~
Ero in piedi nella cucina di Kenan, illuminata dalla luce del mattino.La casa era silenziosa, a parte il tenue rumore del burro che sfrigolava nella padella calda.Stavo preparando i pancake, cercando di concentrarmi nonostante la presenza di Kenan dietro di me.Non faceva nulla per rendermi le cose più semplici.Era lì, a petto nudo, con quei pantaloni della tuta che sembravano esser stati scelti apposta per far risaltare la sua figura atletica.
«Vuoi che ti aiuti?» mi chiese per la terza volta, chinandosi leggermente verso di me. La sua voce era calma, quasi troppo rilassata per quella che era una semplice colazione.
«Kenan, no» gli risposi con un sospiro, girandomi appena per guardarlo.«So fare i pancake.Davvero, sono brava»
Mi guardò con quel mezzo sorriso che ormai conoscevo bene.Il sorriso di qualcuno che ha già deciso di fare di testa sua.Non rispose, ma invece di lasciarmi in pace afferrò un mestolo dal bancone.
«Ti aiuto lo stesso» annunciò con una naturalezza che mi lasciò quasi senza parole.
«Ma non mi serve aiuto!» protestai, cercando di riprendermi il mestolo.
Fu inutile.Era più forte di me, e in pochi secondi eravamo entrambi davanti alla padella.Lui si mise dietro di me, le sue mani sopra le mie mentre cercava di mostrarmi come girare la pastella.La sua pelle calda contro la mia mi metteva a disagio, ma in un modo che non riuscivo del tutto a spiegare.
Lo richiamai a un certo punto, alzando la voce in segno di protesta.Poi, però, la mia voce si abbassò.
«Kenan,» qualcosa mi aveva distratta.
«Che c'è?» chiese lui, fermandosi per un attimo.La confusione nella sua voce era palpabile.
Mi voltai lentamente, fissandolo con un mezzo sorriso che non riuscivo a trattenere. «Seriamente?»
Lui corrugò le sopracciglia, ancora più confuso.«Che cosa?»
Non risposi subito.Invece abbassai lo sguardo, e i miei occhi si posarono inevitabilmente sui suoi pantaloni.Era impossibile non notarlo.Lui seguì il mio sguardo, e quando si rese conto, scoppiò a ridere.
«Vedi che non lo controllo io,» disse con un tono divertito, alzando le mani come per difendersi. «È l'effetto che mi fai»
«Mh?» risposi, alzando un sopracciglio.
Si sporse leggermente verso di me, con quel sorriso sfrontato che mi faceva arrossire ogni volta.«Poi, se stai mezza nuda, è peggio»
Mi guardò dall'alto in basso, e non avevo bisogno di uno specchio per sapere che ero diventata tutta rossa.
Mi voltai di scatto, tornando ai miei pancake con una velocità quasi sospetta.«Non sono mezza nuda» mormorai, cercando di ignorarlo.
«Ti ho visto che sei tutta rossa» disse ridendo.«Inutile che ti nascondi»
STAI LEGGENDO
Semaforo rosso | Kenan Yıldız
Romance«Era come se il mondo avesse improvvisamente smesso di girare» L'aria frizzante di Torino sembrava pulsare di vita mentre Eva,appena diciottenne e con una valigia carica di speranze e sogni,si ritrovava immersa in un labirinto di strade acciottolate...