reale. Dopo aver scoperto un complotto per assassinare il suo Re e portate le prove al Primo Ministro, viene assassinata da quest'ultimo che credeva fidato. Risvegliatasi nell'Oltretomba farà di tutto per s...