14. Soffocare

34 12 54
                                    


Floyd

Non appena Anna varca la porta, mi incammino verso Aleksej. Lui mi squadra, ancora appostato sul muretto, con un'espressione di sufficienza in viso.
<<Devo parlarti.>> Incrocio le braccia all'altezza del petto e stringo le labbra in una linea dritta.
Aleksej si alza in piedi e, degnandomi appena di un fugace sguardo, mi supera senza emettere una parola. Fisso il posto vuoto di fronte a me inebetita.

Riacquisto lucidità e mi volto con uno scatto: Aleksej cammina a passo sicuro in direzione di Sindy.
Giuro che lo ammazzo.
Accelero leggermente per raggiungerlo. Mi paro a pochi centimetri dalla sua statura imponente e inclino il capo per guardarlo in viso, dal basso nel mio misero metro e sessantacinque.
Altro aspetto che detesto di me stessa.

Mi rivolge un'occhiata impaziente e scocciata che mi fa saltare i nervi.
Devo mantenere la calma.
<<Che vuoi Everton?>> Gracchia Sindy, schiacciandosi sempre di più contro il corpo di Aleksej.
<<Da te un cazzo.>> Rispondo lapidaria.
Lynda e Tom si affiancano alla coppietta felice, mentre non smettono di farsi gli occhioni dolci a vicenda.
Potrei vomitare.
<<Tutto bene qui?>> Domanda Tom alludendo alle occhiate in cagnesco che ci stiamo rivolgendo io e Aleksej.

<<Va tutto alla grande.>> Aleksej torna a concentrarsi sulla bionda al suo fianco, ignorandomi spudoratamente.
Mi assesta una spallata mentre si avvia verso l'ingesso della struttura.
Sospiro con fare arrendevole. Tom si fa avanti, con un tenue sorriso. Mi posa la mano sulla spalla, come un fratello maggiore <<Se hai bisogno, puoi sempre parlare con me.>> Poi si dilegua anche lui, seguito da Lynda.
Come la invidio.

Mi aggiro per i corridoi del college alla ricerca dell'aula di chimica. Forse lì potrei trovare qualche indizio sull'enigmatica morte di Derek. Percorro le scale fino al piano superiore. Poi attraverso il breve tratto che mi separa dal luogo che devo raggiungere e spalanco la porta. Passo in rassegna il bancone con le provette e presto attenzione alle pareti e alle piastrelle del pavimento.
Niente.
Niente che possa essere utile a capire.
Ma in fondo non mi aspettavo nulla di diverso.

Trascorro un'ora intera a girovagare per la stanza, imprimendo nella memoria ogni dettaglio. Ad attirare la mia attenzione è una piccola libreria in legno posta sul lato destro della stanza. Sfioro con le dita le copertine impolverate, ripensando a tutte le volte in cui i libri mi hanno salvato dal turbinio di emozioni negative che mi soffocavano.
<<I libri nascondono segreti.>>
Le parole della contessa Emaela sussurrano nella mia mente come un eco lontano.

Sfilo alcuni volumi per ammirarne le copertine. Ci sono libri che contengono appunti scarabocchiati lungo il bordo delle pagine. Altri contenenti fogli zeppi di riassunti e mappe concettuali. Volgo lo sguardo in alto e noto un piccolo taccuino leggermente inclinato, a differenza di tutti gli altri libri impilati con cura. Spinta dalla curiosità decido di alzarmi in punta di piedi e prenderlo tra le mani. Sulla superficie liscia e nera del taccuino campeggia un post-it giallo. Sopra ci sono scritte due parole di cui riesco a tradurre soltanto "Non".

La seconda parola è pasticciata e confusa, come se la persona che l'ha scritta andasse di fretta. Questo spiegherebbe anche il motivo per cui il taccuino non è stato riposto ordinatamente in libreria.
Mentre mi concentro per riuscire a tradurre la calligrafia, odo il rumore di scarpe sulla superficie del pavimento. Infilo il libro nella borsa e avanzo verso l'uscita. Sto per posare la mano sulla maniglia che la porta si spalanca rivelando...

<<Tu.>> Pronunciamo all'unisono.
Aleksej si staglia davanti a me, bloccandomi il passaggio.
<<Lasciami passare.>> Asserisco con tono glaciale.
Lui fa irruzione nell'aula con il respiro affannoso e i capelli scarmigliati. Rinchiude frettolosamente la porta e inizia a vagare avanti e indietro passandosi una mano tra i capelli a intervalli quasi regolari.
Alzo gli occhi al cielo e sistemo la borsa a tracolla, pronta a lasciare questo posto.

The Darkness of the MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora