Capitolo sei

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- Il suo nome?
- Temperance Willow.
- Quanti anni hai?
- 21.
- Quanto sei alta?

Passai quasi un'ora a rispondere a svariate domande che più che altro riguardavano il mio aspetto e cosa mangiassi di solito; quando finimmo di sbrigare alcuni documenti che era ormai pomeriggio.

- Non credo sappiano fare la Cheese-cake ai lamponi comunque. - dissi a mia sorella dopo avergli raccontato tutto.
- Magari hanno i lamponi anche lì. - affermò lei, affondando il cucchiaino nella crema di formaggio. - Non puoi sapere cosa è diverso e cosa no ... Li hai visti? - chiese improvvisamente.
- Si. Li ho visti.
- E?
Pensai qualche momento: alla loro pelle chiara, a quegli occhi neri senza pupilla, a quei visi che sembravano incapaci di piegarsi al volere delle emozioni, così asettici, così irreali.
- Sono simili a noi. - dissi , in modo da non farla preoccupare.
Simoon irruppe in cucina qualche secondo dopo.
- Sono orribili. - annunciò sedendosi - Peggio di quanto ricordassi.
Dalyn mi guardò di traverso.
- Grazie Simoon.
- Che c'è? - chiese confuso.
- Puoi spiegare a Dalyn che non sono tanto diversi? - domandai dandogli un calcio sotto al tavolo.
- Ahy ... S...Si. Sono molto simili a noi. - rispose cercando di suonare convincente. Prese un pezzo di torta e dopo averlo mangiato in silenzio si congedó - Nessuno mi paga stando con voi. A più tardi Misses Willow. - concluse facendo l'occhiolino.
- "A più tardi Misses Willow" - lo imitó Dalyn salutandolo scherzosamente con la mano.
Io iniziai a ridere di gusto finché il telefono non prese a squillare.
Risposi sorridendo al terzo squillo, dopo aver visto il numero.
- Ast!
- Temphy!
- Oh Astrid perdonami se non ti ho telefonata, è che non ho capito nulla tra ieri e oggi.
- Non preoccuparti, raccontami tutto.
Le parole uscirono fuori come un inarrestabile fiume in piena; le parlai dei miei genitori, di Simoon, del fatto che sarei partita ...
- No! Aspetta, fammi capire: tra tutte le persone del mondo che potevano andare ti sei proposta tu? Insomma Temphy ... devo ricordarti che effetto ti fa la gravità sbagliata? Ritirati subito. - disse con quel suo tono serio che raramente le sentivi usare; ed io la immaginai stesa sul suo letto, con le dita intorcigliate tra i capelli e gli occhi verdi, che sembravano sempre sul punto di piangere, spalancati per la sorpresa.
- Ast ... devo farlo. Sai che non faccio quasi mai nulla per gli altri, questo è il momento buono per dare una mano.
- Ma ti sei solo proposta, non è detto che ci vai. - disse lei, cercando il lato positivo della faccenda.
Mia madre entrò nella stanza e indicando l'orologio mimò con le labbra "È ora."
- Tranquilla Ast, non è detto che ci vado ... ora devo andare.
- A presto Temphy.
- A presto Miss Book.
L'ultima cosa che sentii di lei fu il suono della sua risata, consapevole che non avrei potuto goderne per molto molto tempo.

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La stanza bianca era sterile e vuota, l'aria piena di disinfettante. Respirai lentamente ed osservai quella che presto sarebbe stata la camera dei terrestri.
C'erano ancora alcune cose da sistemare ma già riuscivo ad immaginare come sarebbe stato lavorare fianco a fianco con mia madre,  non come sottoposto ma come suo pari.
Appuntai il cartellino alla maglia per visualizzarmi in quel ruolo.
Koen 902 , ricercatore medico.
Improvvisamente un dubbio: E se non ne fossi stato all'altezza?
Il mio viso si piegò involontariamente in una smorfia che subito cercai di cancellare.
Nessuno doveva sapere ...
Nessuno. Mai.

Empathy- Storia di un universo Where stories live. Discover now